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Le mie nuove vibrazioni

Le mie nuove vibrazioni

di Teresa Pugliese

Numero 221 - Giugno 2021

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“E vissero feriti e contenti” è il nuovo album con cui il “camaleontico” artista ha nuovamente cambiato pelle. Sempre proponendo una musica di ricerca ed emozione


Sì, è davvero il suo momento perfetto. Ghemon, al secolo Gianluca Picariello, sta vivendo il suo periodo d’oro, sia sotto il profilo musicale che personale, e questo si sente, in ogni nota della sua musica. Lo abbiamo visto sul palco del Festival di Sanremo, nuovo look e sound più maturo e personale. “E vissero feriti e contenti” è il suo album uscito il 19 marzo che arriva a meno di un anno dal precedente album. Questo lavoro segna l’inizio di una nuova fase del percorso musicale dell’artista, il quale esprime la sua voglia di vivere al meglio il presente e aprirsi alla vita, in tutte le sue sfaccettature. La sua è una musica capace di mescolare insieme al sound italiano pop e funk rimanendo sempre fedele a se stessa, dallo stile inconfondibile. Noi lo abbiamo incontrato per parlare di questo sua nuova rinascita personale e artistica. “E vissero feriti e contenti” è il tuo nuovo lavoro che hai lanciato qualche mese fa, come nasce? “Questo è il mio settimo album. Il titolo è un augurio che io faccio a tutti, nel senso che speriamo di poter dire la stessa cosa nel momento in cui questa pandemia sarà finita. Saremo feriti e felici di averlo sorpassato. È un disco che ho scritto con tanta voglia, un lavoro di squadra fatto in un anno di grandi solitudini. Sono fiero e felice di aver lavorato con il questo team.” Un momento perfetto, un cambio di stile il tuo anche nel look. Come mai? “Mi sento particolarmente in forze. Credo di essere arrivato a un punto della mia strada dove il dentro e il fuori corrispondono. Volevo essere più naturale e mi sento più naturale, vedo nello specchio la persona che pensavo di essere anche prima probabilmente. Di questo sono felice. Diciamo che sto bene adesso in mia compagnia.” In questi quindi anni quanto sei cambiando artisticamente? “Il mio obiettivo è sempre stato dire qualcosa di nuovo, prima nel rap italiano e poi in generale nella musica italiana. Probabilmente è una cosa che ho nella mia indole, lo facevo anche a scuola, e questo mi faceva diventare un solitario. In realtà penso di essermi sempre distinto perché trovo che la cosa migliore che io possa fare è essere me stesso, far riconoscere la mia voce.” Ti saresti mai aspettato di fare ben due volte Sanremo? “Diciamo che ho partecipato in due momenti diversi della mia vita, anche artisticamente parlando. Un Sanremo lo avrei sperato, due così no. Portare il mondo musicale di “Rose Viola” due anni fa e quello de “Momento perfetto” per me è qualcosa di insperato. Dieci anni fa non lo avrei mai immaginato, soprattutto di fare questa specie di azzardo, fatto però con grande convinzione ed orgoglio per aggiungere qualcosa al panorama della musica italiana. Sono proprio felice di questo a dire il vero.” Momento perfetto ha un mondo un po' gospel e soul, suoni che piacciono molto all’estero. Questi nuovi suoni potrebbero essere una porta per uscire fuori dall’Italia? “Me lo auguro di tutto cuore. È qualcosa che ho sperato da sempre, molti sono i miei coetanei in giro per l’Europa e oltreoceano. Volevo che però questo sound non sembrasse una scopiazzatura fatta da qualcun altro ma che si capissero le spezie che avrei voluto mettere in questa mia ricetta personale. Momento perfetto è la sintesi della musica che io ascolto, mi sono immaginato un mio disegno sulla base dei sound che io amo. Ho sempre lavorato sull’italiano che non sempre è ritmico al punto giusto e dargli melodia e ritmo potrebbe essere qualcosa di apprezzato all’estero. Spero di portare “Momento Perfetto” fuori dai confini italiani.” Il videoclip di “Momento perfetto” è ambientato in questo black bar scatenato e con la partecipazione speciale dei Blues Brothers. L’idea è tua? “Il video è un tributo ai Blues Brothers, un tributo alla scena in cui Aretha Franklin cantava ‘Think’. Abbiamo solo riprodotto quella scena che mi mette una grandissima allegria e gioia. Volevo riproporre nel video questo sentimento tributando il giusto merito a questi grandi artisti e a questo film cult. È stato difficile produrre un video del genere in un momento così difficile, abbiamo rispettato tutte le regole anti Covid e alla fine penso che il risultato sia stato buono". Che momento della tua artistica è questo per te? “Questo per me è un momento positivo e di grande consapevolezza. Sono al mio settimo disco, ho visto molta acqua scorrere sotto i ponti, mi conosco di più e questo ultimo anno mi è servito per lavorare anche di più, sono nati due dischi in questo periodo. Soprattutto però sono riuscito a guardarmi dentro come uomo, mi sono reso conto delle cose belle che ho nella mia vita di tutti i giorni, musica compresa. Ho uno stato di forma mentale e fisica di cui sono contento e soddisfatto. È anche frutto delle ferite precedenti questa cosa, perché si impara tanto dalle esperienze anche quelle brutte.” Il soul è un genere in grande crescita, merito anche tuo probabilmente. È il momento perfetto per il soul italiano questo? “Ci sono molti artisti giovani che oggi io stimo, mi viene in mente Davide Shorty o Wrongonyou. Sono felice di essere stato un esempio per loro e di aver aperto le porte a questo mondo musicale. Del resto conta ma non conta perché a me diverte. È un genere talmente tanto dinamico e grazie allo streaming si sta diffondendo sempre di più. Non so se è un genere che può sostituire la trap ma è vivissimo, in fermento. Arrivato a 39 anni se dovessi ripensare al tuo momento invece più difficile della tua vita? “Ci sono sempre dei momenti difficili nella vita a livello personale e lavorativo. Fortunatamente ci si rialza continuando a fare quello che ti piace fare. Non vorrei usare frasi fatte ma effettivamente un vincente è un perdente che non ha mia mollato. Crederci sempre è quello che ti fa andare avanti davvero. La depressione è sicuramente il momento più brutto che io abbia mai vissuto. Ma ho anche lavorato molto su me stesso e grazie alle persone che mi hanno aiutato ne sono uscito fuori nel migliore dei modi. Oggi sono una persona felice. Vorrei poter dire a tutti che la gioia si può ritrovare e che le cose brutte possiamo mettercele facilmente alle spalle.”

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