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È tempo di svegliarsi

di Adriano Fiore

Numero 199 - Maggio 2019

Il Governo giallo-verde ha compiuto un anno, dodici mesi di “cambiamento al potere”. E difatti qualcosa è cambiato, anzi sono cambiate tante cose, e le ultime elezioni europee e locali lo hanno dimostrato a chiare lettere...


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Il Governo giallo-verde ha compiuto un anno, dodici mesi di “cambiamento al potere”. E difatti qualcosa è cambiato, anzi sono cambiate tante cose, e le ultime elezioni europee e locali lo hanno dimostrato a chiare lettere. Ovviamente il vero fulcro del cambiamento è lui, Matteo Salvini, leader di un partito vecchio che ha saputo ricostruire in tutto e per tutto, rendendolo friendly trasversalmente, dai giovani agli anziani, unendo soprattutto quei sentimenti di odio, insoddisfazione, nostalgia e voglia di rivalsa che, invero, pervadono un po’ tutti i popoli dalla notte dei tempi ad oggi. Il “fenomeno Salvini” è fin troppo facile da comprendere: le modalità in cui è stato costruito ed oggi viene portato avanti, le frange su cui è riuscito a far presa, son tutte cose che l’osservatore politico medio avrebbe potuto prevedere con facilità al pari dell’elettore medio, che magari riuscendo in tale intento poteva anche non farsi abbindolare da una politica di proclami e da una campagna elettorale costante. Il cittadino medio, invece, piuttosto che vedere in Salvini l’ennesimo politico impostore, pronto a cavalcare malesseri e luoghi comuni per trarne consenso, vi ha visto quasi un liberatore, “l’uomo che non c’era”, o magari che c’era stato agli inizi del Novecento e che oggi – a detta di almeno il 30% della popolazione se non di più – serve di nuovo come il pane per dare una raddrizzata al nostro quotidiano. -taglio- Eh sì, perché un paese con natalità quasi zero e con un numero esorbitante di disoccupazione strutturale (quando c’è tanta offerta di lavori che molti non vogliono fare) proprio non ha bisogno degli immigrati e dei loro figli. Un paese con un debito pubblico 2.359 miliardi di euro può proprio permettersi di fare la voce grossa a livello internazionale. Un paese in cui spadroneggia il malaffare a tutti i livelli deve giustamente dedicare tempo e risorse alla lotta ai Cannabis Store o alla caccia allo striscione. In pratica è come se le notizie da bar di cui è pieno il web fossero divenute in un colpo solo i trending topic dell’agenda politica dei nostri governanti. O meglio di uno di loro che, però, tiene in scacco tutti. La situazione, infatti, è inesorabilmente all’impasse: i 5 stelle non potranno oramai allearsi più con nessuno, tranne che non cambino radicalmente indirizzo (e leader) e si facciano almeno una legislatura dimostrandolo a fatti e non a mezze parole; Berlusconi e la Meloni da soli non vanno da nessuna parte e quindi hanno bisogno di un alleato forte a destra che, tuttavia, non esiste, dato che Salvini non ha nessuna intenzione di lasciare la scena da lui abilmente costruita a vecchi “animali da palcoscenico” quali il Caimano, la lady sovranista e loro seguaci vari; i partitini di sinistra non hanno senso di esistere con i loro numeri esigui ma la loro essenza radical chic ed il trauma ancora troppo recente dell’era Renzi non gli permette di pensare ad accasamenti definitivi con il PD, il quale resta l’unica grande alternativa alla Lega ma che, evidentemente, non -taglio2- ha i numeri per governare e nemmeno possibili alleati per costruire una maggioranza di lungo corso. Il tanto ambito e caldeggiato bipolarismo è ancora ben lontano, con anzi i tre partiti maggioritari che verosimilmente nei prossimi mesi finiranno per attestarsi su percentuali sempre più similari che, ovviamente, li faranno tutti cantar vittoria. Cosa accadrà dunque? Niente, che è la cosa più triste e drammatica. Non accadrà niente e diranno, invece, che chissà cosa stanno prospettando, grandi idee di riforme “strutturali” che cambieranno davvero il paese, ma sempre da attuare “non ora ma tra non molto”. La fama costruita sul web è si rapida e travolgente, ma al tempo stesso può fagocitare tutto e tutti in un battito di ciglia. Può bastare un aumento IVA, uno striscione stracciato senza permesso o un telefono scippato troppo brutalmente che il “sogno” di alcuni può svanire così da un momento all’altro. E sarà allora che ci sarà il vero smarrimento, il vero momento in cui sarà necessario tornare indietro con la memoria per capire quando abbiamo iniziato a sbagliare. Probabilmente lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo ogni volta che ci giriamo dall’altra parte su ogni argomento che non ci tocchi direttamente, nel più menefreghistico e individualistico atteggiamento possibile. Iniziando invece a guardare la realtà negli occhi, interessandoci dei diritti di tutti, forse potremo tornare a sembrare più umani, e magari a vivere un mondo migliore.





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