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Edoardo Tresoldi

di Joanna Irena Wrobel

Numero 184 - Gennaio 2018

Visionario e sorprendente, schivo e celebratissimo, contemporaneo ed ecclettico, Edoardo Tresoldi ha stregato il mondo con le sue cattedrali effimere in rete metallica.


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Nato a Cambiago (1987) in provincia di Milano, inizia a interessarsi all’arte prestissimo e già a nove anni frequenta lo studio del pittore milanese Mario Straforini, dove apprende i segreti del disegno. Si diploma all’Istituto d’Arte di Monza e in seguito (2009) si trasferisce a Roma dove comincia a lavorare come scenografo nel mondo del cinema. Un’esperienza fruttuosa e basilare per conoscere non solo il mondo dell’arte cinematografica da dietro le quinte, ma soprattutto per apprendere le tecniche artigianali, innovativi modi di operare per concepire e costruire installazioni e architetture di grandi dimensioni. Un incontro casuale con lo street artist Gonzalo Borondo porta il Tresoldi a cambiare i propri orizzonti e scegliere delle strade inesplorate, tracciando un percorso artistico indipendente. -taglio- Scultore, scenografo, performer, con le opere leggere e trasparenti fatte sempre dello stesso materiale (rete di metallo), ha modificato il concetto dello spazio e creato un nuovo linguaggio, attraverso il quale, le sue creazioni dialogano con l’ambiente circostante. Le architetture di Edoardo Tresoldi fanno pensare subito ai disegni wireframe prodotti dal computer. Le sculture sembrano di occupare lo spazio in modo virtuale, come un disegno, ma in realtà sono più che concrete e tangibili. Le prime partecipazioni alle mostre collettive e ai festival della Urban Art, fanno apprezzare le figure umane plasmate da Tresoldi con grande maestria e spesso destinate a essere collocate nei punti strategici di varie città italiane. Viene in mente, immediatamente, quell’uomo di Sapri (Pensieri, 2014) che in riva al mare scruta l’orizzonte contemplando la bellezza dell’Universo e invitando alla sosta, al silenzio, all’abbandono dei pensieri e degli affanni. Un’opera originale e nello stesso tempo dal contenuto provocatorio, dove una umana necessità di “niente”, una generica assenza del pensiero cerca di incoraggiare il genere umano a pensare meno, non dimenticando mai il valore creativo dell’ozio. Successivi interventi site-specific, fanno conoscere Edoardo Tresoldi in pochissimo tempo in Italia e all’estero. La grande notorietà giunge veloce e inattesa con l’intervento di ricostruzione della Basilica paleocristiana di Siponto, nei pressi di Manfredonia. Grazie ad una committenza pubblica illuminata, l’artista milanese (in collaborazione con un gruppo di storici dell’arte e di -taglio2- archeologi) realizza un’operazione innovativa e unica, di relazione tra patrimonio archeologico e arte contemporanea, facendo portare alla luce il volume, ormai inesistente, dell’edificio. Le immagini dell’installazione ambientale, capace di disegnare lo spazio in aperto dialogo con il contesto archeologico e naturale, trovano ben presto la risonanza su tutti i mezzi di comunicazione. In breve tempo, la singolare opera di Tresoldi diventa un luogo universalmente riconosciuto, potente e teatrale, in grado di coinvolgere emotivamente i numerosi visitatori: a partire dagli abitanti del posto che accolgono, da subito, l’opera contemporanea come parte integrante del proprio paesaggio culturale e naturale, per finire con i numerosi turisti-spettatori che, all’improvviso, affollano il luogo, spinti dall’inusuale curiosità. L’opera di Siponto dà inizio ad una serie di committenze che si moltiplicano in ogni parte del mondo, dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi, da Parigi a Londra, dalla Lombardia alla Campania. A gennaio 2017, Edoardo Tresoldi è stato nominato dalla prestigiosa rivista Forbes tra i trenta personaggi under 30 più influenti nella categoria “Arte”. Eppure, il giovane artista milanese continua ad arrampicarsi e costruire con le proprie mani, le ossature delle immense strutture architettoniche in rete metallica. Entusiasta, innamorato del proprio lavoro, disegna nel paesaggio creature trasparenti, sperimentando nuove soluzioni, tecniche e materiali, per nutrire la ricerca artistica e personale, per non fermarsi mai...


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