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I Misteri Eleusini

di Alfredo Salucci

Numero 220 - Maggio 2021

I Misteri Eleusini, il rito misterico religioso più conosciuto dell’antica Grecia


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Il nome deriva dalla città di Eleusi distante circa 20 chilometri da Atene in cui si trovava il santuario dedicato a Demetra costruito sull’acropoli della città. Di questo culto conosciamo poco, in quanto gli iniziati erano tenuti al segreto. Molte cose apprese su questo rito, che non sempre concordano,-taglio- le dobbiamo a vari autori e in particolare a un documento, Inno a Demetra, attribuito a Omero, in cui è narrata la mitica storia della dea Demetra che presiedeva all’agricoltura e alla fertilità, il suo nome infatti significa Madre Terra, e di sua figlia Core (Persefone). Core giovane e bella mentre era intenta a giocare e a raccogliere fiori con le compagne veniva rapita da Ade (Plutone), il dio degli inferi che, incurante delle sue grida, la portò giù nel suo regno, il regno dei morti. La madre, Demetra, disperata per la perdita della figlia iniziò a cercarla senza sosta. Nel suo vagare giunse alla città di Eleusi con le sembianze di una donna vecchia e stanca; qui fu accolta in modo ospitale dal re Celeo, che la prese come nutrice del figlio, Demofonte. Questa cosa attutì in parte le sofferenze di Demetra per la perdita di Core. La dea come ringraziamento volle rendere il fanciullo immortale e per questo di notte lo immergeva nel fuoco. La madre del bambino una notte scoprì questo rito e temendo per il figlio, iniziò a gridare, così l’incantesimo fallì. Demetra si adirò, abbandonò le sembianze della vecchia e si mostrò in tutta la sua bellezza di dea. Anche se irritata, restò legata a quella terra e ne divenne la protettrice, insegnando ai suoi abitanti l’arte dell’agricoltura, istituendo i misteri eleusini e chiedendo che venisse eretto un santuario in suo onore. Demetra lasciò Eleusi e continuò la ricerca di Core, ma senza successo. Allora per vendicarsi dell’oltraggio subito rese la terra arida, incapace di dare frutti, nonostante gli sforzi degli uomini per coltivarla. La situazione stava diventando tragica per il genere umano. Zeus preoccupato ordinò a Iride di convocare Demetra sull’Olimpo. -taglio2-Ma Demetra, nonostante gli sforzi anche degli altri dei per convincerla, rifiutò: sarebbe ritornata solo se avesse riavuto sua figlia. A questo punto Zeus, per evitare l’estinzione del genere umano a causa della carestia provocata da Demetra, impose ad Ade di restituire Core. Core però aveva assaggiato il cibo dei morti, i semi di melograno, che costringeva chi lo mangiava a restare negli inferi per l’eternità. Ma poiché Core aveva mangiato solo pochi semi si giunse all’accordo che sarebbe stata una parte dell’anno con la madre, l’altra parte con Ade. Demetra riavuta la figlia, almeno per un periodo dell’anno, primavera ed estate, tornò sulle sue posizioni e il ciclo della vegetazione ricominciò. Infatti, con il ritorno di Core sulla terra, in primavera, si assiste al rifiorire della natura e alla crescita dei suoi frutti. Del rito misterico iniziatico istituito da Demetra che rinnova l’esperienza di Core, ossia la discesa agli inferi e la risalita dagli inferi, si conosce poco. Si sa solo che ogni anno era celebrato nella città di Eleusi e tutti potevano essere iniziati, uomini e donne, purché ritenuti degni e non stranieri, dopo aver fatto una piccola offerta al tempio di Demetra. L’iniziazione rappresentava la morte, l’iniziato imparava a morire per poi rinascere. Alla fine di questo faticoso percorso, attraverso i vari gradi dell’iniziazione ai misteri, l’iniziato giungeva ad avere un rapporto stretto con il divino e diventare egli stesso divino. Per l’iniziato l’aldilà non era più qualcosa di pauroso, ma gli si schiudeva una vita beata. Sofocle scrive: «O tre volte beati i mortali che, visti questi misteri, vanno all’Ade, perché solo per essi laggiù c’è vita, mentre per gli altri, laggiù non vi è che del male». Pare che molti siano stati gli iniziati ai Misteri Eleusini: tra i greci si annoverano Asclepio, Socrate, Ippocrate, Platone, Aristotele e Sofocle, tra i romani Silla, Cicerone e Augusto.





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