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D come Donna

di Maresa Galli

Numero 198 - Aprile 2019

Tanti i personaggi interpretati e tanti ancora da scoprire per Titti Nuzzelse, attrice napoletana che spicca per bravura e personalità


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Attrice poliedrica, che mette tutta se stessa nei ruoli che incarna, Titti Nuzzolese sceglie con cura personaggi complessi, scritture drammaturgiche accurate, alternando drammi e commedie. Al cinema ha recitato nei film “Carta bianca”, per la regia Andés Arce Maldonado e “La volpe a tre zampe”, per la regia di Sandro Dionisio. Responsabile della programmazione del Teatro TRAM di Napoli, fondato con il direttore artistico Mirko Di Martino, punta sulla qualità dell’offerta di spettacolo, dai classici al teatro musicale. Ai lettori di Albatros racconta i suoi prossimi impegni.

Di recente ha portato in scena “Frida Kahlo”, spettacolo per la drammaturgia e regia di Mirko Di Martino che pone in evidenza la complessa personalità di Frida, donna e dell’artista: decine di repliche sold out, migliaia di spettatori e tante rappresentazioni per le scuole. Tutto ha avuto inizio al PAN, nel 2016: ce ne parla?

“Frida, per me è stata una grande scoperta, avevo visitato una mostra a Roma anni fa e conoscevo la sua storia per grandi linee. Interpretarla è stata un’occasione per avvicinarmi alla sua anima e conoscere una Frida a porte chiuse che, in alcuni casi, mi ha fatto anche rabbia. Lei, forte, dannatamente geniale, ha vissuto il suo grande amore come il suo più grande ostacolo. -taglio-È stato molto interessante viverla e raccontarla cercando di sentire addosso la sua sensibilità e, talvolta, la sua impotenza che si trasformava in enorme passione ed energia quando si esprimeva attraverso la pittura. Il mio viaggio nella sua vita è sempre stato accompagnato da colleghi straordinari, prima Riccardo Polizzy Carbonelli, in una versione reading delle lettere tra Frida e Diego, e poi Peppe Romano in versione spettacolo con cui abbiamo fatto tante repliche.”

Lei sceglie sempre con attenzione storie e personaggi ai quali dà vita a teatro: “Artemisia”, Maria Carolina in “Regine Sorelle”, selezionato al “Roma Fringe Festival” 2017 e per il quale è stata insignita del premio “Scenari Casamarciano”, un testo sul rapporto tra Maria Antonietta e Maria Carolina D’Asburgo, le figlie di Maria Teresa D’Austria, rispettivamente mogli del re di Francia Luigi XVI e del re di Napoli Ferdinando di Borbone, raccontate nella loro umanità... mai bimbe come le altre...

“Negli ultimi anni, un po’ per caso, un po’, forse, per una recondita necessità interiore ho interpretato donne a teatro con storie molto intense, evidentemente il bisogno di approfondire la forza e la grandezza delle donne attraverso la storia e le storie è sempre stata molto viva in me. Credo che sia uno scambio, io tento di dare una voce più intima e profonda a vite che, in genere, sono conosciute per grandi linee o per eventi storici e loro donano a me consapevolezza e crescita, dandomi la possibilità di scavare in me sensazioni ed emozioni incredibili. Il Tram è una creatura fortemente voluta per una esigenza in particolare. Per anni come compagnia ci siamo accorti di quanto sia difficile far girare spettacoli indipendenti. La drammaturgia contemporanea è, spesso, oggetto di concorsi, festival ma poi, di vita vera, ne ha poca. -taglio2-La nostra idea è stata quella di creare un piccolo palcoscenico dignitoso e curato che desse spazio alle nuove idee. Per quanto io mi senta sempre e prima di tutto un’attrice, mi piace l’idea che oggi piano piano siamo riusciti a far affezionare e appassionare tante persone che sono passate in sala, alle nostre proposte.”

Dal 5 al 10 marzo lei ha ideato e diretto la rassegna “D maiuscola”, al teatro TRAM, Donne Teatro Arte Incontri, sulle donne che creano, inventano, comunicano, osservano, descrivono e cambiano il mondo: gli spettacoli teatrali, di giovani e di storici autori come Santanelli, ha proposto anche un vernissage, un percorso fotografico, la presentazione di un libro: come si può parlare dell’universo femminile oltre gli stereotipi?

“Si può, assolutamente, e si deve. E credo che siamo proprio noi donne a doverci liberare degli stereotipi che una società patriarcale ci ha imposto. Noi donne siamo abituate a ‘fare’, quasi senza farci più caso, creiamo, produciamo, inventiamo. Passiamo giornate a districarci tra mille ruoli: mamma, moglie, lavoratrice, compagna, artista, compagna di giochi… il tutto rientra quasi in una normalità. Invece dovremmo assolutamente renderci conto che è una cosa eccezionale.”

Lei alterna teatro con cinema e televisione: quali i prossimi impegni?

“Prossimamente sarò in scena col nuovo testo di Mirko Di Martino ‘Run baby run’, una donna stavolta meno forte che ‘corre’ per incontrare, finalmente, una se stessa migliore. Tra poco uscirà un film girato lo scorso anno, diretto da Alessandro Derviso, una commedia amara sull’amore ’L’amore ai tempi di SH.REK’, tra un po’ sarò di nuovo sul set con una regista che amo e stimo tantissimo, ma non posso ancora parlarne.”





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