Les Sables d’Olonne: molto più di una stazione balneare, come ci racconta il vicedirettore dell’ufficio turismo Jimmy Bertrand
Prima di diventare una rinomata meta turistica, Les Sables d’Olonne è stata, ed è ancora, una città legata al mare e alla pesca. Sotto Luigi XVI rappresentava il primo porto francese per il merluzzo. -taglio- La sua identità si è costruita attorno all’attività marittima e ai villaggi di pescatori, per poi trasformarsi nel tempo con il boom del turismo balneare, raggiungendo la notorietà di altre destinazioni francesi. Ma ridurre Les Sables d’Olonne a un semplice luogo di villeggiatura estiva sarebbe un errore: qui si intrecciano storia, patrimonio e una vocazione marittima secolare. È una città viva tutto l’anno, che ospita la partenza del celebre Vendée Globe ed è fiera di appartenere al club delle baie più belle del mondo. Per capire meglio la sua identità e i progetti futuri, ho incontrato Jimmy Bertrand, il vicedirettore dell’Ufficio del Turismo. Qual è la vera identità di Les Sables d’Olonne rispetto ad altre località balneari francesi? «La differenza principale è che Les Sables d’Olonne non è nata come località turistica, ma come città di pesca. Questa origine ha plasmato l’anima del luogo: qui il turismo non si limita ai mesi estivi, ma si lega anche alla cultura, alla storia e al patrimonio. È una destinazione che invita i visitatori a scoprire non solo la spiaggia, ma un’identità autentica, fatta di tradizioni e di valori di solidarietà ereditati dal mondo dei pescatori.» Quale tipo di turismo accoglie oggi la città? «All’inizio era quasi esclusivamente balneare. Oggi, invece, l’offerta è molto più diversificata: ospitiamo turismo d’affari, gruppi in visita da tutta la Francia e dall’estero, e un turismo culturale che trova espressione nei musei e in una programmazione artistica ricca e distribuita nell’arco dell’anno. L’evoluzione della domanda ha accompagnato quella dell’offerta.» Chi sono i vostri visitatori principali? «L’85% dei turisti proviene dal mercato francese, il restante 15% dall’estero. Complessivamente registriamo circa 4,5 milioni di pernottamenti l’anno. Agosto resta il mese di punta, ma non puntiamo a una crescita massiccia dei numeri: l’obiettivo è migliorare la qualità dell’accoglienza e preservare l’equilibrio tra turismo e vita quotidiana dei residenti.»-taglio2- Ci sono progetti in corso per rafforzare l’attrattività della destinazione? «Sì, stiamo investendo molto negli eventi. Quest’anno inauguriamo la nuova Arena, il Nacéo - un museo dedicato ai marittimi locali - e il rinnovo del porto Olona, il più grande della Vandea e sede di numerosi eventi nautici di prestigio. Questi progetti mirano a fidelizzare i nostri visitatori abituali e, al tempo stesso, ad attrarne di nuovi.» Il Vendée Globe rappresenta un appuntamento chiave. Che impatto ha sulla città? «È un evento straordinario, che equivale a vivere due stagioni turistiche in una. In due settimane, durante le vacanze di Ognissanti, accogliamo tra i 2 e i 2,5 milioni di persone. L’impatto economico è notevole, ma non solo: il Vendée Globe garantisce visibilità internazionale grazie alla partecipazione di skipper di tutto il mondo — tra cui l’italiano Giancarlo Pedote e, nell’ultima edizione, anche uno skipper cinese. Questo ci permette di ampliare il nostro pubblico e attrarre una clientela sempre più internazionale.» Qual è il ruolo dell’ambiente e della sostenibilità nella vostra visione turistica? «È centrale. Lavoriamo per tutelare il nostro litorale e sviluppare un turismo responsabile, che rispetti l’ambiente e l’equilibrio tra visitatori e residenti. Una città che vive tutto l’anno deve prima di tutto garantire la qualità della vita dei suoi abitanti. L’appartenenza alle più belle baie del mondo ci impegna ulteriormente in questa direzione, insieme all’amministrazione e agli operatori locali.» Guardando al futuro, quale obiettivo vi ponete per Les Sables d’Olonne? «Non cerchiamo di attrarre sempre più persone, ma di far vivere la destinazione dodici mesi l’anno, con servizi utili tanto ai turisti quanto ai residenti. Vogliamo mantenere un equilibrio sostenibile, rafforzare il legame affettivo con il territorio e continuare a innovare l’offerta. La vera sfida non è crescere in quantità, ma in qualità. Vogliamo che chi arriva a Les Sables d’Olonne si senta parte della nostra storia e abbia il desiderio di tornare.»