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GIGI DATOME

di Laura Fiore

Numero 245 - Novembre 2023

Il cestista azzurro, dopo anni di competizioni, ha deciso di salutare il mondo del basket lasciando certamente un ricordo bellissimo nel cuore di tutti i tifosi di questo sport


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Quando un atleta professionista decide di ritirarsi, tra tutti i giornalisti e addetti ai lavori inizia la ricerca spasmodica di motivazioni particolari e dietrologie circa un eventuale malcontento e simili, che hanno portato ad abbandonare una carriera da professionista. -taglio- Niente di tutto questo! Infatti dietro l’addio al mondo del basket di Gigi Datome c’è solo la voglia di iniziare un nuovo capitolo della vita, specialmente se si pensa al fatto che questo saluto avviene a 36 anni, un’età che permette ancora a molti professionisti di continuare a giocare a determinati livelli. L’amore tra la pallacanestro e Gigi Datome inizia davvero molto presto, quando prima ancora di iniziare le scuole medie già tirava i suoi primi airball nel campetto della “Santa Croce Olbia” società nella quale ha giocato per tutto il periodo delle giovanili e come lui stesso ci ha raccontato porterà sempre nel cuore. Che la sua passione potesse trasformarsi in qualcosa di più è stato chiaro fin da subito, infatti Gigi debutta in B2 a soli 15 anni e nel 2003 si può dire che ha inizio la sua carriera da professionista grazie al trasferimento alla Montepaschi Siena, società che già all’epoca aveva scritto la storia di questo sport e vantava tra le sue file grandissimi campioni italiani e non. Nel mezzo di questo lungo cammino c’è stata l’NBA, la vittoria del campionato turco, la Nazionale ed il ritorno in Italia, infatti, in questa intervista cercheremo di farci raccontare qualcosa su ognuno di questi momenti salienti della vita da giocatore professionista di Gigi Datome. Possiamo dire che non poteva esserci modo migliore di chiudere la carriera con la conquista dello scudetto lo scorso giugno con il team dell’Olimpia Milano e la conquista del titolo di MVP delle finali, è sembrato quasi un cerchio che si è chiuso in maniera perfetta. Ora, però, siamo curiosi di sapere a cosa si dedicherà questo grande campione… leggete cosa ci ha raccontato in questa intervista esclusiva. Ciao Gigi, è ricominciato il campionato di basket ma stavolta non sei sul parquet a giocare con la tua squadra. Come ti sei sentito dopo aver visto la prima partita di questo nuovo anno sportivo seduto tra il pubblico? “È stato decisamente strano! Dopo tanti anni passati a giocare, dopo aver visto la prima partita dell’Olimpia come ‘ospite’ ho pensato ‘Okay, sta succedendo davvero!’. Questo, però, non significa che io me ne sia pentito, anzi… il fatto di aver avuto tempo libero da impegni sportivi quest’estate è stato a tratti piacevole. Ovviamente ci sono giorni in cui la pallacanestro mi manca, come quando ti lasci con la tua fidanzata; ed altri giorni in cui però penso che era arrivato il momento di mettere la parola fine.” Nonostante la dichiarazione del ritiro lo scorso luglio, non sono mancate le offerte anche per quest’anno… “Sì, in molti mi hanno chiamato dicendomi di ripensarci, che mi avrebbero fatto delle proposte incredibili etc etc… io però se prendo una decisione difficilmente torno indietro. La decisione di ritirarsi non è stata una cosa pensata solo nell’ultimo anno, -taglio2- era già da un po' che immaginavo potesse essere arrivato il momento, per tutta una serie di motivazioni: i problemini fisici, la voglia di dedicare del tempo alla mia compagna e a mia figlia, ed il desiderio di affacciarmi a nuove cose che fossero in qualche modo staccate dal mondo del basket. Avrebbero potuto offrirmi qualsiasi cosa, ma la mia decisione l’avevo già presa!” Sei stato uno dei pochi giocatori ad aver giocato in NBA, qual è il ricordo più bello che ti porti di quel periodo? “L’essere riuscito a giocare in NBA è di base una di quelle cose che racconterò fino a quando avrò la forza di parlare, poiché viene considerato un grande traguardo per tutti coloro che giocano a basket. Era uno dei punti della mia ‘to do list’ e sono contento di averlo spuntato! – ride ndr. Scherzi a parte, l’NBA è un contesto completamente diverso da quello europeo, lì le franchigie sono delle vere e proprie aziende con tutti i pro e contro del caso. Ringrazio quelli che mi hanno inserito in vari progetti durante quegli anni, però ho sempre avuto la consapevolezza che non sarei riuscito a fare la differenza, ma questo non lo dico in maniera negativa, anzi… il grande talento di alcuni miei compagni di squadra era immenso ed io ero semplicemente un giocatore adatto ad un altro contesto. Di quegli anni non dimenticherò mai la telefonata del mio procuratore che mi diceva ‘fai le valige e prendi il passaporto… si va in America’. Ricordo di non aver chiuso occhio dalla gioia!” Poi c’è stata la Turchia, lì sei considerato un vero e proprio idolo… “Credimi se ti dico che non mi aspettavo che potesse essere un’esperienza sportiva e non di così tanto spessore. Il Fenerbahçe avrà per sempre un posto nel mio cuore; sai è difficile da spiegare ma nelle due stagioni trascorse lì si avvertiva che tutti i tasselli erano al posto giusto: eravamo un grande gruppo dentro e fuori dal campo, tutti seguivano l’allenatore, la società ci è stata accanto in tutto e per tutto e poi i tifosi… è risaputo che il tifo turco è incredibile! Ho la pelle d’oca solo a ripensare al boato delle persone quando abbiamo vinto!” Cosa ti ha poi riportato in Italia? “La voglia di ritornare ‘a casa’. Venivo da un lungo periodo che mi aveva portato a girare un bel po', e avevo voglia di ritornare nel mio paese. Così, quando l’Olimpia Milano mi ha chiesto di prendere in considerazione la loro offerta, ho capito che la parte finale della mia carriera stava per arrivare… non mi sarebbe piaciuto finire lontano da casa, e poi terminare con una vittoria è stato ancora meglio!” Quindi adesso cosa ci dobbiamo aspettare da Gigi? “Non ne ho idea! Sicuramente mi vedrete e penserete ‘ma questo che ci fa qui?’ – ride ndr. Mi piacerebbe molto poter continuare il podcast che ho messo su con Melli ‘Afternoon’ avendo più tempo a disposizione vorrei strutturarlo in maniera più professionale, e poi vedremo. Mi godo sicuramente la mia famiglia, farò qualche viaggetto e finalmente potrò concedermi di nuovo i pranzi domenicali infiniti!”





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