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Dal Sud ad Oxford

di Diego Cantore

Numero 264 - Ottobre - 2025

Un evento tra musica, poesia e memoria dei migranti napoletani presso la prestigiosa università britannica


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C’è un sottilissimo filo, ma resistente, che unisce le strade della Campania, le musiche dei migranti napoletani, e le aule dell’Università di Oxford. Un filo fatto di storia, di suoni, di identità in viaggio, di racconti. -taglio- Ed è proprio con questo sentimento nel cuore che ho partecipato al prestigioso convegno internazionale “Torna a Surriento: Return Migration to Southern Italy from 1876 to Today", tenutosi recentemente alla Taylor Institute Library, libreria di linguistica dell’Università di Oxford, nella storica città universitaria inglese, dove ho avuto l’onore di portare una ricerca che intreccia storia, poesia e musica napoletana di inizi ‘900. Il convegno – dedicato alle migrazioni di ritorno ed ai processi migratori che riguardano le persone del sud Italia – ha ospitato studiosi italiani, inglesi e ricercatori provenienti da buona parte d’Europa e del mondo. L’organizzazione da parte del comitato scientifico, formato dalla dott.ssa Fanny Clemente e dalla dott.ssa Alice Gussoni è stato è stato esemplare, dalla scelta dei progetti fino alla gestione dei panel di esposizione, l’ambiente creatosi ha dato ampio spazio alla divulgazione ed al confronto tra i docenti e ricercatori che hanno partecipato. In questo scenario, il mio intervento ha proposto una ricerca allo stato iniziale sulla musica dei migranti napoletani e campani, con un’attenzione particolare alla produzione musicale del primo ‘900, in special modo dal 1918 al 1946. L’analisi iniziale non è basata solo sulla parte musicale ma anche su quella testuale, indagando i riferimenti ai sentimenti che i migranti, nelle varie fasi di partenza, vita lontano da casa e rientro, vivevano. Le canzoni dei migranti, non sono solo testimonianze artistiche ma anche sono archivi emozionali, veri e propri documenti viventi della storia sociale italiana. Raccontano il dolore del distacco, la speranza del ritorno e le emozioni di persone sole e non sono state solo un momento ludico o di conforto ma hanno assunto la forma di vero momento sociale per le microsocietà italiane oltreoceano. Il momento più emozionante è stato esporre al pubblico accademico una scoperta che parte proprio dalla nostra terra in cui mi sono imbattuto quasi per caso mentre conducevo uno studio sui sovversivi antifascisti napoletani. -taglio2- Mentre cercavo nei vari archivi presenti sul territorio mi sono imbattuto in una poesia inedita, mai pubblicata prima, attribuibile ad un importante poeta napoletano: Ernesto Murolo. Il testo è un componimento in dialetto che in maniera velata potrebbe assumere una struggente ironia nei confronti di tematiche relative alla guerra e all’andare lontano da casa. La poesia è stata accolta con grande entusiasmo dai partecipanti al convegno, sorprendendo molti colleghi stranieri e italiani per la sua unicità e rarità. Trovare un componimento di un autore così importante nel panorama storico campano è una cosa che si verifica di rado. La bellezza della lingua napoletana, con la sua musicalità e la sua capacità di dire l’indicibile e la straordinaria padronanza nella scrittura poetica di Murolo, poi, ha reso tutto magico. La divulgazione della poesia, inoltre, sarà prevista in una pubblicazione di taglio scientifico, prossima all’uscita, impreziosita dal contributo di accademici di settore e personalità nel campo musicale napoletano vicine alla grande cultura “Muroliana”. L’esperienza di Oxford è stata, per me, molto più di un’occasione accademica: è stata un momento di confronto, di ascolto, di scambio autentico e soprattutto di crescita umana e professionale. In verità, si configura anche momento di piccola soddisfazione che ripaga, almeno sentimentalmente, tutto l’impegno e tutti i sacrifici fatti nella mia umile e giovane carriera. La ricerca scientifica, in questo caso con la divulgazione della poesia e con il convegno all’Università di Oxford, spero possa toccare soprattutto il pubblico giovane e possa orientare verso la curiosità e la scoperta del “bello culturale” una categoria sempre più spinta verso il puerile che ha come unico divertimento la visione di video fine a se stessi e l’ascolto di musica ben lontana dalla maestosità della produzione artistica di inizio ‘900.





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