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Giordano Petri

di Tommaso Martinelli

Numero 218 - Marzo 2021

Dopo cinque anni e tanti successi tra teatro e tv, l’attore ritorna al cinema con “Credo in un solo padre” di Luca Maria Guardabascio, storia di un antieroe solitario con un sogno. Ed anche i sogni di Giordano continuano uno dopo l’altro a realizzarsi…


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Torna al cinema con un meritato ruolo da protagonista. S’intitola “Credo in un solo padre”, il film che segna quest’atteso ritorno di Giordano Petri. La regia del film, in esclusiva su Chili dallo scorso 8 marzo, è di Luca Maria Guardabascio che ha scritto anche la sceneggiatura con Michele Ferruccio Tuozzo. Per l’occasione, Petri si confessa ad Albatros Magazine.-taglio- Ci racconti il tuo ruolo nel film "Credo in un solo padre"? “Interpreto Gerardo Bianco, un uomo molto complesso che è costretto ad emigrare in Austria dalla provincia campana per garantire un futuro migliore alla propria famiglia. Un ruolo che mi ha permesso di confrontarmi con la parte più profonda della mia emotività. Un uomo che non si sente un eroe, che parte per l’estero con la consapevolezza di dover compiere il proprio dovere nei confronti della famiglia, senza farsi troppe domande. Gerardo è un personaggio che ha poca personalità, non sa prendere decisioni perché succube di un padre padrone contadino, accentratore, violento, egoista. Per rendere al meglio la psicologia del mio personaggio, capirne i pensieri, le paure e le ambizioni è stato fondamentale la presenza e il sostegno di psicologi sul set oltre ovviamente al regista Luca Guardabascio che mi ha dato fiducia e libertà nel raccontarmi lavorando in sottrazione e non in esternazione del sentimento. Insieme ad Anna Marcello, che interpreta mia moglie, abbiamo fatto un grande lavoro di ascolto reciproco e armonizzazione delle nostre sensibilità.” Che effetto ti ha fatto tornare a recitare per il cinema? “Bellissimo e naturale, anche perché faccio questo da tanto tempo anche se ‘mancavo’ dal cinema da un bel po’. Negli ultimi anni ho fatto fiction e teatro. Tornare al cinema è stato un onore per me. Recitare è ciò che più amo. Che sia un ruolo importante o un cameo non importa, l’importante è raggiungere il traguardo a pieni voti. Ed è stato un regalo prezioso tornare al cinema con Credo in un solo Padre di cui ho subito sposato il progetto affascinandomi alla cruda storia raccontata che denuncia il femminicidio e la violenza contro le donne.” Ci sveli qualche aneddoto legato alle riprese? “Con molto piacere! Durante le riprese mi sono occupato di seguire anche gli attori più piccoli come actor coach. In particolare, -taglio2- l'attore che interpreta me da bambino, Alessandro Sorrentino, girava una scena cardine per il film ed io ero così preso ed immedesimato nel vivere la scena che la reazione emotiva più forte l'ho avuta io, scoppiando in lacrime tanto che il regista vedendomi mi dice: "Ma che fai? Non sei tu a dover piangere, ma è lui il bambino, che deve piangere!” Come nasce la tua passione per la recitazione? “Nasce da un istinto ancestrale. Credo che attori si nasce per elezione o maledizione, e recitare diventa con il passare del tempo la più entusiasmante e totalizzante dipendenza. Credo di saperlo da sempre e con gli anni ne ho avuto la certezza, alimentata dai film, dalle biografie, fino a capire che non è una passione ma va di pari passo con la mia vita. Prendere questa via è stata una scelta, non condivisa con la mia famiglia ma che di certo è una scelta che faccio ogni giorno con il sorriso e l’entusiasmo di vivere di ciò e per ciò che amo.” I tuoi punti di riferimento in questo settore? “Sono molto legato al cinema di Antonioni, di Scola, di Germi, di Pasolini, della Nouvelle Vague francese, di quel cinema che affrontava spesso tematiche esistenziali con un rigore, una poesia, una sceneggiatura solida e forte che ancora oggi influenzano tutti i linguaggi del cinema contemporaneo. Tra gli attori Marcello Mastroianni per la sua grande versatilità e di indiscussa bravura regalando sempre quell’immagine di un uomo e interprete colto e sensibile, lontano da divismi, scandali e pettegolezzi di ogni genere.” A livello professionale quale vorresti fosse il tuo prossimo step? “Con il Covid è tutto fermo o in lenta ripresa per cui è difficile fare progetti e considerazioni future. Con Luca Guardabascio, il regista di ‘Credo in un solo Padre’ stiamo valutando la realizzazione di alcuni progetti ma ancora è prematuro parlarne. Intanto mi godo il presente e il viaggio di questo prezioso film cui sono molto legato.”





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