Evviva Gianni!
Un nuovo spettacolo itinerante, ancora altre canzoni e come sempre uno stile inconfondibile per l’icona indiscussa della musica italiana, che si racconta a cuore aperto
Gianni Morandi è una delle colonne portanti della musica leggera italiana, con oltre 50 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Ha preso parte come cantante in gara al Festival di Sanremo per sette volte, vincendolo nel 1987 insieme a Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi, e lo ha anche condotto per tre edizioni, nel 2011, 2012 e 2023, quest'ultima insieme ad Amadeus.-taglio- Appassionato podista, Morandi ha corso in dieci maratone, tra le quali quelle di New York (tre volte), Berlino, Londra, Parigi, Milano e Bologna, ed in 41 mezze maratone, tra il 1997 e il 2016. In occasione dei 70 anni della Rai, Gianni Morandi, con "EVVIVA!", conduce un viaggio tra generi, personaggi e temi che hanno fatto la storia della televisione italiana. Il suo è uno spettacolo itinerante, al posto dello studio televisivo, ad accogliere il programma sono diverse città d’Italia. Morandi, nel suo inconfondibile stile, racconta in prima persona questi anni della TV che ha attraversati tutti, passando da giovanissimo spettatore a grande protagonista, sintetizzando nozioni di musica, intrattenimento e racconti personali dei più grandi artisti italiani. Non mancherà qualche accenno canoro di Gianni che, con voce e chitarra, fotograferà la storia dello spettacolo italiano attraverso le sue indimenticabili canzoni. "Evviva" è il programma di Rai Uno dedicato ai 70 anni della TV, con tanti ospiti e filmati d'archivio, un viaggio in diverse città italiane... “È un anno dedicato ai 70 anni della televisione perché nel 1954 i programmi che erano solo radiofonici si ‘tramutarono’ in qualcosa di diverso, entrando in un oggetto che mostrava delle immagini, e che ha creato una vera rivoluzione. Quindi era giusto ricordarli questi 70 anni, che non sono solo della RAI ma proprio della tv nel mondo. Quindi mi è stato proposto di fare questo programma, di condurlo, visto che sono anche testimone oculare di tutto questo (nel 54 aveva 9 anni, ndr), vivendo un po’ tutti questi anni e le loro varie fasi. Ricordo tante cose come tutti quelli della mia generazione, e sia i miei coetanei sia i più giovani mi hanno chiesto se volevo raccontare qualcosa. E sono stato felice di accettare.” La collaborazione con Jovanotti ha evidenziato un Morandi "diverso" nelle interpretazioni delle canzoni, con tanti nuovi successi ed il secondo posto al Festival di Sanremo con “Apri tutte le porte” nel 2022. “La collaborazione con Jovanotti nacque per un mio incidente alla mano. Tre anni fa mi sono bruciato casualmente e sono stato ricoverato all’Ospedale Bufalini di Cesena. Una sera mi chiamò Jovanotti, ci conoscevamo abbastanza ma non tantissimo, andavo a vedere i suoi concerti ma non eravamo così amici come adesso, e mi disse: “So che stai attraversando un periodo brutto, ti mando una canzone, se hai voglia puoi registrarla". Ascoltai la canzone, mi sembrava divertente, incidere una canzone così allegra pensai potesse aiutarmi ad uscire da questo momento di difficoltà, e così l’abbiamo incisa e siamo andati avanti anche con altre cose nel futuro, compreso la partecipazione in gara al Festival di Sanremo.” Riguardo alla tua carriera artistica canora e di attore, qual è il periodo che ricordi particolarmente con piacere? “Ricordo i miei esordi che erano legati ad un periodo sorprendente, divertente, allegro e simpatico del costume italiano. Gli anni ‘60 erano gli anni in cui la gente sorrideva di più e sembrava che il boom ci facesse uscire dalle difficoltà. La gente comprava la 500, i frigoriferi, il mangiadischi. Ricordo le mie prime incisioni, il momento in cui cominciai a sentire la mia voce nei juke-box e alla radio, era un momento particolare, anche perché ero molto giovane, avevo 17 anni...” Negli anni di buio passati, il tuo trasparente ottimismo, la volontà di ricominciare, di crederci, anche tramite l'iscrizione al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, ti hanno aiutato a superare quei momenti difficili. Che ricordi hai? “Tra gli anni ‘72-‘73, gli anni di piombo, gli anni forse più tristi per l’Italia, io mi trovai quasi all’improvviso senza un pubblico, con una musica che stava cambiando, con gli artisti americani che arrivavano dall’estero, con un cambio della canzone proprio. Trovai un po’ di difficoltà, non mi facevano più incidere, sembrava che il mio momento fosse legato soprattutto agli anni ‘60 e che non potessi avere uno sbocco futuro. Avevo la giornata diciamo “libera”, ero una persona che aveva avuto molto, guadagnato soldi, avevo messo qualcosa da parte, però avevo la giornata vuota. Ricordo che qualcuno disse: “Perché non studi? Anche per imparare la musica?”. -taglio2- Così mi iscrissi alla classe di contrabasso del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, è stato un bellissimo momento, ho frequentato per sette anni, non sono diventato un musicista però ho respirato un’aria che mi ha fatto bene, mi ha fatto passare anche le giornate. Ho studiato e ho capito tante cose.” Quale musica ascolti nel tempo libero, quali sono i tuoi artisti preferiti? “Ascolto un po’ di tutto: musica classica, operistica e anche pop e rock naturalmente. In generale mi piace la musica che ha dentro qualcosa, che abbia secondo me della qualità, che non sia troppo banale, mi piacciono quelli che inventano qualcosa di nuovo. Sono un grande fan di Battisti, perché ha dato una grande svolta alla canzone italiana, così come De André, Modugno, diedero poi proprio una svolta definitiva. Ascolto un po’ di tutto, sono un grande fan di Battiato, secondo me un’artista geniale, straordinario che ha saputo fare di tutto dalla musica di ricerca a musica sperimentale, fino a diventare un grande artista anche pop, quindi ha lasciato delle grandi canzoni. Poi i miei preferiti sono tanti, non posso dimenticare Lucio Dalla che è stato un grandissimo, come Battisti. Mi piacciono anche i grandi interpreti che con il loro timbro vocale riescono a cantare veramente con una particolarità e con una grande personalità come ad esempio Renato Zero, un grandissimo interprete, o Celentano… ne abbiamo tanti in Italia.” Continuando con una parentesi sulle tue passioni, parliamo di calcio. Come lo hai visto questo Campionato? “Riguardo al Bologna, abbiamo avuto un’annata straordinaria. Erano 60 anni che non andavamo in Champions League, chiaro che siamo molto felici, stiamo vivendo un momento particolare, la città sembra allegra, è tutta rossoblù! Essere ai gironi di Champions significa avere almeno quattro partite da giocare in casa e fuori, quindi cercheremo di divertirci il più possibile, perché andare avanti non è così facile... Poi in generale è stato un anno strano, ad esempio il Napoli certamente ha deluso, anche se è sempre difficile ripetersi. Ora però con Conte come nuovo allenatore si può rivitalizzare tutto l’ambiente, anche perché lì ci sono milioni di tifosi nel mondo che non aspettano di poter rinascere con il nuovo Mister al comando.” Tornando infine alla musica, è previsto un nuovo tour? “Sto cercando delle nuove canzoni. Ho ascoltato Jovanotti ma anche altri artisti, altri autori. Non ho un tour già previsto, ma l'anno prossimo mi piacerebbe realizzarlo magari con una grande orchestra di trenta quaranta musicisti. È una cosa che volevo sempre fare e non ho mai fatto, forse è arrivato il momento...”