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Ceppe

L'importante è stupire

di Maresa Galli

Numero 225 - Novembre 2021

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Dagli esordi al successo, ecco il racconto dell’evoluzione del grande talento di Ceppe, uno dei videomaker più richiesti e creativi della scena italiana


Uno dei linguaggi più innovativi è quello della pubblicità d’autore: veloce, innovativo, dalle musiche irresistibili, ha saputo porre le tecnologie audiovisive al servizio della creatività. Ai tradizionali media oggi si sono affiancati i social veicolati dalla rete, nuovo terreno di sperimentazione/rivoluzione di linguaggi e stili, offrendo in brevi visioni tutto un mondo di suggestioni. Le sempre nuove tecniche digitali consentono di concretizzare fantasie, ma la tecnica da sola non basta: il motore primo del linguaggio pubblicitario è la creatività. Il vulcanico Ceppe, al secolo Peppe Casciano, ha fatto della sua passione per video e social network la sua riuscita professione. Alcuni suoi video hanno fatto il giro del mondo, con numerose condivisioni e artisti come Federico Rossi (Benji&Fede) e Andrea Damante hanno posto la sua immaginazione al servizio della loro musica. Famosi brand ricorrono al suo talento. Ai lettori di albatrosmgazine racconta il suo lavoro. Hai migliaia di followers su Instagram: come nasce questa tua passione che è diventata la tua professione? “Sono sempre stato più appassionato dei dietro le quinte piuttosto che dei film stessi. La passione per gli effetti visivi e la post produzione si accende quando nel 2016 compro il mio primo green screen (in realtà comprai un po’ di stoffa verde in una merceria giù casa), costruii una struttura fatiscente a cui appenderlo con delle mollette, mi armai di telefono e iniziai a creare. Ero affascinato dal fatto che potessi davvero inserire me stesso ovunque volessi, così nacque il mio primo video (anche la base musicale è mia, fa parte di un mio vecchio EP). La trasformazione in professione la devo, strano ma vero, alla prima quarantena. Un periodo che ci ha fornito uno straordinario tempo libero che ha dato la possibilità a tanti artisti, liberatisi per forza di cose temporaneamente da lavori esterni, di concentrarsi sulle proprie cose.” “Un caffè puoi indossarlo… ho sempre sognato di essere una lancetta…”, sono tue frasi di video promo per noti marchi: nuovi, frizzanti, immaginifici, così come i video di Starwars… I contenuti sono veicolati dall’uso sapiente delle tecniche… Quali sono i tuoi modelli? Un riferimento per tutti è senz’altro l’illusionista americano Zach King… “Sicuramente Zach King è stato ed è una fonte continua di ispirazione, creativa più che tecnica. Fatto sta che essere stato citato da lui 4, 5 volte è stata una delle soddisfazioni più grandi della mia vita. Come Zach ce ne sono tanti nel mondo che seguo: Kevin Parry, Duncan Evans, Karen X sono solo alcuni dei nomi. Senza tutta questa contaminazione visiva sarebbe difficile per me, come credo per tutti, essere così creativamente produttivi. Sono un vero e proprio carburante per me!” I social sono per loro natura interattivi: quanto tieni conto dei commenti, consigli o delle provocazioni dei followers? “Si, aziende, brand e talent sono delle ottime occasioni per far arrivare la tua creatività a tante persone con cui entri inevitabilmente in contatto! I followers per me sono tutto, e non parlo di numeri, per me è proprio importante interagire il più possibile con loro perché sono loro lo specchio del tuo lavoro. Se loro sono divertiti, se i loro commenti sono positivi, se i video sono apprezzati significa che stai facendo un buon lavoro. Le provocazioni ci sono e ci saranno, ma è giusto dare loro il giusto peso: internet è un posto pericoloso, purtroppo ci sono persone pronte a sparare cattiverie gratuite che buttano giù tante persone. I commenti negativi invece, quando sono fondati, sono oro. Ti servono tantissimo per capire come migliorare la qualità dei tuoi contenuti.” La pandemia ha costretto tutti a rivedere priorità e stili di vita, ma forse ha sviluppato anche potenzialità inespresse, liberato sogni apparentemente impossibili… Anche tu hai dovuto reinventare il lavoro… Cosa attenderci in futuro? “Come dicevo prima, è stato un periodo molto florido per l’arte in generale. C’è chi è stato a casa prigioniero dello streaming, e chi invece ha sfruttato il suo tempo libero per reinventarsi (credo che della seconda categoria facciano parte solo persone che prima della pandemia di tempo libero non ne avevano, o ne avevano davvero poco). Questa cosa credo ci insegni che, indipendentemente da pandemie (spero non ce ne siano altre nel breve periodo), è fondamentale riuscire sempre a ritagliarsi del tempo per se stessi. È l’unico modo per provare a rendere “lavoro” le tue passioni.”

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