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Canti e festività

di Yvonne Carbonaro

Numero 237 - Febbraio 2023

I cantanti e attori Giovanni e Matteo Mauriello insieme al musicista Carlo Faiello interpretano la “Cantata dei Pastori”, nel segno della tradizione del teatro napoletano


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Nei giorni di Natale appena trascorsi i napoletani hanno avuto il piacere di rivedere la tradizionale “Cantata dei Pastori” scritta dal gesuita Andrea Perrucci(1651-1706) nel 1698. Scritta in versi, rientra nell’ambito del teatro religioso tardo-seicentesco, epoca in cui, secondo i dettami della Controriforma, la chiesa per educare la popolazione analfabeta dava grande spazio alle sacre rappresentazioni. -taglio- Vi si racconta il viaggio di Maria e Giuseppe prima della nascita di Gesù e gli attacchi di Belfagor e dei suoi diavoli che, per impedire tale evento, tentano ripetutamente di ucciderli. Perrucci, con l’intento di rendere più facile la comprensione per il popolo, vi inserì un personaggio napoletano: Razzullo, uno scrivano incaricato del censimento. È una maschera del napoletano eternamente affamato. Razzullo, pur avendo un incarico istituzionale, soffre la fame e la miseria. Egli, non sapendo, aiuta l’Arcangelo a sventare i tentativi dei diavoli ai danni di Maria e Giuseppe. Grazie al suo personaggio La Cantata ebbe un grande successo di pubblico che tifava per lui e in lui si immedesimava. Il personaggio del gobbo Sarchiapone, cattivo e folle, fu un'aggiunta della fine del ‘700, e faceva sbellicare di risa gli spettatori. La fortuna del testo fu tale da vedere numerosi riadattamenti e l'introduzione di altri personaggi comici. Nel tempo lo spettacolo diventò sempre più popolare fino ad essere troppo sboccato, tanto che nel 1889 venne interrotto di autorità. Dopo essere stata riscoperta e rivisitata dal M° Roberto De Simone negli anni settanta, La Cantata è ricomparsa sulle scene di Napoli ed è tornata ad essere un rito dei giorni di Natale. Gli artisti provenienti dalla scuola di De Simone e dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare hanno tenuto annualmente viva tale tradizione. Per molti anni Peppe Barra ce ne ha offerto una versione vivace e barocca. -taglio2- Carlo Faiello, con il suo Centro Culturale Domus Ars ubicato in via Santa Chiara, ha realizzato . Compositore e regista sempre più affermato per le sue canzoni e per gli spettacoli che organizza, partendo dal canovaccio del Perrucci, ha creato un godevolissimo mix di musica e testo. Ha unito alle canzoni di De Simone e ai brani della tradizione molte composizioni sue e ha compiuto un’operazione di sintesi di grande modernità asciugando il testo dalle stratificazioni e dalle aggiunte di personaggi come il pescatore, il cacciatore, l’oste ecc. Ha lasciato sulla scena Sarchiapone, indispensabile contraltare nei vivacissimi duetti con Razzullo. Nessuna scenografia barocca, ma la semplicità di uno scenario nudo e pochi oggetti di scena così da concentrare l’attenzione degli spettatori sulla vicenda, sugli interpreti e sulla dominante musicale e canora. Un concerto veramente superbo per l'armonia delle voci, la bravura dei cantanti, dei musicisti, degli attori. Giovanni Mauriello, all’epoca tra i fondatori della NCCP, nel ruolo di Sarchiapone si è esibito con la stessa verve e possanza vocale dei suoi vent'anni. Il figlio Matteo Mauriello, giovane ma con un ricco curricolo di esperienze teatrali, sempre più si conferma artista completo per canto, recitazione, gestualità. Buona parte del lavoro è infatti affidata a lui, che si rivela un eccezionale Razzullo. Il diavolo è Elisabetta D’Acunzo, l’Arcangelo Gabriele è Marianita Carfora, entrambe bellissime voci. Gli ottimi musicisti del Quartetto Santa Chiara sono: Gerardo Buonocore – fisarmonica, Arcangelo Caso – violoncello, Pasquale Nocerino – violino, Edo Puccini - chitarra. Ci auguriamo di tornare ad applaudirli il Natale che verrà.





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