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Come leopardiana ginestra

di Pasquale Matrone

Numero 218 - Marzo 2021

Parlare a viso aperto della morte


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Parlare a viso aperto della morte. Serve. Senza giri di parole, senza ipocrisia... Serve: a essere più autentici, meno avidi; a liberarsi dall’invidia e dalla menzogna; a vincere il proprio orgoglio; a imparare la benevolenza e la gratitudine; a comprendere di non essere al centro dell’universo, né padroni della terra; -taglio- ad ascoltare e a capire le ragioni degli altri; a non essere integralisti; a non odiare. Non è mai malaugurante, perciò, parlare della morte. Che è la grande e ineluttabile certezza con la quale ogni vivente è destinato a confrontarsi. Arriva, senza chiedere il permesso, la morte. Nell’ora che ha stabilito e senza fare sconti a nessuno. È regola che ha inizio nell’attimo stesso in cui ci si affaccia nel mondo per respirarne l’aria... Nihil aliud tempus vitae huius, quam cursus ad mortem, scrive S. Agostino. Dante gli fa eco nel canto XXXIII del Purgatorio, facendo dire a Beatrice: “Tu nota; e sì come da me son porte, / così queste parole segna a’ vivi/ del viver ch’è un correre a la morte.” L’unica risposta alla morte sta nel vivere, onorando la giustizia e la misericordia. Il poeta lo dice nella stessa Cantica. La Misericordia, esatto contrario dell’invidia, integra e rafforza la giustizia, con la compassione, con il perdono delle offese e delle debolezze altrui, spargendo intorno semi di pace.-taglio2- Non è dato mutare l’ordine delle cose. È possibile solo prenderne atto, a testa alta e senza opporre resistenza.
Come leopardiana ginestra, ogni essere umano deve, infatti, capire che, di là dall’apparente fragilità, pure il più umile dei fiori ha dentro sé stesso il potere di rinascere, ancora più forte, anche nell’arido deserto o tra le pietre ancora tiepide della lava. Morte, dunque. E rinascita: nei figli e nei figli dei figli. O nelle opere in cui ciascuno ha imparato a eternarsi. Perché anche a coloro che non hanno lasciato eredi di carne è stata concessa la possibilità di restare vivi nella memoria dei posteri. Rinascere, infine, è imparare a vivere ogni attimo della propria esistenza al meglio, senza sciuparne neppure uno, felici di esserci ancora, qui e ora. Sottile, fragile e corto è il filo che lega la vita alla morte... Vivere è un privilegio che merita di essere onorato con l’impegno di restituire dignità alla terra e a tutte le creature che vi abitano.





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