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HALLE BERRY

Cambiare forma

di Pasquale Di Palma

Numero 261 - Giugno - 2025

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È una delle star che hanno illuminato l’ultima edizione del Festival di Cannes, reduce dall’esperienza da giurata l’attrice si racconta ad Albatros


Anche quest’anno il Festival di Cannes, arrivato alla sua 78esima edizione, ha illuminato la Croisette con la celebrazione della Settima Arte e la consegna dell’ambita Palma d’Oro. -taglio- Guidata da una giuria di altissimo profilo, presieduta da Juliette Binoche e composta da personalità come Halle Berry, Alba Rohrwacher e Jeremy Strong, la selezione ufficiale ha visto sfilare opere provenienti da tutto il mondo, molte delle quali a forte contenuto sociale e politico. Noi abbiamo avuto la fortuna di poter intervistare una delle star più amate del cinema internazionale, non ha certo bisogno di presentazioni considerando che negli anni ha vinto l'Oscar come miglior attrice, l'Orso d'argento per la migliore attrice al Festival di Berlino e lo Screen Actors Guild per il film “Monster's Ball - L'ombra della vita”. Ha inoltre vinto un Golden Globe e un Premio Emmy per il film TV “”Vi presento Dorothy Dandridge” ed è stata produttrice di diversi progetti, tra cui la miniserie "Never Let Go - A un passo dal male" e il documentario "Behind Bruised". Halle Berry ha, quindi, fortemente contribuito artisticamente negli anni a rendere unico ed incredibile la realtà cinematografica hollywoodiana e non solo. A Cannes l’abbiamo ritrovata splendida e raggiante come sempre, ha dichiarato di aver preso molto seriamente il ruolo da giurata, ecco cosa ci ha raccontato durante i giorni della manifestazione più attesa della stagione dei Film Festival. Cannes 2025 è stato celebrato come il miglior fil festival degli ultimi anni, cosa ha significato per lei essere parte della giuria? “Ritornare a Cannes è sempre un’emozione incredibile, ed averla vissuta per la prima volta non come attrice di un film in concorso ma come giurata, l’ha resa un’esperienza unica. Mi sono sentita come se fosse la mia prima volta, e forse è proprio questa la magia di questo posto. Quando mi è stato comunicato mesi fa che ero stata scelta per questo ruolo, mi sono emozionata, non pensavo di essere tra i ‘possibili nomi’ e proprio per questo ho guardato tutti i film in concorso, ci tenevo a dare il mio contributo nel modo più serio possibile.” La Palma d’Oro è andata a “A Simple Accident”, opera toccante del regista iraniano Jafar Panahi, cosa l’ha colpita di questa pellicola? “Credo che Pahani sia uno dei migliori registi in circolazione in grado di raccontare la realtà con un’autenticità che oltrepassa lo schermo, che rende lo spettatore parte integrante della vicenda. In particolare, il film racconta la storia di un meccanico che scopre casualmente che uno dei suoi clienti è l’uomo che lo ha torturato anni prima, durante la prigionia. Un confronto drammatico e doloroso che spinge il protagonista a cercare giustizia, o forse vendetta. E se ci pensa è un po' il dualismo che caratterizza la nostra società: qual è il confine tra il farsi giustizia e la vendetta? Esiste questo confine? Questo film invita le persone ad immedesimarsi con il protagonista e lascia uno spunto di riflessione interessante circa la fiducia che si ha nel sistema giudiziario del proprio Paese e soprattutto nei confronti del prossimo.” Lei è sempre stata molto attiva a livello politico e sociale, esponendosi e sensibilizzando le persone, non ha mai pensato che questo possa averla “penalizzata” in alcuni momenti della sua vita/carriera? “Mi piacerebbe poter rispondere di no, ma ahimè sarebbe una bugia. Per fortuna, a differenza di altri miei colleghi e non solo, non sono stata penalizzata in maniera ‘definitiva’ se così possiamo dire, però una fetta di persone ha preferito comportarsi diversamente nei miei confronti. Ma sai cosa? Non me n’è mai interessato più di tanto, rifarei tutto altre mille volte anche perché le persone restano la forza di una Paese e fino a quando avrò la possibilità di farlo mi esporrò a gran voce, denuncerò le ingiustizie e mi farò sostenitrice delle cause che reputo importanti per la società.” Non molto tempo fa si è resa protagonista di video realizzato in collaborazione con Women’s Health per parlare di una tema considerato un tabù specialmente per le donne dello spettacolo… “Sì la menopausa! Ho preso parte a questo progetto perché mi piaceva l’idea di poter essere utile nell’infondere consapevolezza nelle donne di tutto il mondo. Mi piace rompere gli schemi e sfidare l'ormai superato stigma sociale legato a questo periodo di transizione nella vita di una donna, non capisco perché nel mondo dello spettacolo sia ancora così scioccante! Il tempo passa per tutti, io personalmente ho molta più fiducia in me stessa di quando avevo venti o trent’anni, ma in generale non mi sono mai tirata indietro nell'affrontare gli stereotipi e le aspettative sociali obsolete. Non capisco perché la menopausa debba essere vista come una fase di declino o di obsolescenza. Al contrario, l'età non dovrebbe essere un limite alla nostra espressione di femminilità e potenziale.” Lei ha dichiarato in un’intervista che "Bisogna accettare il periodo della vita in cui si è". Lei in che periodo si trova adesso? “Grazie per averlo chiesto, in questa fase della mia vita mi trovo in un periodo estremamente sereno; si tratta di una serenità che non sapevo esistesse, una sensazione mai provata fino ad ora. Non so come spiegarlo… mi sento in pace con me stessa, sento di non aver più conflitti interiori, e non, da dover risolvere. Mi sento una persona in grado di affrontare la vita con una ritrovata maturità. Professionalmente parlando, spesso alcune mie colleghe dicono che per noi ‘grandi’ non c’è più abbastanza spazio, e allora? È giusto lasciare posto alle giovani attrici e se non c’è più spazio per stare davanti lo schermo, ci creiamo un nuovo spazio. Io personalmente amo questo ruolo da produttrice, paradossalmente mi permettere di dare molto più spazio alla mia creatività. Certo, se dovessero offrirmi un ruolo da attrice, non mi tirerei indietro poiché la recitazione è il mio primo amore, ma mi rendo conto che le cose cambiano e ho deciso di abbracciare questo cambiamento e modellarlo in base a ciò che mi fa stare bene.”

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