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Gioco di carte

di Maresa Galli

Numero 205 - Dicembre 2019

Inaugurata la Stagione Lirica e di Balletto 2019-20 del Teatro di San Carlo di Napoli con “Pikovaja Dama”


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“La Dama di Picche”, capolavoro di Čajkovskij, in una produzione Staatsoper di Amburgo, viene rappresentata per la prima volta in Italia. Sul podio il direttore musicale del lirico napoletano, Juraj Valčuha; la messa in scena dello spettacolo, ripreso da Stefan Heinrichs, è firmata da Willy Decker, con un taglio cinematografico, drammatico e suggestivo. In occasione della messa in scena, si è tenuto un flash mob per le strade di Napoli che ha visto la partecipazione dei ragazzi coinvolti nei progetti “educational” del Teatro, con gli alunni del liceo Margherita di Savoia, vestiti per l’occasione da carte da gioco, e i Morks, trampolieri in costume. L’opera è ispirata al racconto omonimo di Puškin, “La Dama di picche”. Scritta da Čajkovskij, su libretto e su suggerimento del fratello Modest, proprio in Italia, a Firenze, debuttò il 19 dicembre 1890 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. In Italia è rappresentata nel 1906, al Teatro alla Scala di Milano. “Hermann, il protagonista – afferma Decker – si sente come di vivere in una prigione. Incapace di modificare la sua condizione, stritolato fra una irrealizzabile bramosia di vita e l’odio crescente verso di essa. In questa spaventosa tenebra spirituale il gioco delle carte gli appare come un miraggio, una distorta e seducente promessa. È povero e deve giocarsi il tutto per tutto. -taglio-Non può puntare del danaro e allora punta su se stesso, gioca per la vita o la morte. Hermann diviene, in questo modo, il prototipo per eccellenza dell’essere umano, che gioca il suo destino per la vita e la morte e, alla fine, perde sempre. Lo stesso Čajkovskij vedeva la vita come un outsider. Come omosessuale nella società zarista doveva cancellare amore e sessualità dalla sua esistenza, il desiderio di liberare la sua personalità e quello della felicità rimasero per lui sempre inappagati”. “Ho lavorato sempre con un solo obiettivo, il bene del Teatro di San Carlo, un teatro sempre più aperto alla città” – afferma la sovrintendente Rosanna Purchia, alla sua ultima Stagione sancarliana così come il direttore artistico Paolo Pinamonti. Entusiasta della messinscena il direttore musicale del Lirico, Valčuha: “il più europeo tra i compositori russi – spiega il Maestro. In “Pikovaja Dama” c’è tutta l’anima russa, vi sono anche citazioni folkloriche, intessuta di una scrittura cinematografica ante litteram, dove domina la paura dei vari personaggi. Čajkovskij crea il leit motiv delle tre carte da gioco; il compositore russo non amava Wagner, la sua visione del teatro, ma da lui assorbì l’idea: tre note si ripetono come le tre carte, in un crescendo, con una precisione millimetrica. L’opera è un capolavoro assoluto”. Il Massimo è legato anche al Museo Archeologico di Napoli, come ha spiegato il direttore del MANN, con una serie di iniziative comuni tra le due prestigiose istituzioni culturali -taglio2-e gli stretti rapporti che intercorrono da quattro anni tra il Museo Nazionale e l’Hermitage di San Pietroburgo. Brillante il cast dei cantanti, composto da Misha Didyk e Oleg Dolgov nel ruolo di Herman; Tomas Tomasson, il conte Tomskij, insieme a Maksin Aniskin nei panni del principe Eleckij; Liza ha le voci di Anna Nechaeva e Zoya Tsererina e la Contessa quella di Julia Gertseva. Il Coro è istruito da Gea Garatti Ansini. Lo spazio, disegnato con i bei costumi, da Wolfgang Gussmann, è vuoto, scarno, nero, claustrofobico, con una bara in un angolo, in perfetta interazione con gli attori, seguendone gli stati d’animo. Sulla scena campeggia un ritratto gigante della Contessa, immaginata come la divina Greta Garbo. Stefan Heinrichs ha sottolineato egregiamente lo spirito dell’opera, tragedia moderna in cui quattro personaggi sono messi a confronto con loro stessi e in cui il gioco delle carte appare come “una distorta e seducente promessa di ricchezza e di potere”. Julia Gertseva, che ha incantato il pubblico, racconta: - “anche io provengo da San Pietroburgo come la Contessa, molto potente all’epoca, amica degli zar, e lei arriva come una Zarina, una regina, ed entra in questo teatro reale bellissimo. Al San Carlo sono già stata, è un teatro che dà emozioni stupende e mio marito è napoletano, i miei figli hanno questo sangue napoletano, espressivo che mi emoziona molto!”. Felice taglio del nastro per la Stagione, con un’opera perfetta per l’inaugurazione, ottima prova per Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo.





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