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FILIPPO TORTU

di Maria Paola Di Palma

Numero 257 - Febbraio 2025

Questo 2025 sarà un anno molto importante per il giovane velocista italiano, che archiviate le Olimpiadi Parigi è pronto a tornare in pista


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Filippo Tortu, certamente conoscerete questo nome poiché è uno degli sportivi azzurri che hanno fatto la storia dell’atletica. Non è poi passato così tanto tempo da quel 22 giugno 2018, quando in occasione del Meeting de Atletismo Madrid, diventa, a vent'anni appena compiuti, il primatista italiano dei 100 metri piani con il tempo di 9"99,-taglio- battendo il 10"01 di Pietro Mennea che resisteva dal 1979 e divenendo il primo italiano della storia capace di scendere sotto i 10" sulla distanza, 134º al mondo a superare questa barriera. Adesso Filippo di anni ne ha 26 e sembra una persona completamente nuova, infatti, in questa intervista ci racconterà di come è cambiato il suo approccio a questo sport che, proprio come dice lui stesso, è fatto di gioie e dolori. Lo scorso anno, agli Europei casalinghi di Roma, Filippo si è aggiudicato la medaglia d'argento nei 200 metri piani, mentre sale sul gradino più alto del podio nella staffetta 4x100 metri piani insieme ai connazionali Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Matteo Melluzzo. In questo periodo ha ricominciato gli allenamenti e noi di Albatros l’abbiamo incontrato in esclusiva per farci raccontare quali sono gli obiettivi per la prossima stagione sportiva. Il 2024 è stato un anno molto particolare per te dal punto di vista sportivo, quali sono i propositi per questo nuovo anno? “Il 2024 è stato un anno davvero molto intenso fisicamente, ed è inutile girarci intorno, le Olimpiadi sono state un momento complicato e bellissimo allo stesso tempo. È ovvio che la delusione per non essere riuscito a vincere una medaglia c’è, ma so comunque l’incredibile impegno che ho messo nell’affrontare tutta la preparazione ed ogni singola gara. Purtroppo lo sport è anche questo: si vince e si perde, l’importante è saper affrontare le due situazioni quindi i miei propositi per il 2025 non sono nuovi, semplicemente spero e voglio continuare a lavorare così come ho fatto cercando di migliorarmi e soprattutto di divertirmi anche, quando viene a mancare il divertimento credo diventi tutto troppo difficile.” A proposito di questo, hai avuto mai difficoltà a gestire le aspettative ed in generale la pressione che spesso voi atleti professionisti dovete affrontare da tutto quello che vi circonda? “Assolutamente sì! Però sono stato subito in grado di chiedere aiuto e quindi affidarmi a persone specializzate in questo. La figura del mental coach viene ancora troppo sottovalutata in alcuni contesti sportivi, anche perché non dipende tutto solo dal carattere dell’atleta, spesso anche le persone molto sicure di loro stesse possono vacillare perché i media, il pubblico, gli altri atleti, possono essere davvero ‘cattivi’. Io stesso, sono un ragazzo molto sereno, non mi lascio influenzare facilmente dalle opinioni altrui, però c’è stato un frangente durante il quale in molti mi dicevano che ero stato una meteora dell’atletica, che non sarei mai tornato ad essere un vincente, che non potevo più raggiungere certi livelli e puoi immaginare che ad un certo punto per quanto vuoi ignorare ti pesa. Lì vedi la forza di un’atleta, ed io penso di essere stato bravo a scrollarmi di dosso tutte queste dicerie.” Quindi in che modo sei cambiato come atleta?-taglio2- “Nonostante io abbia 26 anni, diciamo che per essere un velocista non sono proprio di primo pelo! Dal punto di vista fisico inizio già a rendermi conto di come il mio corpo sta cambiando nella gestione degli allenamenti e dello sforzo fisico. Prima riuscivo a recuperare in tempi molto più brevi, adesso al contrario devo calibrare diversamente le mie energie per cercare di evitare qualsiasi infortunio anche se gli acciacchi iniziano a farsi sentire! – ride ndr. Per quanto riguarda il punto di vista personale, mi sento molto più consapevole dei miei mezzi e credo sia un vero e proprio valore aggiunto alle mie prestazioni sportive; cioè quando sai cosa puoi chiedere al tuo corpo e come fare una determinata cosa diventa tutto più semplice.” Hai iniziato a praticare questo sport da giovanissimo, com’è organizzato l’anno sportivo di un atleta professionista? “Sì, ho iniziato molto presto e per farti capire la dedizione e l’impegno mi basta dirti che era da 8 anni che non mi venivano concesse due settimane di vacanza! A parte questo, gli allenamenti iniziano nel mese di ottobre e durano fino a maggio, questi mesi sono quelli dedicati anche ad una sorta di programmazione degli obiettivi personali e del team. Da maggio in poi inizia la vera e propria stagione sportiva, quindi sei in giro per i vari palazzetti e quando non gareggi sei comunque sempre focalizzato sulla gara. Dopodiché a settembre si va in vacanza, come dicevo quest’anno ho avuto ben due settimane durante le quali la prima non ho fatto assolutamente nulla se non divertirmi e trascorrere del tempo in famiglia e con gli amici di sempre e poi la seconda ho ricominciato un attimo a muovermi per non arrivare completamente distrutto agli allenamenti.” In più di un’occasione ti sei definito un giovane atipico… “Sì – ride ndr. – perché diciamo che ho dei gusti o magari faccio delle cose che non sono molto ‘usuali’ tra quelli della mia età. Ad esempio, forse una su tutte è la passione per i vinili e per la musica blues degli anni ’30 – ’40, spesso con mio padre abbiamo trascorso serate intere ad ascoltare i nostri vinili preferiti. Poi, sono una persona molto abitudinaria quindi anche banalmente nella scelta di abiti, vacanze, posti da frequentare etc etc non seguo quelle che possono essere le mode del momento. Ovviamente ci sono anche molte altre cose che invece appartengono alla mia generazione, non sono un alieno!” Come ti immagini tra vent’anni? “Come mio padre! Ci assomigliamo molto! Scherzi a parte, non so che direzione prenderà la mia vita, ma sono certo che cercherò sempre di restare coinvolto nel mondo dell’atletica essendo parte integrante della mia quotidianità. In qualsiasi situazione mi troverò spero solo di essere felice!”





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