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Come resistere

di Antonio Morabito

Numero 200 - Giugno 2019

Tante sono le emergenze del mondo di oggi: dalla tutela ambientale, alla prevenzione dei conflitti...


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Tante sono le emergenze del mondo di oggi: dalla tutela ambientale, alla prevenzione dei conflitti, dalla pace alla giustizia, dalla difesa dei diritti umani alle azioni umanitarie a difesa della parte della popolazione mondiale che resta emarginata dallo sviluppo del pianeta.

Un’azione concertata per uno sviluppo integrale e solidale dell’umanità è improcrastinabile.
I nubifragi improvvisi e violenti, le nevicate, le grandinate e i venti burrascosi che si riversano in piena primavera in montagna, sulle nostre città, nei campi e sulla vita di ogni giorno, interrompendo i cicli naturali delle stagioni, gli incendi fuori controllo e gli squilibri della natura a cui non siamo abituati creano una diffusa inquietudine e molto stupore. A ciò si aggiungono i tanti problemi irrisolti dell'inquinamento ambientale, il riscaldamento della terra, la caotica congestione del traffico nelle grandi città, un difficile controllo e smaltimento delle scorie e dei rifiuti urbani e industriali. Un divario sempre più largo tra coloro che hanno dominio di terre e proprietà e quella parte larga della popolazione che non ha nulla o migra in cerca di un Eldorado che non riesce a trovare. Sembra paradossale che a pochi decenni dalla spasmodica ansia dell'uomo per conquistare la luna e gli altri pianeti lontani, gli esseri umani appaiano ora smarriti. -taglio-È la terra oggi a sfuggirci di mano. Ci sono aree del pianeta diventate inospitali al pari della luna. I problemi non sono localizzati solo nei Paesi delle vecchie economie industrializzate ma si estendono a dismisura a tutte le società del pianeta dalle più avanzate a quelle più povere ed emarginate. Tra le tante problematiche che affliggono la gente di ogni estrazione e Paese resta irrisolta quella della ricerca di un lavoro dignitoso. Ogni società vive a suo modo questa nuova sfida sia quelle sempre più robotizzate come quelle dove le crisi economiche incombenti ricadono sulle fasce deboli della popolazione. Il mondo sta attraversando turbolenze e vicissitudini talmente incomprensibili che non solo destano sorpresa ma pongono seri interrogativi a una intera generazione di governanti e di popoli. E le risposte non sempre sono adeguate. La ricerca di un filo conduttore tra i tanti eventi che colleghi ciò che accade intorno a noi o lontano da noi è continua. Il variegato campo dei diritti umani è quello che forse più risente di questa incertezza dei nostri tempi. L’attualità è fatta di storie atroci di persecuzioni per la fede o per l’etnia, discriminazioni, violenze e tratta di esseri umani. Le grandi visioni del mondo e del progresso immaginati dai grandi dell'umanità in questi trascorsi decenni, lasciano il passo alle tante missioni incompiute. Sono trascorsi oltre cinquanta anni dalla “Populorum progressio”. In quella enciclica si estendeva l’insegnamento sociale della Chiesa su scala mondiale come base fondamentale per uno sviluppo autentico, basato sulla pace tra i popoli. Paolo VI richiamandosi al libro della Genesi vedeva l’origine della destinazione universale dei beni: “Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra’. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (2). La terra viene affidata agli uomini e alle donne sin dalle origini senza distinzioni. Nel corso dei millenni le cose sono andate diversamente. Sono molto forti in proposito le parole di sant’Ambrogio nel “De Nabuthae”: “Si sa con quale fermezza i Padri della Chiesa hanno precisato quale debba essere l’atteggiamento di coloro che posseggono nei confronti di coloro che sono nel bisogno: Non è del tuo avere che tu fai dono al povero; tu non fai che rendergli ciò che gli appartiene. Poiché è quel che è dato in comune per l’uso -taglio2-di tutti ciò che tu ti annetti. La terra è data a tutti e non solamente ai ricchi.” Le sfide, i mali e gli squilibri a cui il mondo di oggi si confronta, restano drammaticamente attuali. Le crisi non toccano solamente la sicurezza, la pace e le ingiustizie, il mondo di oggi vive anche gravi instabilità legate ai sistemi del commercio e degli scambi tra i popoli. Anche le guerre commerciali e le instabilità della finanza a livello internazionale creano debolezze che poi ricadono sulla vita e sulla crescita di tutta la popolazione mondiale e soprattutto sui più poveri. Papa Francesco nella sua enciclica “Laudato si’” (X), sulla scia della Populorum Progressio, ritiene indispensabile “un’azione concertata per uno sviluppo integrale e solidale dell’umanità. Il progresso dei popoli è connesso alla pace del mondo: il solo sviluppo economico di una parte della popolazione della terra, -quindi non integrale- crea condizioni disumane, squilibri e violenza. L’umanità vede in gioco oggi la sua stessa convivenza a causa delle sfide ambientali, sociali, politiche, umanitarie”. Il superamento delle emergenze umanitarie globali causate continue crisi a tutti i livelli, richiede un radicale cambiamento dei rapporti di forza. La cultura dell'incontro e del dialogo e della pacifica convivenza, la priorità assoluta dell’educazione e dello sviluppo sono condizioni indispensabili per una vera pace duratura tra i popoli. La pace va perseguita ad ogni costo. Con tutti gli strumenti leciti. Fra questi, la diplomazia, che deve recuperare la radice etica della sua missione. Obiettivi e vocazione della diplomazia sono quelli di armonizzare gli interessi e le posizioni tra le nazioni; promuovere la cooperazione internazionale; ricercare soluzioni eque, tutelare i diritti umani e una giustizia sociale internazionale; affrontare e superare le sfide globali in tutti i contesti, bilaterali e multilaterali. La diplomazia ha compito prioritario di negoziare e lavorare per evitare che le scelte unilaterali di alcuni Paesi possano compromettere la pace e la sicurezza mondiale. Diplomazia ed Etica hanno un ruolo cruciale nelle relazioni internazionali, per una presa di coscienza generale e per affrontare e superare i grandi disastri globali a cui l’umanità è confrontata. Dalla tutela ambientale, alla prevenzione dei conflitti, dalla pace alla giustizia, dalla difesa dei diritti umani alle azioni umanitarie a difesa della parte della popolazione mondiale che resta emarginata dallo sviluppo del pianeta. Davvero, “un’azione concertata per uno sviluppo integrale e solidale dell’umanità” è improcrastinabile.





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