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Giovani cineasti

di Paola Ratti

Numero 251 - Giugno 2024

Dal 13 al 16 giugno si terrà a Napoli la 5° edizione del NaNo Film Festival, ne parliamo col suo Direttore Artistico Vincenzo Lamagna


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Ci sono giovani realtà culturali che crescono e si preparano a raccogliere i frutti di tanto impegno e lavoro. È il caso del NaNo Film Festival, dedicato al mondo del cortometraggio (e non solo), la cui 5a edizione si terrà al TAN di Napoli dal 13 al 16 giugno. Noi abbiamo intervistato il direttore artistico Vincenzo Lamagna per farci raccontare questa bella storia di successo.-taglio- Qual è stata l'idea, l'intuizione, che ha portato alla nascita del NaNo Film Festival? «Sentivamo l'esigenza di realizzare un polo artistico sul nostro territorio, che fosse giovane ma ambizioso e che puntasse l'attenzione sugli Autori e sulle Autrici, dando loro il giusto lustro per gli sforzi compiuti nella realizzazione delle proprie opere filmiche. Immedesimarci, per noi, è naturale, in quanto da produttori e in primis io da Autore, non sempre abbiamo trovato realtà che ci hanno gratificato per i nostri sforzi. A volte, addirittura, i nostri film non erano neanche visibili a causa di mezzi di proiezione arrangiati o poco professionali». La manifestazione, nel corso degli anni, è cresciuta: quali sono state le più grandi soddisfazioni per voi? «Siamo giunti alla 5a edizione ed è un traguardo molto importante per noi. Sicuramente i giri di boa sono due: la 3 edizione, poiché i protocolli covid sono cessati e quindi avevamo più possibilità organizzative e quella di quest'anno, che vede una forte apertura verso il mercato internazionale. Abbiamo infatti chiuso due partnership importanti: una con MyAirBridge, colosso del trasferimento file, che è diventato il nostro Official Transfer Partner; in più realizzeremo un Focus Spagna grazie alla splendida collaborazione con Humor en corto, festival spagnolo dedicato alla commedia, con sede ad Arrigorriaga (provincia di Bilbao), dove siamo stati a nostra volta lo scorso dicembre con un Focus Italia. E non dimentichiamo che da quest'anno siamo anche diventati IMDB Qualifying». Cosa ci potete dire di questa edizione che ha per tema "Freak Show"? «Dalla 3a edizione la nostra project manager Gelsomina Prositto ha suggerito di dare ogni anno un tema diverso al Festival. Va sottolineato, però, che non si tratta di un requisito narrativo per i lavori in concorso, bensì un fil rouge argomentativo per i talk e le interviste che caratterizzano il NaNo Film Festival. Insomma, un pretesto per affrontare una tematica importante. -taglio2- Quindi... perché "Freak Show"? Per parlare di inclusività e per spingerci, in maniera provocatoria, verso una disamina del politically correct!» In che cosa consiste il nuovo progetto NanoFilm+? Quanto è importante coinvolgere i più giovani e sensibilizzarli nei confronti delle varie forme artistiche e culturali? «NaNoFilm+ è un contenitore più ampio di tutto ciò che tocca il cinema ma, di fatto, non lo è. È podcast; è workshop; è social. Parlare di cinema, ragionare sul cinema e insegnare il cinema è importante tanto quanto farlo. Entro fine anno dovrebbe essere online la nostra app volta a semplificare questo processo di trasmedialità, rendendo i nostri progetti e i nostri contenuti alla portata di tutti». Quanto è difficile fare cultura e cinema oggi in Italia? «Difficile? È difficilissimo, una sfida continua, una giostra che sale e che scende. Non tutti i progetti che crediamo di realizzare alla fine prendono vita o, comunque, non come vorremmo o nei tempi che credevamo. Il supporto istituzionale è fondamentale al fine di realizzare progetti che tutti possano permettersi di seguire ma sarebbe ancora più bello se gli imprenditori privati comprendessero l'importanza di un investimento in tale direzione, supportando la promozione della cultura, audiovisiva e non». Quali sono i vostri sogni/obiettivi? «Il nostro obiettivo è quello di portare la cultura del cortometraggio ai più, facendolo uscire dai circuiti professionali. Il sogno è portare il brand NaNo ad essere identificativo del corto a livello mondiale, tanto da diventare un festival Oscar Qualifying nei prossimi anni. Riuscirci sarà difficile, ma non impossibile: dobbiamo solo impegnarci ancora e sempre di più per realizzare la nostra mission, ovvero dare dare dignità e visibilità agli autori di cortometraggi».





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