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Ieri oggi e domani

di Teresa Pugliese

Numero 198 - Aprile 2019

La storia delle Orme e di Michi De Rossi, racchiusa nel loro ultimo lavoro discografico che unisce tutti i brani più significativi della band


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È uscito in tutti i negozi e negli store digitali “Sulle ali di un sogno”, nuovo album de le Orme composto da 11 tracce. Un viaggio musicale attraverso alcune delle più belle canzoni della storica band, rivisitate e arricchite da importanti collaborazioni, tra cui quella con Francesca Michielin, l’ex King Crimson David Cross, che suona il violino in ben sei brani, e il tenore finlandese Eero Lasorla. All’interno dell’album, sono presenti anche due tracce inedite: “La danza di primavera” e “Un altro cielo”. Il disco sarà inoltre disponibile in cd e su vinile, tra l’altro in una versione numerata e limitata. Questo lavoro nasce per celebrare musicalmente Michi Dei Rossi, batterista storico de Le Orme, che quest’anno festeggia il suo 70° compleanno e che ha personalmente selezionato le canzoni più rappresentative di una band che in più di 50 anni di carriera artistica ha fatto la storia del rock progressive italiano. Noi di Albatros Magazine abbiamo deciso di celebrare la carriera di questo grande artista facendo due chiacchiere proprio con lui.-taglio-

Questo disco ripropone i vostri più grandi successi, è stato difficile scegliere quelli giusti?

“Per me no, perché avevo già in mente quali potevano essere i brani anche perché gli arrangiamenti sono stati fatti in maniera diversa. C’è dentro un po' di musica classica, musica lirica, rock e prog. Sono quattro generi che mi hanno accompagnato in più di cinquanta anni di musica.”

Avete scelto un suono diverso, più pulito...

“Ho sentito il bisogno di ritornare ai suoni di una volta, minimali, che non sono trattati come si fa oggi. Mi sono reso conto che in questi anni la musica che sento in giro è un po' tutta uguale, perché c’è un uso spasmodico di questi suoni sintetici. Noi siamo ritornati alla chitarra suonata con la chitarra, una musica pulita dove senti tutto, un suono che si sente bene. Siamo ritornati agli anni ’70 ma tenendo conto delle tecnologie di oggi.”

La musica di oggi è molto diversa rispetto a quella che avete suonato voi per tanti anni. Che idea ha di questo modo di cantare attuale?

“Non mi piace molto, è un po' tutto omologato, i suoni sono sempre gli stessi. A parte Vasco Rossi, Zucchero e pochi altri, non sento niente che mi interessa e soprattutto ogni band usa le stesse sonorità. Una volta invece i gruppi avevano un suono, ognuno il proprio, erano riconoscibili.”-taglio2-

Nel disco Francesca Michielin duetta con voi in “Gioco di bimba”. Come nasce questa collaborazione?

“Un anno fa ho visto un video dove Francesca cantava ‘Gioco di bimba’ e ho notato questa ragazza pura, sembrava quasi il personaggio della canzone, mi sono emozionato. Mi sono detto allora che un giorno se avessi fatto un disco contenete questa canzone l’avrei chiamata per lavorare con lei. Sono riuscito a rintracciare sua mamma, e così lei molto entusiasta ha deciso di cantare questa canzone. È una ragazza ed una musicista molto brava, ha una splendida voce.”

Nel vostro disco sono inseriti non solo brani rifatti ma anche due inediti. Uno sguardo al passato ed un occhio al futuro?

“Sicuramente sì. Diciamo che la musica progressiva, il progressive rock come lo chiamano oggi, allora era pop. Questo genere ha un po' di difficoltà oggi, perché non è la musica che si sente in radio, i giornali ne parlano davvero poco e questo perché è considerato un genere elitario, per pochi. Questo tipo di musica ha un sacco di sfaccettature, è un mix di generi. Le canzoni oggi sono fatte per gli ascoltatori, noi facciamo musica che è adatta a farsi sentire nelle sue minime sfumature, e questo porta l’ascoltatore ad allontanarsi. Il nostro pubblico è quello che ci ha seguito in tutti questi anni ma anche ragazzi che cercano in questo genere una musica diversa.”





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