logo-coverstory

FEDERICO SANTAITI

Volevo un gatto nero

di Teresa Pugliese

Numero 205 - Dicembre 2019

albatros-federico-santaiti

La sua passione è nata quasi per caso e grazie alla sua amica a quattro zampe, ha raggiunto migliaia di followers


Se è vero che il cane è il migliore amico dell’uomo, cosa può essere un gatto? Per Federico Santaiti sicuramente è qualcosa di più. Il Pet Influencer più conosciuto dal web debutta con il suo primo libro: “Fatti i gatti tuoi”. Sette capitoli come le sette vite dei gatti, dove Federico racconta la sua personale storia e il suo amore per questi animali, soprattutto dopo l'incontro con l'inseparabile gatta Blacky. Scorci di vita quotidiana si intrecciano con le tematiche che la webstar affronta nei suoi video come la convivenza con il gatto illustrata in modo ironico e leggero sino ai racconti e le leggende legate ai propri felini, tra storia, superstizione, cultura e luoghi. Ma Federico è tanto altro, infatti la sua prima attività è quella di videomaker ha diretto i videoclip di Shade, Benji e Fede e Gionny Scandal. In questa intervista si racconta a cuore aperto nella sua nuova veste da scrittore.

Come e quando è in iniziata la tua passione per i gatti?

“È una passione che è nata nel momento in cui una gattina ha deciso di entrare fisicamente e sentimentalmente nella mia vita. Se mi avessero chiesto qualche tempo fa se preferissi i cani o i gatti avrei sicuramente risposto: i cani. Da quando ho quattro gatti invece è cambiato tutto. È stato un amore a prima vista che ha sconvolto letteralmente la mia vita, sia in casa che nel lavoro.”-taglio-

Hai fatto diventare questa passione un tratto distintivo dei tuoi social. Come nasce l’idea?

“È stato tutto molto veloce, questo è un personaggio nato per gioco e non era stato scritto a tavolino, non era premeditato. È stata un piacevole conseguenza data dal successo dei primi video che ho pubblicato sui gatti. Era più o meno il 2016, era gennaio, quando un po' annoiato, ed avendo sempre la telecamera a portata di mano, ho deciso di rimuovere i quadri sulla parete bianca di casa mia e girare il primo video che si intitolava: ‘Avere un gatto significa...’, ed è partito tutto da lì. Mi è venuta questa idea perché parlando con i miei parenti, i miei amici che hanno gatti, ci siamo ritrovati tutti a ripetere le stesse cose, perché se è vero che ogni gatto è unico, è anche vero che fatto tutti la stessa cosa, compresi i dispetti. In un girno questo video ha superato il milione di visualizzazioni su Facebook.”

Come è arrivato allora questo libro, “Fatti i gatti tuoi”?

“Nel momento in cui la mia pagina ha iniziato ad avere un grosso numero di seguaci, mi erano già arrivate delle richieste da alcune case editrici che mi chiedevano di realizzare un libro, io ho sempre rifiutato perché non credevo fosse il momento giusto. A febbraio di questo anno, quando poi ho accettato, ho realizzato questo piccolo prodotto: che non è una biografia o un autobiografia, ma è un qualcosa che parla di me, ma in modo trasversale e che ha come soggetto principale il gatto e i suoi comportamenti.”

Come hai affrontato, avendo un gatto nero, l’idea superstiziosa legata a quest’animale?

“Non sono mai stato molto superstizioso, ma molto curioso. Per questo motivo sono andato ad informarmi sul perché ci fosse questa credenza sul gatto nero, che è poi una cosa tutta italiana e di una parte del mondo. Da lì ho avuto modo di leggere e scoprire diverse storie. Per esempio, in Giappone esistono altre storie, altre leggende, lì il gatto è un portafortuna. È un lavoro di ricerca che è venuto da sé e che mi ha permesso di scoprire un’infinità di cose sul mondo dei gatti.”

Tempo fa ilo tuo profilo Instagram è stato hakerato, questo social ti ha portato tanta fortuna ma nello stesso tempo forse tanta invidia, diciamo così. Cosa pensi del fenomeno degli haters?

“Fortunatamente credo di essere fortunato, perché non ho tantissimi haters, anzi, in realtà quelle poche volte che ho ricevuto delle critiche mi erano state fatte perché non avevo risposto a dei commenti. Credo che questo sia legato al fatto che si tratta di un fenomeno legato molto al bullismo, ed è molto giovanile, io per esempio statisticamente su Facebook ho un pubblico molto adulto quindi per fortuna non mi ritrovo a dover leggere cose eccessivamente spiacevoli che riguardano me e quello che faccio.”

ads-publicità


Booking.com

Booking.com