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Guardo il futuro

di Claudia Minichino

Numero 218 - Marzo 2021

Canio Loquercio, musicista, poeta e performer, dopo la vittoria della targa TENCO nel 2017, pubblica un nuovo album fatto di musiche nuove e antiche


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Musicista, poeta e performer, Canio Loquercio è nato a lucano ma è napoletano d’adozione. Proprio in dialetto napoletano nel 2017 ha pubblicato un album con cui ha vinto la targa “TENCO”, come migliore album in dialetto. Autore di progetti “crossover”, all’incrocio tra canzone d’autore, poesia e teatro. -taglio-Già finalista a diverse edizioni del Premio Recanati, ha pubblicato sei album e ideato numerosi progetti musicali. Canio Loquercio è un uomo che vive la sua vita all’insegna dell’arte; non solo quella fisica e nella sua accezione più letteraria, bensì l’arte che si trova in ogni forma della vita dell’essere umano. Nei suoni, così come anche nei rumori, nelle immagini, nelle canzoni del passato e quelle contemporanee, nelle rappresentazioni. È da questo miscuglio di cose che nasce il suo ultimo album “ci stiamo preparando al meglio”, in cui l’autore mette ordine e crea nel disordine. ‘Ci stiamo preparando al meglio’ è un concetto astratto è semplice, dove con e attraverso la musica l’autore vuole iniettare speranza e un senso di progettualità che è essenza della vita stessa. Ma questo ce lo racconta bene lui nell’intervista, insieme a tante altre cose… Canio, oltre che un musicista lei è anche un poeta ed un performer. Quanto conta l’arte nella sua vita? “Beh, l’arte nella mia vita è quasi tutto. L’arte sostanzialmente è un modo per guardare la realtà e cercare di interpretarla. Credo che ognuno di noi sia un artista a suo modo, se prova ad inserire degli elementi di sguardo critico e creatività nell’azione che svolge ogni giorno. Non mi sento uno particolarmente diverso dagli altri in questo senso; mi piace guardare me stesso e il mondo sempre con occhi diversi, cercando di capire quello che faccio, quello che sento… E’ un approccio alla vita più che altro.” Com’è nata la sua passione per la musica? “Ho cominciato a studiare pianoforte all’età di sei anni, dalle suore. Sempre accompagnato da una certa preoccupazione ed ansia. L’ansia poi mi è rimasta dentro da sempre, ed è anche la molla che mi spinge a continuare a fare arte. Da quell’età poi ho avuto la fortuna di circondarmi di persone che amavano fare musica, fortuna che ho ancora oggi, grazie alle quali riesco a portare a termine il mio lavoro.” Il suo ultimo progetto è “Ci stiamo preparando al meglio”, disponibile in CD e in digitale. Ce ne parla? “Si, è un progetto che nasce dopo un bel risultato con il mio disco precedente, con il quale ho vinto la targa TENCO per il miglior disco in dialetto. Pur essendo lucano di nascita,-taglio2- ho studiato e vissuto a Napoli e questa città mi ha regalato questo meraviglioso dialetto che con grande rispetto ho provato ad utilizzare per le mie canzoni. Dopo quel riconoscimento, mi sono messo a lavorare ad un nuovo progetto, con canzoni non solamente napoletane. Anzi, questo disco è un insieme di canzoni che ho ripescato dalla mia memoria, canzoni che ho scritto anni fa e canzoni nate invece da poco, reinterpretazioni di canzoni classiche. Alla mia età c’è un po' di confusione in testa, si accavallano suoni, canzoni, immagini e ho cercato di fare ordine con la musica, precisamente con questo album.” Cos’è che oggi vuole raccontare a chi l’ascolta? “Non ho un messaggio specifico, seppur il mio ultimo disco ha un titolo che assomiglia quasi ad una dichiarazione, no? In parte lo è anche, perché io spero sempre che per ognuno di noi ci sia sempre qualcosa di meglio da fare domani, o anche fra un minuto. Nel concetto di meglio, per me, c’è l’idea di progetto. Finché ognuno di noi ha un piccolo progetto nella propria vita, secondo me si salva sempre un po' da solo. Mentre scrivevo questa canzone mi veniva in mente un’immagine strana, di due vecchietti che in un ospedale si sorridono e si dicono ‘dai su, prepariamoci al meglio’. Con l’idea che c’è sempre uno spazio-tempo anche altrove, anche non qui, dove il concetto di meglio possa esistere ed essere una spinta motivazionale per chiunque, in qualunque età e qualunque condizione.” Sogno nel cassetto? “Mmh… (ride, ndr.) Il mio sogno è quello di non perdere mai questa mia voglia di conoscere, di guardare avanti e di sorridere di me stesso. Spero di non perdere mai questo sguardo sul mondo e su me stesso; bello, appassionato ma anche ironico.”





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