A Lecce la personale “I luoghi dei rimorsi” del celebre artista Massimo Marangio, da sempre attento alle problematiche sociali
Si è appena conclusa “I luoghi dei rimorsi”, la mostra di Massimo Marangio alla Fondazione Palmieri, nella Chiesa di San Sebastiano di Lecce. -taglio- La sua personale di pittura, curata da Grazia Colaianni, si ispira al saggio “La terra del rimorso” di Ernesto De Martino sul tarantismo, sulla sua impronta magica e sui suoi rituali di guarigione possibili grazie alla catarsi mediante la musica e la danza. Nato a San Pietro Vernotico (Brindisi) nel ‘61, Massimo Marangio sin da bambino ammira gli artisti madonnari, le loro opere realizzate in occasione delle feste sacre. L’artista disegna con il carbone e con le scaglie di pietra. La sua tecnica pittorica, che adopera ossidato di bitume ed il bitume delle cave di Albania, ha riscosso grande successo. Affascinato dai miti greci, ne porta l’eco, assieme alle storie e alle culture del Mediterraneo, nella sua arte. Marangio ha condotto i suoi studi artistici all’Accademia di Belle Arti di Lecce presso la Scuola di Alfonso Siano, ha insegnato nel Liceo Artistico di Busto Arsizio, in quello di Campobasso, nell’Istituto d’Arte di Poggiardo e dal 2010 è docente al Liceo Artistico “Ciardo Pellegrino” di Lecce. Dal 1982 ha esposto le sue opere sia in mostre collettive e personali, in numerose gallerie in tutta Italia ed è autore di molte performance pittoriche estemporanee alla presenza del pubblico. Custode delle tradizioni salentine e della sapienza del passato, le trasmette ai suoi allievi assieme ad una visione totale dell’arte che ingloba musica, storia, ricerca antropologica ed etnologica, l’amore per le sue radici, il pensiero critico. Di grande successo le sue personali, come “Voci nel vento”, come “Porrajmos”, mostra di Marangio, Maria Carmela Arsieni e Carmelo Tau, sull’olocausto dei popoli Sinti e Rom, i “Dieci pensieri su Pasolini”, opere che rivelano il rapporto del padre contadino con il cinema impegnato. Successivamente ha accostato alla figura del poeta friulano quella di Mimmo Modugno in un’altra mostra che parlava del film “Che cosa sono le nuvole”. -taglio2- Dal 2015 si tiene in Puglia il concorso internazionale di danza dedicato a Mister Volare e, su richiesta dell’associazione Modugno di S. Pietro Vernotico, Marangio cura un premio speciale da assegnare al concorrente più bravo. La scorsa estate ha realizzato una personale per sensibilizzare “Sul confine liquido della terra”. Presso la Fondazione Palmieri a Lecce l’artista ha presentato sue opere dedicate all’immigrazione, raccontando i viaggi della disperazione, i naufragi, gli approdi di fortuna, con toccanti immagini di bambini. “I luoghi dei rimorsi” riportano ad un tema caro a Marangio, più volte indagato dalla sua arte. L’artista raffigura volti di donne, contadine “tarantate” avvolte in bianchi camici, pronte per il rituale liberatorio. Tanti volti che prendono vita nel racconto visivo che esalta, attraverso il cromatismo, l’ocra e i colori della terra, con i suoi frutti, il rosso acceso delle passioni, nelle campagne e nelle case contadine delle province di Lecce, Brindisi e Taranto. Con una tecnica straordinaria, che plasma vari materiali come pannelli di legno, vecchie ante alle quali dona nuova vita, Marangio imprime il suo tratto unico e riconoscibile alle sue emozionanti opere. Anche quest’anno ha partecipato a “Cortili aperti. Cunti e Sapori”, manifestazione di storia, arte, musica e teatro di Martano (Lecce), con un’opera per la Palestina, che il Comune acquisirà per la Sala consiliare. Come sempre, arte per il sociale, con la visione di un Maestro.