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Gli antenati della TV

di Franco Salerno

Numero 202 - Settembre 2019

Gli antichi seppero usare meglio di noi la comunicazione


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“La televisione influisce sulle nostre scelte politiche anche quando non tratta direttamente di temi politici”. E’ questo il grido di allarme dell’American Economic Review, il quale dimostra che, in Italia, la TV ha svolto un ruolo determinante nell’avvento dei populismi e dei sovranismi attraverso i programmi di intrattenimento e la pubblicità. Le telecomunicazioni sembrano una conquista del Ventesimo Secolo. Eppure, è possibile trovare gli antenati del video già nell’antichità. Del resto, la stessa parola “Televisione” è un termine composto dal vocabolo greco “tele” (“lontano”) e da quello latino “visio” (“visione”). Gli antichi, però, si servirono intelligentemente della telecomunicazione per fini sociali e spesso salvifici. Prendiamo il caso degli arcaici piccioni viaggiatori. La prima notizia che riporta l’impiego dei piccioni la desumiamo dalla Bibbia. -taglio- Noè, infatti, dopo la tremenda avventura del Diluvio Universale, fa volare dall’Arca per tre volte un piccione; al terzo tentativo il volatile ritorna da lui, portando nel becco un ramo d’ulivo, il quale attesta che le terre cominciano a riemergere dalle acque. I testi latini ci tramandano l’utilizzo dei piccioni viaggiatori per informare sull’esito delle battaglie da fronti di guerra lontani. Addirittura lo stesso imperatore Nerone li utilizzava per informare gli amici distanti sui programmi delle competizioni sportive. Ma il vero antenato della TV fu l’uso della viva voce del grande Personaggio che diffondeva live il suo messaggio: “Grande è l’efficacia della viva voce”: scrissero concordi Seneca, Plinio il Giovane e San Girolamo, sottolineando come la trasmissione degli insegnamenti fosse più efficace attraverso la parola che mediante gli scritti. Dio stesso, del resto, nella Bibbia si fa chiamare “la Parola” e come Voce tuonante dall’alto (quasi come proveniente da un immenso “ripetitore televisivo”) si rivolge ai primi uomini e ai Profeti. -taglio2-Attraverso la viva voce, nell’antica Roma, i problemi politici venivano dibattuti in Senato, attraverso essa gli ordini venivano dati ai soldati sul campo di battaglia, attraverso essa circolava il gossip nei bagni pubblici e nei mercati pieni di affaristi e arrampicatori sociali. E gli antichi Romani avevano anche intuito che una notizia, una volta diffusa, poteva essere difficilmente ritrattata o corretta: come succede oggi con le notizie diffuse attraverso la TV. Il poeta latino Orazio scrisse: “La voce, una volta emessa, non può più tornare indietro”. Egli riprendeva un’altra celebre massima di Euripide, che paragonava le parole alle pietre. E davvero come pietre, nel tempo odierno delle falsificazioni mediatiche, spesso sono le parole. Con cui si esaltano le persone. Ma con cui spesso esse vengono travolte da una marea di fango mediatico. Che può causare spesso addirittura la morte.





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