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Diana in festa

di Maresa Galli

Numero 239 - Aprile 2023

Lo storico teatro vomerese festeggia i 90 anni con un omaggio a Giorgio Gaber e la partecipazione di tanti amici


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Lo storico teatro vomerese, unico teatro italiano ad essere stato diretto sempre dalla stessa famiglia, festeggia il traguardo dei suoi primi 90 anni con una serata di gioia condivisa con gli amici più cari, con attori, cantanti, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni.-taglio- Prima dell’evento teatrale, il pubblico visita la mostra permanente, dedicata a Mariolina Mirra De Gaudio, “90 anni di un teatro chiamato Diana”, dove sono esposti tanti cimeli e documenti conservati negli archivi del teatro, copioni, locandine, bozzetti, foto d’epoca, che raccontano la storia del teatro a Napoli e dello spettacolo italiano attraverso le tante produzioni teatrali realizzate e gli innumerevoli artisti che hanno calcato il palcoscenico del Diana. L’esposizione, realizzata da Claudia Mirra, dal giornalista Nicola Miletti e da un gruppo di giovani universitari dell’Università Suor Orsola Benincasa, coordinati da Laura Bertoni, è ospitata dal 22 marzo nel Parlamento Europeo a Bruxelles. Inaugurato il 16 marzo del 1933 dal principe Umberto di Savoia, il teatro è, da sempre, cuore pulsante di un quartiere e ha ospitato tutti i grandi del teatro, come Raffaele Viviani, Ermete Zacconi, Irma ed Emma Gramatica, Vincenzo Scarpetta, Paola Borboni, i De Filippo, Totò, Elsa Merlini, i Giuffrè, Macario, Carlo Dapporto, Renato Rascel, Aroldo Tieri, Nino Taranto, Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Giorgio Albertazzi e tanti altri, offrendo anche formazione ai giovani e producendo spettacoli. Giampiero, Guglielmo e Claudia Mirra sono i padroni di casa del Diana con papà Lucio, che dal 1963, appena convolato a nozze con Mariolina, lasciò la Tirrenia per assumere con la moglie la direzione del teatro. Il Teatro è stato luogo di momenti storici per il mondo dello spettacolo, come la separazione definitiva nel ‘44 di Peppino ed Eduardo De Filippo, la presentazione della celebre “Malafemmina” di Totò, la notizia della morte di Eduardo appresa dal figlio Luca durante la rappresentazione della commedia “Chi è cchiù felice ‘e me”, l’ultimo spettacolo di Marcello Mastroianni, “Le ultime lune”, Dario Fo che qui, in scena con il suo spettacolo “Il diavolo con le zinne”, apprese di aver ricevuto il Nobel per la letteratura; per l’occasione Lucio Mirra chiamò Antonio Bassolino, sindaco di allora, per donare un Pulcinella di Ferrigno al grande attore e drammaturgo.-taglio2- Dopo la visita della mostra, la serata prosegue con il reading di Maurizio De Giovanni, “Se fossi Gaber”, evento organizzato in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber che quest’anno celebra i 20 anni della sua scomparsa. Lo scrittore napoletano era già stato invitato dalla Fondazione al “Piccolo” di Milano, teatro di culto per i meneghini, dove ha reso omaggio, con successo, al grande e compianto artista. Il celebre inventore del Commissario Ricciardi e autore di tanti altri personaggi di successo, interpreta celebri monologhi di Gaber alternati con suoi scritti. Emozionanti gli spezzoni televisivi e teatrali di Gaber, che canta “’A pizza”, “Com’è bella la città”, “Shampoo”, “La libertà” e, in duetto con Mina nella celebre trasmissione “Teatro 10”, “Barbera e champagne”, “Trani a gogò”, “La ballata del Cerutti”, “Il Riccardo”. De Giovanni interpreta alcuni famosi monologhi di Gaber, più volte in scena al Teatro Diana con enorme successo: “La paura”, “Sogno in due tempi”, “Lettera al signor giudice”, “Lo stadio”, “L’insolito commiato del signor Augusto”, “Il Sogno di Gesù”, “L’America”. Il “signor G” è stato tra i primi, in Italia, a portare la canzone a teatro, mentre in Francia era già tradizione con Brel, Brassens, Montand, Greco e altri grandi. Tanti spettacoli firmati con Sandro Luporini, con una lingua diretta, con le parole che diventano sberleffo, disincanto, emozione. Definito l’ultimo intellettuale della sua generazione, nato come cantante, mollerà tutto per il teatro-canzone, per l’impegno: artista unico, spiazzante, insostituibile. Claudia Mirra, al termine dello spettacolo, ringrazia i presenti e, commossa, ricorda sua madre, Mariolina, che con il suo impegno, la sua passione, ha reso grande il Teatro Diana. Infine, il Sindaco Manfredi consegna a Lucio Mirra una targa ricordo del Comune di Napoli, in segno di riconoscenza per tutto quello che il Diana ha fatto per la cultura. E che di sicuro farà ancora e ancora.





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