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Giovanna Rei

Ricomincio da me

di Teresa Pugliese

Numero 212 - Luglio-agosto 2020

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L’attrice dal grande fascino e dalla spiccata allegria si racconta tra le strade della sua Napoli in esclusiva ai nostri lettori


Le vie del rione Sanità, la gente per strada che cammina, le bancarelle e i negozietti che si trovano negli angoli e nei vicoletti. Una donna che cammina in mezzo al gioioso frastuono di Napoli: incontriamo così Giovanna Rei, nel bel mezzo di una passeggiata partenopea. All’indomani della fine del lockdown, mentre la città rinasce, -taglio-lei si gode tutto il bello della sua gente. Un’attrice che in oltre venti anni di carriera ha regalato al pubblico ritratti profondi e sinceri di donne forti e appassionate. “La Piovra”, “Elisa di Rivombrosa”, “Il bello delle donne”, queste sono solo alcuni dei progetti che nel tempo l’hanno consacrata al grande pubblico. E così tra un passante e l’atro che affettuosamente la saluta si è raccontata a noi di Albatros Magazine. Che effetto ti fa camminare tra le strade dopo tutti questi mesi? “È meraviglioso, sto apprezzando davvero tanto questa libertà. Ho fatto purtroppo una quarantena un po' dura perché non ero a casa mia. Quando è arrivato il lockdown ero ancora in touneè e mi sono ritrovata qui a Napoli quando casa mia è in realtà a Roma. Mi sono sentita un criceto in gabbia, tra l’altro ero anche da sola. L’unica cosa buona è che non ho potuto litigare con nessuno (ride). In realtà ci siamo ritrovati inaspettatamente tutti sulla stessa barca, lo ha detto anche Papa Francesco. Neanche le telefonate alleviavano la solitudine e quel malessere. Anche perché dopo quell’entusiasmo iniziale piano piano la situazione è diventata pesante, non era più vita vissuta e anche sentire gli altri per telefono non aveva più di tanto un senso. Non c’era più niente da dire perché non c’era molto da fare tranne aspettare.” Questa situazione non ha solo congelato i rapporti personali ma anche quelli professionali. Quanto ha risentito il tuo lavoro? “Tantissimo. La mia tourneè è stata annullata e non si sa quando e se ripartirà. In più tutti i progetti in essere nel cinema sono ancora oggi in bilico. Il problema, come hanno sottolineato anche tanti altri miei colleghi, è soprattutto delle maestranze. L’artista è già abituato a lavorare a periodi alterni, chi sta dietro il palcoscenico no, non possono neanche permetterselo.” Che rapporto hai con Napoli, la tua città? “Mi destreggio e abito tra Roma e Napoli, ma con la mia città ho un rapporto viscerale. Mi emoziono da morire quando sono nelle zone più belle, ad esempio Posillipo, dove ci sono delle case con dei panorami stupendi. Però l’energia e la linfa vitale me la dà la parte storica, dove vive il popolo. Amo le loro espressioni, i modi di dire, i modi di fare. Mi emoziono perché è una città teatrale questa, lo trovi per strada il teatro, ma tutto è fatto in maniera spontanea, naturale. Per me che faccio questo mestiere è uno spettacolo continuo.”-taglio2- Ripercorrendo la tua carriera, hai sempre interpretato ruoli di donne forti, come mai secondo te? “Ho sempre pensato che il personaggio da interpretare andasse inventato di sana pianta, in realtà poi ho capito che non a caso si prendono determinate decisioni e vieni scelta per certi ruoli. Emani quel tipo di energia, con quell’approccio alla vita che fa si che ti vedano adatta a interpretare quel particolare personaggio. Nelle donne che ho portato sullo schermo c’è molto di me.” Il ruolo di Carmela, la protagonista di Anni 50, ti ha consacrato al grande pubblico. Che ricordo hai di quella esperienza con i fratelli Vanzina? “Quel film è stato uno delle prime fiction italiane. Il nostro paese ancora non aveva capito le dinamiche di questo genere di film. Ci domandavamo spesso se potesse piacere a questo tipo di pubblico. Tutti credevano che sarebbe stato un flop. In realtà Anni ‘50 spopolò. Io non potevo camminare per strada, tutti mi chiavano Carmela. Dietro quel film c’è qualcosa di più profondo per me, difficilmente ne parlo, perché preferisco portare allegria al mio pubblico. Quando iniziai a girare avevo da poco perso mia sorella, smisi di parlare per il trauma. Facendo poi scuola di teatro mi sono un po' liberata ed ho capito che questo era il mestiere che volevo fare. Lavorando riuscivo a sfogare tutta l’energia che avevo dentro ed è stato liberatorio. Carmela era proprio mia sorella, grazie a quel personaggio le ho ridato vita. Non avevo bisogno di studiare le battute, perché a me sembrava che parlasse lei.” Questo mestiere ha quindi segnato inevitabilmente anche la tua vita privata... “Assolutamente sì. A volte mi chiedo se sarebbe stato meglio fare un lavoro più tranquillo, avere anche così magari la famiglia che non ho. Il destino lo gestisci fino ad un certo punto, poi prendi delle strade inevitabili, che fanno parte del tuo percorso di vita. Devo molto al mio lavoro che è profondamente psicanalitico secondo me, soprattutto se lo si fa con l’approccio e la maniera giusta. Per poter esprimere delle emozioni bisogna toglierle dal cassetto giusto.” C’è invece un ruolo o un film che hai accettato anche se non molto contenta di quello che andavi a fare? “Cose che non mi piacevano non le ho accettate. Non so se ho sbagliato o no. Questo è un mestiere strano, a volte tutti ti richiedono a volte diventa più complesso. Sono consapevole del fatto che il mio aspetto è molto impattante, spesso perciò mi chiedevano di fare ruoli erotici o basati sulla sensualità. In realtà io ho puntato sempre su altri lati di me, al di là del mio aspetto fisico. Ho rifiutato personaggi importanti. Una volta Tinto Brass mi chiese di fare il provino per Monella, uno dei suoi film più importanti. Diceva che voleva fare un film diverso, in realtà non credo che sia stato proprio così (ride).” Che momento, secondo te, sta passando la fiction italiana oggi? “Sta vivendo un momento bellissimo. Questo perché le serie sono diventate parte integrante della vita della gente. La serialità ti da l’opportunità di entrare in queste vite nelle quali tutti ci rispecchiamo un po'. Questo grazie anche all’influenza del mondo delle fiction americane che hanno fatto da apripista.” Da dove riparte oggi Giovanna? “Sono camaleontica, mi piace cambiare spesso. Stavolta ‘ricomincio da tre’, come diceva Troisi perché tre cose buone le ho fatte e non le voglio perdere. Poi si vedrà.”

Credits & Management The Mac Live www.themaclive.it : @the_mac_live_management

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