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GIORGIA WURTH

Mille sfumature

di Teresa Pugliese

Numero 193 - Novembre 2018

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L’attrice, scrittrice e regista racconta la sua vita, fatta di continui cambiamenti che le permettono di mettersi in gioco non solo a livello professionale, ma anche nel quotidiano


Giorgia Wurth è una giovane e poliedrica donna che veste i panni dell’artista a trecentosessanta gradi. Metà genovese, metà svizzera ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo nel 1998 come conduttrice sul canale televisivo satellitare Disney Channel. Dal 2003, ai primi mesi del 2008, è una delle signorine buonasera di Rai 3. Nel frattempo intraprende la carriera di attrice, scrive racconti e tiene un suo blog. Il grande successo però arriva al cinema con film come: “Box Office 3D – Il film dei film”, “Maschi contro femmine” e “Femmine contro maschi”, e poi in tv con la serie di “Un medico in famiglia” ma soprattutto con il ruolo di Tessa Taviani, ne “Le tre rose di Eva”, che la consacra vera beniamina del grande pubblico. L’animo di Giorgia è in continuo movimento, non si ferma mai, al cinema ed alla tv accompagna infatti una serie di altre passioni, che coltiva con molto impegno e dedizione. È infatti un affermata scrittrice, pubblica la sua opera prima “Tutto da rifare”, ed il suo secondo libro “L’accarezzatrice” la proietta verso un successo strepitoso ed inatteso. L’occasione di incontrarla ce la fornisce il Festival Leggere e Scrivere di Vibo Valentia, dove l’artista presenta insieme a Sandra Milo il suo film documentario “Salvatrice” dedicato alla mitica diva del cinema italiano che Giorgia ha saputo magistralmente dipingere con delicatezza e maestria regalando l’immagine di una donna eccezionale e affasciante. Interviste e materiali di repertorio, raccontano Salvatrice Elena Greco, in arte Sandra Milo, diva del cinema italiano degli anni Sessanta e musa felliniana per eccellenza.

Sei un artista poliedrica, attrice, presentatrice, scrittrice, ma in realtà cosa vuoi fare da grande? -taglio- “Mi piacerebbe fare un sacco di cose! La scrittura sicuramente non mi abbandonerà mai, infatti ho appena finito di scrivere un nuovo romanzo che speriamo esca a breve. Si tratta di una ‘cosa’ che fa parte proprio di me ed è la più faticosa in assoluto: stare dietro al computer, e arrivare a sera dove magari non hai fatto niente e sei ancora in vestaglia, non è una passeggiata, ma ne sento un inesauribile bisogno. A confronto il set è una sciocchezza. L’attrice fin che me lo fanno fare, continuo a farla. In realtà ora sto conducendo un programma su una Radio svizzera. La mia vita è stata sempre così, io forse non ho una passione così forte, oppure ne ho troppe e quindi devo cercare di appagare un po’ tutto. Sono una gemelli e sento forte il bisogno di cambiare sempre.”

Da scrittrice nel tuo ultimo libro “L’accarezzatrice” hai affrontato un tema molto particolare che è quello della sessualità nel mondo della disabilità. Come mai hai scelto questo argomento così delicato?

“Devo premettere che questo libro non ha nulla di autobiografico, in famiglia non ho nessun caso di disabilità. Come il mio primo libro, però, è nato tutto da un articolo, da un fatto di cronaca che ho letto su un giornale e del quale non avevo mai sentito parlare fino a quel momento. Io sono mezza svizzera, e lì, come in molti paesi del nord Europa, quella dell’assistente sessuale è una figura professionale regolamentata. Così ho iniziato una ricerca molto lunga durata tre anni, tutta fatta all’estero tra l’altro. Di una questione come questa non si parla mai, perché è considerata contro natura e come un fattore negativo, ma se non ne parli non puoi affrontare un argomento simile e se non lo affronti non lo puoi risolvere. Nel mio piccolo ho cercato di fare qualcosa, ho addirittura portato una proposta di legge, che è tutt’ora ferma, ma è per me resta una missione e per questo continuerò a crederci.”

Il tuo ruolo di attrice quanto influenza la tua scrittura?

“È più che altro il contrario: è la scrittura ad influenzare il mio ruolo di attrice, io spesso cambio le battute e mi piace cercare, in base al personaggio che interpreto, nuove parole, nuovi modi di esprimermi e di fare.”

Da poco hai vissuto un’esperienza bellissima che è quella della maternità, com’è stato diventare mamma di due gemelli?

“È stato devastante e travolgente, ma allo stesso tempo ha aumentato tantissimo la mia creatività, anche se dormo molto meno! Ho scritto infatti un nuovo libro, voglio fare un opera prima cinematografica, ed ho elaborato per questo anche il soggetto. Tutto questo lo faccio appena i bambini si addormentano, scrivo, penso, creo, fino a che loro non si svegliano, e allora interrompo. È un mondo a rate, che a volte durano anche pochi minuti. È faticosissimo, ma non potrei mai immaginare la mia vita senza di loro. Poi loro a differenza mia di mattina sono molto di buon umore, vedo il loro sorriso senza dentini e quella è una cosa impagabile, meravigliosa.”

Hai diretto, tra le altre cose, anche un documentario su Sandra Milo “Salvatrice”, presentato alla Festa del cinema di Roma, come è stato lavorare con lei?

“Un privilegio che auguro a tutte le persone di poter provare. Avere a che fare con persone di quella generazione lì, con quel carisma e quella generosità è una fortuna che porterò sempre con me, cercando di tramandare i suoi insegnamenti agli attori futuri.”

Quali saranno ora i tuoi prossimi impegni?

“C’è un nuovo libro in uscita, ho condotto un programma, un talent che si chiama “I Band”, sulle band musicali che andrà in onda su La5 sotto Natale, ho fatto un film e poi ho un sogno che spero si possa avverare e cioè quello di girare la mia opera prima.”

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