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Eve Hewson

Vera e Ipnotica

di Laura Fiore

Numero 223 - Settembre 2021

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È stato un vero e proprio colpo di fulmine quello dell’attrice irlandese con il pubblico italiano, che ha stregato interpretando Adele in “Dietro ai suoi occhi”


Eve Hewson: se non avete ancora sentito questo nome è il caso di fare una ricerca su Google e scoprirete così che si tratta del nuovo volto del cinema internazionale. Occhi di ghiaccio che mettono quasi un po' di soggezione, labbra carnose e capelli nero corvino, fanno della giovane Hewson una bellezza fuori dagli schemi canonici cui siamo abituati; ma ciò che colpisce di lei è certamente la sua bravura e professionalità, caratteristiche che le permettono di passare da un ruolo all’altro senza attaccarsi addosso nessuna etichetta. Eve Hewson nasce nel 1991, seconda dei quattro figli del cantante Bono Vox e della produttrice cinematografica Ali Hewson, ha studiato al St. Andrew College di Dublino e successivamente ha frequentato la New York University. La prima volta che il mondo ha conosciuto Eve è stata nel 2002, durante un concerto del padre “U2 Go Home - Live from Slane Castle Ireland”, appena salita sul palco il pubblico è andato letteralmente in delirio per quella che all’epoca era solo una bambina. Nel 2005, invece, la Hewson debutta come attrice recitando a fianco di sua sorella maggiore Jordan in un cortometraggio di Erica Dunton dal titolo “Lost and Found” e successivamente, nel 2008, prende parte ad un cortometraggio di Jon Seidemann dal titolo “Jorma's blind date”. Per l’attrice irlandese non c’è stato un vero e proprio trampolino di lancio, infatti, anno dopo anno, ruolo dopo ruolo la Hewson è riuscita a farsi spazio all’interno del mondo del cinema dimostrando a tutti di cosa fosse capace. L’ultima pellicola cui ha preso parte Eve Hewson è stata “Dietro ai suoi occhi” miniserie distribuita da Netflix che le ha permesso di essere conosciuta anche dal pubblico italiano, che fin da subito l’ha amata. Partiamo subito dal tuo ultimo ruolo, Adele, una delle protagoniste della miniserie Netflix “Dietro ai suoi occhi”: cosa hai pensato quando ti è stata proposta la parte? “Ho pensato ‘Mi piace!’. Diciamo che l’idea di questa serie mi ha intrigata fin da subito, già dopo la prima lettura ho pensato che la storia fosse interessante perché diversa dalle ultime produzioni; e poi il ruolo di Adele ha rappresentato una sfida personale con me stessa poiché non è semplice interpretare una donna con un carattere del genere. Adele è una donna che si sente ferita, intrappolata e che convive con i suoi fantasmi del passato, tutto il suo vissuto la perseguita e nonostante all’apparenza possa sembrare una donna perfetta e una compagna ideale fa fatica a dimenticare quello che ha vissuto… se non è questa una sfida!” Nel personaggio di Adele quanto c’è invece di Eve? “Beh, l’unica cosa che ho potuto fare interpretando questo ruolo è mettere a disposizione la mia professionalità. Per fortuna, non ho mai vissuto nessuna situazione che potesse anche solo minimamente avvicinarsi alla storia di Adele, però ho cercato di scavare a fondo dentro me stessa per provare a tirar fuori quelle sensazioni provate da Adele da situazioni totalmente diverse da quelle che poi ho girato sul set. Sono molto contenta ed orgogliosa del risultato finale, anche se devo dire grazie al regista Steve Lightfoot, il quale mi ha diretto in modo egregio permettendomi di capire in che modo interpretare Adele e quale fosse la sua intenzione ed idea finale.” Ti aspettavi di avere così tanto successo in Italia? “Assolutamente no! E sono felicissima del fatto che anche il pubblico italiano abbia potuto apprezzare ‘Dietro ai suoi occhi’. Nel giro di pochi giorni dall’uscita, la serie è apparsa subito nella top ten di Netflix ed anche le recensioni da parte degli addetti ai lavori sono state positive.” Una delle cose positive delle piattaforme streaming è proprio il fatto di riuscire ad arrivare a tantissime persone in poco tempo, cosa ne pensi di questa ‘rivoluzione cinematografica’? “Credo fosse inevitabile, poiché il mondo del cinema così come l’arte in generale, deve evolversi e rispecchiare quelli che sono i tempi ed i contesti nei quali le persone si trovano. Il fatto di riuscire ad arrivare ad un numero di persone enorme in così poco tempo, per me è una cosa incredibile! Non riesco a condannare questo cambiamento, è vero il cinema è il cinema, ma ciò non significa che le produzioni originali di queste piattaforme non siano di livello. E poi, se non ci fosse stata questa realtà streaming durante il periodo pandemia le conseguenze per il mondo del cinema e dello spettacolo sarebbero state peggiori sia per gli addetti ai lavori sia per il pubblico.” A proposito della pandemia, dove e come hai trascorso il periodo del lockdown? “Devo ammettere che all’inizio tutte le notizie che circolavano mi hanno spaventata; più si iniziava a saperne di più circa il Covid-19, più mi rendevo conto che quello che stavo vivendo sarebbe stato un periodo particolare che avrebbe messo a dura prova tutti noi. Durante il lockdown ho trascorso molto tempo in famiglia, mi sono dedicata come tutti a cucinare, fare sport in casa e consumare divano e televisione! Mi reputo davvero fortunata perché nessuno della mia famiglia ha contratto il covid, ma immagino quanto sia stato difficile per le persone che hanno dovuto combattere in prima linea contro questo nemico comune, spero che tutto si possa risolvere prima possibile e ci permetta di ritornare finalmente alla normalità.” Passiamo ad un argomento più leggero, quali saranno i tuoi prossimi impegni? “Al momento sto preparando un altro ruolo ‘particolare’, purtroppo non posso anticipare nulla, ma sicuramente mi rivedrete molto presto sugli schermi, che siano di casa vostra o quelli di un cinema. Inoltre, collaborerò con mia madre a due progetti nel campo della moda - Ali Hewson è fondatrice di due brand di moda etica, EDUN e Nude Skincare ndr. – faremo degli shooting diversi dal solito e faremo uscire una nuova campagna.” Hai da pochissimo compiuto trent’anni, se dovessi fare un piccolo bilancio della tua vita professionale e non fino a questo momento, sapresti dire a che punto sei? “In generale io mi sento sempre al punto di partenza perché nella vita non si finisce mai di imparare; aver compiuto trent’anni mi ha fatto capire che sono entrata a far parte del mondo degli adulti, è come se di colpo cambiasse la prospettiva d’osservazione circa tutte le cose della propria vita… mi sento come se di colpo avessi aperto gli occhi e capito che ora si fa sul serio!”

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