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Grandi esordi

di Antonino Ianniello

Numero 219 - Aprile 2021

Finalmente esce l’hard copy di ‘It’s Right’, disco début del talentuoso trombettista partenopeo Gennaro Ferraro


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‘It’s Right’, disco d’esordio del trombettista partenopeo, Gennaro Ferraro, finalmente sarà, in maniera fisica, presente anche sul mercato discografico e di certo sarà reperibile tra gli scaffali dei negozi di dischi. Questo però non ha ovviamente escluso la presenza dei suoi brani sulle varie piattaforme musicali online, quali Spotify e Youtube. -taglio- Il giovane musicista trentenne, originario di Pompei ma salernitano di adozione, risulta essere già oggi tra i più importanti jazzisti emergenti. Legato a Chet Baker - suo importante punto di riferimento, noto per il suo stile intimista e per essere stato tra i principali esponenti del ‘cool jazz’ - Ferraro continua a lavorare sul suo stile personale, che per certi versi è venuto fuori prepotentemente, anche se è ancora in via di definizione. Del resto nella musica non si finisce mai di apprendere e di assimilare tecniche e stilemi. «Devo confessare che il mio artista di riferimento è stato senza dubbio il famosissimo Chet Baker. Mi riferisco ad un musicista, prematuramente scomparso a seguito di suicidio avvenuto ad Amsterdam nell’ottantotto e che tutti certamente ricorderanno. Sono legato a Baker anche perché è stato il primo trombettista che al primo ascolto mi colpì in maniera decisiva. Allora ero molto piccolo, parlo di vent’anni fa. In una traccia del mio disco c’è il brano ‘Milestones’. Ora questo pezzo, anche se di Miles Davis, lo ascoltai per la prima volta nella versione di Chet Baker. Da allora m’innamorai di quel suo modo particolare di suonare … sfacciatamente intimista (tendenza all’espressione di intimi moti della sensibilità individuale in forme e tonalità raffinate e discrete n.d.r.). Ho avuto, poi, nel mio percorso di crescita, anche altre influenze perché, come per ogni musicista … durante l’evoluzione vi è bisogno di avere altre ispirazioni, fare riferimento anche ad altri grandi artisti. Questo fa si che si possa arrivare ad ottenere un sound riconoscibile e personale. Nel mio disco, poi, è molto presente anche Freddie Hubbard … un trombettista certamente virtuoso e versatile (Hubbard ha velocemente messo fuori un sound particolare e personale di natura prevalentemente ‘hard bop’ e con forti venature di ‘free jazz’. Hubbard esordisce, da professionista, con il chitarrista Wes Montgomery n.d.r.). Ma il mio amore incondizionato resta per quel Chet Baker, che definisco poesia in persona.» Gennaro Ferraro, dopo anni di studi e registrazioni, andando in giro per l’Italia con vari artisti, ha sentito di essere finalmente pronto a lasciare una traccia del suo essere musicista ed il suo primo album ha immediatamente riscosso quel successo che si auspicava:-taglio2- significative le influenze e contaminazioni blues e swing … un sound fresco, ma al tempo stesso dalle radici ben salde nelle produzioni jazz come dell’amato Chet Baker, Miles Davis, Luis Armstrong e Freddie Hubbard. In ‘It’s Right’, come già detto il primo album di Ferraro, risultano presenti musicisti di spessore: Mario Nappi al pianoforte, Daniela de Mattia alla voce, Corrado Cirillo al contrabbasso e Luca Mignano alla batteria. Il lavoro ha una durata di circa 36 minuti ed è composto da sei brani che rendono omaggio ai suoi eroi ed al sassofonista Benny Golson, oltre che Nash & Weill. Nel cd sono inserite anche due composizioni inedite. Anche Gennaro Ferraro è comunque parte della ‘cantera’ del Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno. I brani del disco sono: Skydive di Freddie Hubbard, brano scelto come apertura del disco perché Hubbard è l’artista a cui più si è ispirato Ferraro negli ultimi anni di studio del jazz; Lullaby, primo brano scritto da Ferraro in cui, pur essendo di media velocità (in ¾), l’autore cerca di esprimere una personalissima ninna nanna, dedicata in primis alla compagna dell’autore: la cantante jazz Daniela de Mattia. Milestones di Miles Davis, un brano che accompagna Ferraro sin dai primi studi dello strumento. nel quale entra la voce della singer de Mattia, durante l’esecuzione del tema e per fondere tromba e voce fornendo un colore diverso al pezzo; I Remember Clifford di Benny Golson, scelto perché riesce a tirare fuori la personalità musicale ed il sound di Ferraro; Theme for Daniela, altro brano composto da Gennaro Ferraro in beguine lenta, come una ballad, dove la melodia e il suono la fanno da padroni. Chiude Speak Low di Nash&Weill, brano scelto come finale perché, sia nelle interazioni ritmiche che melodiche, decreta il punto al percorso del disco, oltre che ad essere stato ascoltato dal musicista durante questo lockdown. Un artista dal quale gli appassionati del jazz si aspettano tanto. A supporto della produzione dell’album, oltre ai musicisti, ci sono Vincenzo Siani per la ‘Trees Music Studio’ (mixing & mastering), Eleonora Ferolla (photos), Carla Biancorrosso (per le graphics).





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