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Eccellenze teatrali

di Maresa Galli

Numero 185 - Febbraio 2018

Il nuovo saggio di Angela Di Maso è un lavoro ricco di sfumature, che rivede l’ordine dei modelli sentimentali e delle relazioni


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Regista, drammaturga, musicista, polistrumentista, docente, scrittrice, Angela Di Maso, diploma di laurea in Filosofia, ha conseguito il diploma in Direzione di Coro, specializzandosi in seguito nel repertorio Medioevale e nel repertorio rinascimentale. All’attività di concertista affianca quella di drammaturga e regista teatrale, studiando regia e recitazione al C.R.T. (Centro Ricerche Teatrali) di Milano e all’Università del Sacro Cuore di Milano con Gaetano Oliva, attore di Jerzy Grotoski; quindi Robert Wilson. È docente di “Storia del Teatro, Drammaturgia, Scrittura e Critica Teatrale” presso il master in “Drammaturgia e cinematografia” dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Giornalista pubblicista, è critico teatrale e musicale del quotidiano Roma; collaboratrice di riviste nazionali, quali Albatros Magazine, Succedeoggi, Ridotto, Riscontri. -taglio- Ha pubblicato numerosi testi teatrali alcuni dei quali insigniti di riconoscimenti nazionali: Il maestro di musica (in “Napoli in cento parole”); Guardami; L’acquario; L’ alluce (ne “La mia poetica – sulla drammaturgia italiana contemporanea” a cura di Rodolfo di Giammarco e Agnese Ananasso); Ecce Virgo, storia di una monaca di clausura (nel volume “Il lato oscuro del teatro”); Primo Amore; Chiamami felicità; Parla con lui (pubblicato nella rivista “L’Inchiostro”). Nel 2014 riceve il Premio di Drammaturgia “Annibale Ruccello” come migliore autrice. Ha collaborato alla sceneggiatura del film di Pupi Avati “Una festa da ballo”. I suoi testi sono rappresentati in tutta Italia. Ha appena pubblicato il nuovo saggio, “Teatro”, Guida editori, (pagg. 244, euro 18,00) con la prefazione di Pupi Avati e l’introduzione di Enzo Moscato. "'Ecce Virgo', 'Il catalogo', 'Primo Amore', 'L'acquario', 'Il maestro di musica', 'Guardami', 'Miserere', 'L'alluce', 'Maiali', 'L'uomo perfetto', non sono altro che radiografie di una 'disumana umanità. La disumanità di chi vive senza provare - né ricevere - amore nei riguardi de l'altro in un'illusoria convinzione di autosufficienza, di universale centralità di quell'io intossicato di edonismo che ognuno di noi si trova a interpretare. Questo misto di scarnificante crudezza, per Angela Di Maso cifra stilistica del suo esprimersi, si rivela per noi lettori o spettatori strumento straordinario e terapeutico di autoanalisi”. -taglio2- Così scrive nella prefazione Pupi Avati che ben sottolinea come fare teatro per l’Autrice significhi smuovere le coscienze. Enzo Moscato, con la maestria che lo contraddistingue, legge nella scrittura di Di Maso la rappresentazione del “Teatro dell’eccesso e dell’iperbole”, come forma e come contenuto. Teatro che andrebbe forse condotto registicamente non con mastodontici macigni comunicazionali, bensì in costruzione minimale – esattamente come fa per la scena l’Angela regista – con il tono semplice, dilettevole e leggero di un qualunque cantastorie popolare”. Le storie che l’Autrice racconta, “sfottente e civettuola”, svelano, sempre per dirla con Moscato, “l’intima tensione verso una scena di “potlach”, del “disturbo” e del “disagio” – che deve crearsi nello spettatore in forma catartica - ma sempre sornionamente, ironicamente lieve. Grottescamente”. Storie forti, narrate con bella prosa e acume, con iperrealtà e apparente realismo, in realtà sempre sul rigo, per disturbare il desiderio di riconciliazione e benessere finale. Un teatro che turba, colpisce forte, che capovolge gli stereotipi sui sentimenti e i rapporti interpersonali. La crudeltà artaudiana conduce alla catarsi, alla rinascita, dopo aver attraversato tanto necessario disagio. Il tutto narrato con ironia, sarcasmo, apparente cinismo. La lezione europea pinteriana e beckettiana permea la ricca scrittura di Di Maso che, allo stesso tempo, vive, respira e racconta Teatro.





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