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de Boyer e l’amicizia tra uomo e donna

di Alfredo Salucci

Numero 210 - Maggio 2020

Jean-Baptiste de Boyer, Marquis D’Argens, scrittore e filosofo francese, chiude la sua opera, Réflexions diverses et critiques sur l’amitié, con un paragrafo dedicato all’amicizia tra uomo e donna


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La domanda che si pone d’Argens è la seguente: ci può essere una vera amicizia tra un uomo e una donna? Anche questo ultimo paragrafo del suo libro si apre, come gli altri, con la confutazione del pensiero degli antichi che ritenevano le donne incapaci di una vera amicizia. -taglio- Ma non sono solo gli antichi a sostenere questa teoria, anche alcuni filosofi moderni pensano la stessa cosa delle donne, come Charron che sostiene che “la debolezza e l’insufficienza della donna non può rispondere, e attenersi bene, a questa perfetta relazione e comunicazione di pensieri e di giudizi. La sua anima non è abbastanza forte e ferma per fornire e sostenere il legame d’un nodo così durevole. È come legare una cosa grossa e forte con una piccola e sottile. Questa non aderendo molto, scappa scivola, sfugge dall’altra”. Anche Montaigne ha la stessa considerazione della donna. D’Argens dice senza mezzi termini: “Je suis au contraire fermement persuadé que les femmes sont capables d’une véritable amitié”. Ossia, per d’Argens, le donne sono capaci di una vera amicizia. A questo punto bisogna fare una riflessione, considerando anche il periodo storico in cui d’Argens dice queste cose a proposito delle donne. Siamo nel XVIII secolo, un tempo ancora lontano dalle lotte delle donne per rivendicare i propri diritti. Il quel periodo c’erano tanti misogini, come lo erano stati tanti scrittori e filosofi antichi. Anche su questa faccenda, la misoginia, d’Argens ha pienamente ragione a prendersela con antichi e moderni. E per avere ragione anche su quest’aspetto chiama in suo soccorso l’esperienza che smentisce in toto le loro considerazioni sulle donne. La storia antica e moderna, dice, è piena di esempi di donne generose e adeguate a custodire un’amicizia. Gli esempi delle capacità e della serietà delle donne nel rapporto amicale con un uomo sono tanti e quotidiani, basta affidarsi all’esperienza, alla ragione e abbandonare qualsiasi preconcetto su di loro, sostiene d’Argens. Sulla posizione di Montaigne e Charron era allineato anche La Bruyère che, -taglio2- nonostante non li condividesse in pieno, si era lasciato condizionare dalle loro idee sulle donne e sulla loro capacità di coltivare un’amicizia. Jean de La Bruyère era possibilista su questo tipo di amicizia, che poteva esserci tra un uomo e una donna, infatti affermava che “l’amicizia fra persone di sesso diverso può durare, mantenendosi immune da qualsiasi grossolanità”. La Bruyère non condivideva nemmeno quanto affermato da Ovidio, che riteneva l’amicizia con le donne una porta d’ingresso per l’amore. Per La Bruyère: “Amore e amicizia si escludono a vicenda”. Pur riconoscendo a La Bruyère una posizione meno intransigente verso le donne, d’Argens evidenzia che in quello che sosteneva c’è una contraddizione di fatto: non si può affermare che l’amicizia è possibile tra persone di sesso diverso e poi dichiarare che questo rapporto è una classe a parte.
Anche la marchesa di Lambert nella sua opera Traité de l’Amitié sostiene che ci possa essere amicizia tra uomo e donna, anche se questa cosa avviene raramente. D’Argens pensa che le donne possano instaurare amicizie sincere, lunghe e alla pari con quelle degli uomini. È pur vero però che le donne che coltivano l’amicizia sono numericamente inferiori agli uomini. Anche gli uomini, però, non sono tutti inclini all’amicizia: entrambi i sessi, infatti, sono accomunati dalla stessa predisposizione all’amicizia da cui sono escluse le anime mediocri. All’amicizia vera, dice d’Argens, possono accedere solo quelle anime che “hanno ricevuto in dono dal cielo una certa forza che le innalza infinitamente al di sopra delle altre”.





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