Nuove atmosfere
Con il suo nuovo album “Cortometraggi” la cantautrice ci regala dei piccoli momenti musicali per vedere davanti agli occhi le sue emozioni e sensazioni. Di un viaggio ricco di amore e di speranza
Giusy Ferreri, una delle voci più interessanti del panorama musicale italiano, è tornata recentemente alla ribalta grazie al successo di “Miele”. Il brano, portato in gara al 72° Festival di Sanremo, le ha valso una buonissima accoglienza da parte di pubblico e critica che non solo hanno apprezzato i colori della sua performance sul palco dell’Ariston - arricchita dall’utilizzo di un megafono vintage per trasformare la sua voce e trasportare da subito gli ascoltatori nel mood retrò del brano – ma si sono spesso e volentieri focalizzati su un testo pieno di amore, tra speranze e desideri. Il brano, scritto da Takagi & Ketra, Federica Abbate e Davide Petrella, rappresenta un po’ il simbolo dell’intero album “Cortometraggi” che la cantautrice sta promuovendo in vari appuntamenti in tutta Italia, oltre alle doverose ospitate radiofoniche ed ai bellissimi incontri con i fan. Giusy, torniamo a qualche mese fa ed a quel palco che, oramai, calpesti con grande sicurezza e naturalezza. Tant’è che per la tua esibizione hai sorpreso utilizzando il megafono. Come è nata questa idea? “Beh, ‘Miele’ è una parentesi musicale romantica dal sapore retrò. Quando la canto mi sembra di vivere uno spostamento spazio-temporale, come un magico e dolce viaggio nell’attesa del ritorno di un amore. È stata una scelta artistica mirata, perché è stato concepito che rimandano a un mondo retrò, come se la voce arrivasse dal grammofono. L’utilizzo del megafono nautico è il modo migliore per proporlo, con un suono vintage. Mi piaceva come cornice, stilisticamente. La canzone segue il fil rouge del nuovo album, ‘Cortometraggi’ che rimanda ai cinema, al megafono dei registi: c’è un omaggio a Federico Fellini, sempre per creare una cornice di album versatile, come se fossero tanti film. E volevo così richiamare un mondo felliniano.” Come stai vivendo il successo delle ultime settimane? “Devo dire con grande entusiasmo, immaginare mia figlia che mi segue nei vari momenti di presentazione dei singoli e dell’album e, crescendo, con maggiore consapevolezza di quello che sta accadendo, è molto bello, mi dà la grinta e l’energia necessaria in momenti come questo. È un privilegio quello che noi artisti viviamo ogni volta che saliamo su un palco, andiamo in radio o in tv, perché possiamo presentare il lavoro per cui abbiamo tanto faticato al pubblico, come questo nuovo progetto che per me segna l’inizio di un nuovo capitolo.” Tornando a Sanremo, ti abbiamo anche visto cantare insieme ad Andy dei Bluvertigo “Io vivrò (Senza te)”, celebre brano del 1969 di Lucio Battisti. Come mai questa scelta? “È un brano molto intenso, che ho scelto di cantare perché ritengo sia tra i più belli ed espressivi del repertorio della musica italiana. È una canzone che sento fortemente e l’ho da subito immaginata suonata dai musicisti che mi accompagnano solitamente durante i miei live, contribuendo così alla ricerca del suono con gli arrangiamenti di Enrico Brun. Per questo ho desiderato anche la presenza del Maestro Enrico Melozzi per aggiungere e curarne la giusta fusione tra il suono rock della band e la musica classica orchestrale. Andy è una figura artistica completa, siamo molto amici, abbiamo un grande feeling sul palco come si è visto, con una fusione di suono che sfrutta la sua piattaforma di mellotron, synth e sax, creando una magia sonora ricercata.” Riguardo invece “Cortometraggi”, ci racconti ancora qualcosa di questo nuovo e bellissimo album? “Questo album è stato concepito con una ricerca mirata. Sono legata a diversi pezzi: “Miele” per il suo fascino, la sua magia, ma anche “La forma del tuo cuore” che è un brano introspettivo, “Il diritto di essere felice” scritto da Marco Masini, “Cuore sparso” di Giovanni Caccamo. C’è anche una canzone scritta da Diego Mancino, un omaggio a Federico Fellini. E’ come se fossero tanti piccoli cortometraggi, con sapori e atmosfere differenti, colori, stili, generi e intensità diverse.”