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Darren Almond

di Joanna Irena Wrobel

Numero 186 - Marzo 2018

Un artista indefinibile nei suoi riferimenti: modernista nelle soluzioni tecnologiche, ma nello stesso momento, in grado di evocare la tradizione del vedutismo sette-ottocentesco nell’utilizzo della luce del giorno


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Un artista indefinibile nei suoi riferimenti: modernista nelle soluzioni tecnologiche, ma nello stesso momento, in grado di evocare la tradizione del vedutismo sette-ottocentesco nell’utilizzo della luce del giorno. Poetico e appassionato, acuto osservatore, Darren Almond è un formidabile narratore delle storie individuali e collettive, un mago di fiabesche immagini di universi (s)perduti e mondi immaginari, un instancabile esploratore di terre lontane a spasso nel tempo, in perenne bilico tra passato e presente. Darren Almond (1971) nato a Wigan (Inghilterra), diplomato al Winchester School of Art, attualmente vive e lavora a Londra. Una delle figure più affermate della fotografia d’arte internazionale, con i suoi video, installazioni sonore, sculture e foto indaga come un pioniere romantico gli ingranaggi più nascosti della geografia e della storia, percorrendo le strade sconosciute dei remoti villaggi inglesi, solcando mari solitari, innevate lande siberiane e scrutando i cieli stellati del deserto sudamericano. Considerato tra i massimi fotografi contemporanei (nel 2005 è stato nominato per il Turner Prize), l’artista londinese si è imposto all’attenzione del pubblico per le sue ricerche sul mondo naturale, indagando con un’immaginazione visionaria e un sentimento del Bello e Sublime, che sono in perfetta sintonia e continuità con la tradizione della pittura romantica inglese.-taglio- Il mondo personale interpretato dall’ artista britannico è libero dai confini del tempo e dello spazio. L’intera geografia dei territori si presenta come una entità classica: spazi smisurati che non sembrano di subire l’inesorabile scorrere del tempo, dove è totalmente assente la presenza umana o ciò che l’uomo ha costruito. Immagini struggenti dalla eccezionale forza evocativa, paesaggi solenni e silenziosi propongono una visione che non è riproduzione fedele del reale bensì veduta suggestiva ed emozionale. Le opere di Darren mettono continuamente in risalto un inquietante intreccio tra la natura senza uomo e l’uomo senza natura, investigando sulla possibilità di un mondo senza più uomo e dall’altra parte, dell’invenzione dell’uomo di un mondo che non rimanda più alla natura. Una continua emergenza, anzitutto quella ecologica, della distruzione della natura e dell’autodistruzione della specie umana, celano un desiderio intimo di vivere in un Universo incontaminato e quieto, in una Terra pacifica e senza pericoli. Nella resa drammatica dell’immagine nelle opere di Almond, un ruolo importante gioca la luce. Una luce di forte carattere pittorico, tra arcaico e arcadico, che costruisce un percorso poetico che trapassa dal pittoresco al sublime, sia che ritragga le lucenti costellazioni stellari che le inanimate distese di neve. Un travolgente senso di infinito e di solitudine caratterizza l’intera produzione fotografica dell’artista inglese. La sua visione romantica dell’Universo -taglio2- mescola emozione e stupore, tristezza meditativa ed evocazione sentimentale, riportando alla poetica pittorica di artisti inglesi come Turner o Constable e tedeschi come Friedrich o Bierstadt. Le straordinarie fotografie di Darren Almond, rivelano una grande ed approfondita ricerca non solo stilistica (visioni oblique e scorci permanenti), ma soprattutto una padronanza tecnica e tecnologica, che in un’epoca di dominazione totale dei mezzi digitali, ricorre ancora ai media tradizionali e ai trucchi magici. Come nel ciclo intitolato “Fullmoon”, dove il concettuale incontra la vera poesia, Darren registra la luce di luna piena utilizzando un tempo di esposizione lungo (15 minuti) che ci immerge in una inusuale luce chiara in cui la notte sembra essersi trasformata in giorno. Colpisce al cuore la serie “Night+Fog”: fotografie di grandi dimensioni al bromuro, realizzate nelle foreste morte della Siberia. Interi boschi bruciati dalle piogge acide, frutto di lavorazione del nichel estratto dalle miniere di Norilsk. Tronchi neri, bruciati dalle sostanze chimiche si stagliano come violente sciabolate contro il cielo lattiginoso e una distesa di neve color acciaio. Le fotografie di Darren Almond hanno una forza non solo documentaria, ma accendono e amplificano le possibilità interrogative e suggestive dell’arte. Le immagini fanno rivivere i luoghi, riscoprono passioni dimenticate, svelano geografie dello spirito e aprono nuovi spiragli nella storia personale di ciascuno di noi.


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