Un’estate ricca di impegni musicali e teatrali per Gianni Lamagna che punta sempre sulla qualità
Gianni Lamagna, cantante, musicista, attore, studioso di vocalità e grande, raffinato interprete e autore, vanta quarant’anni di carriera ed ha mille progetti in cantiere. Lei ha concluso, con lo spettacolo #Suitenapoletana2, il Positano Teatro Festival per la direzione artistica di Antonella Morea con il gruppo “Paese Mio Bello”… -taglio- “Si, è stato un bellissimo concerto del “Positano Teatro Festival di Gerardo D’Andrea. Premio Annibale Ruccello” con “Paese Mio Bello”, composto dal sottoscritto, da Lello Giulivo, Anna Spagnuolo e Patrizia Spinosi. Ci hanno accompagnati alle chitarre Michele Boné e Paolo Propoli. Il nome “Paese Mio Bello” deriva da una raccolta di canzoni popolari registrate da immigrati italiani negli Stati Uniti d’America tra il 1911 e il 1939. È un concerto a quattro voci ma anche il titolo del prossimo album che uscirà a breve. Mentre nel concerto precedente, “Paese Mio Bello. L’Italia che cantava e canta”, c’erano tante canzoni degli anni ’40 e ’50, tradizione colta e popolare, nel nuovo spettacolo proponiamo la storia della canzone napoletana d’autore, con villanelle, opera buffa e brani originali di mia composizione. Si tratta di tre/quattro secoli di musica di grandi autori.” Quando nasce il sodalizio con Lello Giulivo, Anna Spagnuolo e Patrizia Spinosi? “Ci siamo incontrati nel 1979, in uno spettacolo con la regia di Roberto De Simone. Da allora abbiamo partecipato a molti suoi spettacoli, percorrendo poi carriere personali di musica, teatro e cinema. Insieme negli anni ’90, poi nel 2005, senza Patrizia Spinosi, rientrata nel gruppo nel 2016, ci vede nuovamente insieme, inseparabili. È bello lavorare con amici cari.” Avete un repertorio vasto e raffinatissimo, frutto di ricerca e studio: quali canzoni preferisce il pubblico? “Il pubblico ama di più quelle di cui esistono i video ufficiali. Due brani “obbligatorio”, sempre richiestissimi, sono “Vieneme ‘Nzuonno” (Benedetto/Zanfagna), resa celebre da Sergio Bruni, così come “’A rumba d’ ‘e scugnizze” di Viviani, che interpretiamo con un’atmosfera sognante, sul ricordo di quei suoni, di quelle voci. Di queste canzoni esistono video e album ufficiali. È molto richiesta anche “Sera Napulitana”, di Peppino Gagliardi, brano tratto da una poesia di Ettore De Mura, del ’53, che fa parte del suo bell’album del ’74 “Quanno Figlieto Chiagne E Vo’ Cantà, Cerca ‘Int’A Sacca... E Dalle ‘A Libbertà!”. -taglio2- Comunque piace tutto il repertorio, frutto di ricerca, prove, studio che ora, con più tempo a disposizione ed esperienza, è sistematico.” Lei ha dedicato un evento a Totò, un omaggio al grande artista… “Si, con Liliana e Diana De Curtis abbiamo realizzato l’omaggio al Principe una festa in musica al Maschio Angioino nel quarantennale della sua morte. Ne è nato un cd, “Concerto per un Principe chiamato Totò”, di autori vari, con la mia voce, Liliana De Curtis voce recitante, elaborazione e direzione musicale di Antonello Paliotti. Ultima replica del concerto, il 13 maggio 2013, al Teatro di San Carlo, per festeggiare anche gli ottanta anni della figlia di Totò”. Lei ha ripreso anche i concerti con la NCCP, altro suo storico sodalizio…Siete stati anche a Sanremo… “Si, abbiamo tenuto tanti concerti durante questi mesi estivi. C’è grandissimo affiatamento. Sono entrato nella Nuova Compagnia di Canto Popolare nel ’96 e già prima cantavo con Fausta Vetere, con Corrado Sfogli. Ho fatto parte del cast de “La Gatta Cenerentola” e di altri grandi spettacoli di teatro musicale del Maestro De Simone. Si, la NCCP aveva già partecipato a Sanremo vincendo il Premio della critica nel ’92 con la canzone “Pe’ dispietto”. Nel ’98 siamo stati al Festival con “Sotto il velo del cielo” e nel 2001 con “Pesce d’ 'o mare”. Ci siamo andati già ricchi di teatro. È bella l’atmosfera di Sanremo, con mille interviste, collegamenti, corse…La bella edizione del ’98 la presentò Vianello. Molti “puristi” non ci perdonarono ma noi partecipammo con lo spirito giusto, con ironia e leggerezza. Un mezzo sogno avverato…”. Prossimi progetti? Come vede il futuro della musica? “Nel prossimo autunno riporterò in scena, per tre repliche in sala da concerto, “Eretico Neapolitan Shakespeare”, i Sonetti a quattro voci che fondono la tradizione della melodia classica partenopea e il più grande drammaturgo di tutte le epoche. Pensiamo alla modernità del Bardo che si lamentava, nel 1600, dell’abbrutimento e dei mali dell’umanità. Come in ogni epoca, alla ribalta ci sono cose brutte ma anche belle nelle nuove generazioni. Anche nell’era dei social ci sono brutture ma anche bravi artisti che cantano con l’anima e grandi autori. La vita è così”.