logo-musica

Il canto della periferia

di Teresa Pugliese

Numero 195 - Gennaio 2019

Folco Orselli ci parla della sua Milano, della periferia e di una musica che racconta il vero


albatros-il-canto-della-periferia

Un progetto diverso, nuovo, per alcuni versi innovativo. L’idea di Folco Orselli mette insieme la musica, il cinema ed il racconto della sua Milano. Dal disco scaturisce l’idea ben più ampia, e cioè una serie di docufilm, diretti da Il Terzo Segreto di Satira e ideati dal cantante, che verranno girati lungo tutto il 2019 e che racconteranno, attraverso le canzoni, il lato più blues di Milano, i suoi quartieri, la sua gente e l’esperimento continuo di integrazione tra culture, vera sfida sociale dei prossimi anni. I dischi saranno quindi due: “Blues in MI volume 1”, e “Blues in MI volume 2”. Il primo volume è composto da dodici tracce di blues tagliente e ironico, che abbraccia un immaginario molto vasto. La periferia è la vera identità di una Milano raccontata in note e in musica, grazie all’occhio osservatore di un suo cittadino che ne coglie la vera bellezza, i segreti e le sfaccettature più colorate di una città dalle mille risorse.-taglio-

È uscito il primo volume del tuo lavoro “Blues in MI”, che in realtà sarà diviso in due parti. Come mai questa scelta?

“Perché questo progetto non è soltanto musica, o solo un disco. ‘Blues in Mi Volume 1’ è uscito a novembre 2018 e a distanza di un anno uscirà “Blues in Mi volume 2”. Nel mezzo ci sarà un lavoro fatto di cinque docu-film, una sorta di cortometraggi sulla periferie di Milano che parleranno del blues e dell’integrazione, questi verranno riuniti in un lungometraggio alla fine di tutto il percorso. Quindi nel frattempo ci saranno tutte queste visioni alle quali allegherò dei pezzi che scriverò appositamente, infatti, il volume 2 conterrà le canzoni che ho già scritto in studio e in più i pezzi dedicati ai corti.”

Come mai hai scelto di raccontare la periferia di Milano?

“Mi piace molto scrivere di cose che non sono il fuoco delle fotografie. Quello che mi interessa di più è ciò che sta intorno alla cosa che si inquadra... lì si nascondono quelle più interessanti. Le periferie oggi mantengono intatte l’identità delle grandi città, anche perché queste tendono a somigliarsi un po’ tutte ormai.”

Qual è la Milano che racconti, ma soprattutto qual è la Milano che vorresti raccontare?

“La ‘mia’ Milano l’ho sempre raccontata per quella che è, attraverso ciò che vedevo. Quello che vorrei raccontare, invece, è il cambiamento di questa città: c’è molta più attenzione per i luoghi esterni, le città non sono più soltanto centri, ma c’è tutta una vita intorno. Proprio per questo credo sia nelle periferie la vera anima di un posto.”-taglio2-

Parlaci invece dei docu-film che accompagneranno questi lavori discografici...

“Volevo integrare questa ricerca musicale con delle immagini, quindi ho coinvolto un po’ di amici in questo progetto, in primis Il terzo segreto di satira, che sono un gruppo di registi che lavorano sul web. Le mie sono cinque azioni artistiche che ho scritto e che gireranno loro, toccando tutti gli aspetti della città, parlando della vita intorno, della musica, di via Padova e della sua multietnicità. Poi ci soffermeremo sulle architetture. È un piccolo viaggio in cui io farò un po’ da Dante e ci saranno vari testimonial che mi accompagneranno in questo racconto, tra cui Stefano Boeri, Gino e Michele, e tutta la gente che incontreremo durante le riprese.”

La tua carriera è piena di soddisfazioni, da Sanremo alle collaborazioni con grandi artisti. Cosa ti auguri o desideri per il tuo futuro?

“Desidero che ‘la morte mi trovi vivo’, nel senso che mi auguro di avere sempre voglia di affrontare dei progetti con entusiasmo. Ho intrapreso un percorso che definisco da outsider, in un mondo che oggi non esiste più. Oggi vanno tutti dietro alla domanda e non all’offerta, oggi non è così, si segue quello che la gente vuole, ci si basa sulle visualizzazioni su youtube, e questo secondo me è un errore enorme perché l’arte non è da trattare come un paio di scarpe o un prodotto qualsiasi, l’arte è qualcosa che va più in fondo. Quello che mi auguro e quindi di fare delle cose che abbiano un senso per me e non per la notorietà che è sempre fine a se stessa.”





Booking.com

Booking.com