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Col fuoco dentro

di Claudia Minichino

Numero 222 - Luglio-Agosto 2021

Dopo la partecipazione a Sanremo con “fiamme negli occhi”, si sta parlando sempre di più dei Coma Cose. Il loro amore, la loro storia di lotte, speranze e sogni, il nuovo disco…


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Uscenti dalla settantunesima edizione del Festival di Sanremo, Fausto e Francesca – che formano ‘i coma_cose’ - sono state una delle scoperte e rivelazioni più interessanti per il grande pubblico. Si è parlato tanto del loro amore ma soprattutto della loro musica; arrivati sul palco senza pretese, se non quella di presentarsi semplicemente per come sono. -taglio-Di nobile timidezza entrambi, vogliosi di star lontani dal gossip o da domande indiscrete, interessati solamente a far la loro musica e ad alimentare la loro passione. Hanno una storia bella e particolare, iniziata quattro anni fa in un negozio di accessori; ma lasciamo che siano loro stessi a raccontarcela, insieme alle emozioni dell’esperienza sanremese, all’uscita del nuovo disco e altro ancora… Partiamo proprio dalla vostra storia particolare, che forse non tutti conoscono. Vi va di raccontarcela? Fausto: “Vai, racconto io! A 35 anni ero arrivato a dire che forse la musica non era la mia strada e andava bene così. Lo avevo accettato, difatti ho iniziato a fare il commesso in un negozio. In questo negozio, circa quattro anni fa, ho conosciuto Francesca, che ci lavorava come commessa già da un po’. La musica era diventata per me qualcosa da fare la sera, a tempo perso. Trovare Francesca è stata un po’ la svolta, quella chiave che apre diverse porte; naturalmente sia dal punto di vista affettivo-sentimentale, ma anche dal punto di vista artistico, musicale. Grazie a lei è rinata quella voglia di riprovarci, così decisi di cercare delle cantanti. Pensa che all’inizio era proprio lei a consigliarmi delle amiche, anche se eravamo già fidanzati. Poi i miei amici iniziarono a dirmi ‘ma sei pazzo, Francesca ha una voce bellissima, convinci lei’, solo che lei all’inizio era restia, le metteva un po’ paura l’idea di un palco; poi, per fortuna, si è convinta. Dunque, quattro anni fa eravamo lì in quel negozio a sbarcare il lunario e pochi mesi fa abbiamo cavalcato il palco di Sanremo. Spero che la nostra storia, più che le nostre parole, inducano veramente le persone a non mollare mai e non darsi mai per vinti, qualunque sia il loro sogno.” Sanremo certamente è stato un punto di svolta per arrivare al grande pubblico. Com’è nata l’idea di partecipare? Fausto: “L’emergenza sanitaria causata dal covid-19 ha sbaragliato i progetti ed i programmi di tutti e ci ha chiesto ed anche reinsegnato l’arte dell’adattamento, tipica già dell’essere umano. L’Ariston era l’unico palco su cui ci si poteva esibire ed è un palco molto importante. Inoltre, noi sentivamo di avere la canzone giusta con cui presentarci, con cui parlare di noi. Il resto è venuto naturale ed è stato bellissimo. Senza dubbio la partecipazione a Sanremo è un vanto e dà anche un certo valore alla carriera di un’artista; più di tutto, però, volevamo che la nostra musica potesse arrivare a più persone possibili.” “Fiamme negli occhi” è un po’ più ‘sanremese’ rispetto al vostro repertorio musicale tipico. La scelta del brano è stata data da questo o perché è proprio la vostra musica che si sta evolvendo e sta cambiando? Francesca: “quando abbiamo scritto questo singolo ci è sembrato perfetto, più che per il ritmo o per la sonorità, proprio perché parla di noi. Il grande pubblico ancora non ci conosceva e volevamo presentarci a lui senza filtri, dicendo chiaramente chi siamo. Ci sembrava un bel modo per presentarci, semplicemente raccontando di noi. “Fiamme negli occhi” parla semplicemente noi; i nostri alti e bassi, la nostra passione, -taglio2-il nostro fuoco che è la musica e che ci fa sempre andare avanti nonostante tutto.” Qual è stato il “click” che vi ha permesso di arrivare dove siete oggi? Fausto: “secondo me da una parte il mettersi in gioco e dall’altra il non avere paura di rischiare. Francesca ha una voce che sicuramente merita, più della mia, e questo sicuramente è un plus. Da una parte può anche essere il progetto a due voci, una maschile ed una femminile e/o la nostra storia. Però più di tutto secondo me proprio l’essere disposti a cambiare. Io prima di Francesca ci ho provato in diversi modi, con diversi progetti. Con Francesca però sono cambiato molto, e forse questi cambiamenti mi hanno permesso di correggere ciò che prima non andava. Anzi, più di tutto forse è proprio l’equilibrio che creiamo insieme, che abbiamo molto nella vita sentimentale ma che si riversa con semplicità anche mentre facciamo musica.” Secondo voi che direzione dovrebbe prendere un giovane oggi che vuole provare ad inserirsi nel panorama musicale? Francesca: “secondo me la musica è talmente tanto ampia che è davvero quasi infinita, si può fare in tantissimi modi diversi. Secondo me bisogna fare, fare, fare, mettersi in gioco, provare in continuazione e non stancarsi, non arrendersi se una cosa non funziona ma passare a provarne un’altra o a mettere a punto quella di prima. Secondo me serve tanta strada, ma il lavoro duro in un modo o nell’altro ti ripaga sempre.” Fausto: “secondo me ci vuole anche tanta esperienza di vita per raccontarla. Questo non significa che può raccontare solo chi ha tanti anni, anzi, significa semplicemente non aver paura di fare le cose. Ad un ragazzo giovane quindi consiglierei di fare tante esperienze, di ascoltare tantissima musica, di sporcarsi le mani con gli strumenti, con i programmi, di provare tante sonorità diverse. La musica non bisogna farla ‘per arrivare a’; fai musica se non puoi farne a meno.” Che disco è “NOSTRALGIA”, album in cui è presente il singolo portato a Sanremo? Fausto: “il brano ‘fiamme negli occhi’ non è rappresentativo del disco in realtà, né nel sound né nella formazione della canzone. E’ un disco un po’ agli antipodi del commerciale. E’ un disco corto, che passa dal passato al futuro, attraverso ricordi ed immagini. Abbiamo messo dentro tutta la poetica possibile, ci siamo messi tanto in gioco e abbiamo fatto un lungo lavoro sulla ricerca delle parole. Il significato del disco è fermarsi e guardare al passato. Una parola ridondante nel disco è il perdono verso se stessi; ovvero di cercare di smettere di portarsi dei rancori, di giudicarsi troppo.” Cosa avete in programma per il futuro? Francesca: “visto il momento che stiamo vivendo, per i futuri concerti ci piacerebbe mettere su uno spettacolo più suonato. Meno fumi e raggi laser e più ciccia, più sostanza, più musica. Senza girarci intorno, è anche una questione economica. I concerti costano e noi tutti siamo in un momento di crisi: quindi ci piacerebbe dar più valore alla musica e basta; musicisti, strumenti, cantanti e noi. Per questo, non ci dispiacerà asciugare lo spettacolo dal punto di vista scenografico.”





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