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Monica Bellucci

Senza limiti

di Tommaso Martinelli

Numero 228 - Marzo 2022

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L’attrice simbolo del nostro cinema nel mondo ci racconta del suo nuovo film, ricordando gli inizi e il “segreto” per andare sempre avanti…


Dopo il suo esordio nel mondo della moda alla fine degli anni Ottanta, è il cinema però a diventare pian piano la sua passione più grande divenendo ben presto un'attrice di talento e musa di tanti registi.-taglio- Una carriera, quella di Monica, che cresce di anno in anno, soprattutto quando decide di trasferirsi in Francia anche per l’amore che la lega fino al 2013 all’attore Vincent Cassel da cui ha avuto due figlie, Deva e Léonie. Vincitrice di due Globi d’Oro, un Nastro d’argento, un David di Donatello, nonché un Premio Stella della Mole per l'Innovazione Artistica consegnatole all’ultimo Torino Film Festival, Monica nel corso degli anni ha preso parte a svariati film di notevole successo internazionale: da Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola a Malèna di Giuseppe Tornatore passando per Matrix Reloaded e Matrix Revolutions di Larry e Andy Wachowski e La passione di Cristo di Mel Gibson oltre a pellicole destinate a far discutere a causa delle scene di violenza in esse contenute, come Irréversible di Gaspar Noé. Splendida come trentacinque anni fa, quando aveva appena incominciato a calcare le passerelle, per Monica Bellucci il tempo sembra essersi fermato. Oggi l’attrice di origine umbre – protagonista recentemente sul grande schermo del docufilm The Girl in the Fountain e del lungometraggio La Befana vien di notte 2. Le origini - sprigiona un forte senso di consapevolezza e la sensazione che i suoi cinquantasette anni le abbiamo portato armonia e soddisfazione. Monica, la tua è una lunga carriera dal respiro internazionale: qual è il tuo segreto? “Credo che il segreto sia la passione che non conosce limiti di età, che porta tutti noi attori a mettersi sempre in gioco, un set dopo l’altro, a esplorare sempre nuovi territori.” Che importanza ha da sempre la recitazione nella tua vita? “Una volta Isabelle Huppert ha raccontato che dentro ogni attrice ci sono tante fate addormentate: ogni volta che un’attrice interpreta un ruolo, una fata si risveglia e prende vita. Ecco, recitare per me significa risvegliare le mie fate.” C’è un personaggio che sogni di interpretare? “Sì, ce ne sono tantissimi. Credo che se finisse questo desiderio dovrei smettere di recitare.” Sei un simbolo di sensualità e fascino senza tempo: com’è stato calarsi nei panni di una strega ne “La Befana vien di notte 2. Le origini”, uscito recentemente al cinema? “Il tempo, come è normale che sia, scorre e comporta un inevitabile cambiamento fisico. Tutto questo, però, ha un lato positivo: abbiamo l’opportunità di calarci nei panni di personaggi che fino a pochi anni fa non potevamo prendere in considerazione. In qualche modo diventa un’occasione per raccontare altro, qualcosa che in qualche modo si allontana dall’immagine estetica che si è avuta sempre di noi. Certo, per noi attrici questo passaggio non è lineare e facile: bisogna trovare dei veri registi che ci accompagnino. E poi sono convinta che mostrare le rughe è in qualche modo una forma di libertà.” Come descriveresti Dolores, il personaggio che interpreti? “Dolores è una strega molto buona che ha perso un figlio e che vive a contatto con la natura prendendosi cura di bambini abbandonati. Nel corso della storia aiuta la protagonista, la giovane Paola, insegnandole a capire il potenziale nascosto dentro di sé e ad entrare nella leggenda diventando la Befana.” Quale suo potere magico ti piacerebbe rubarle? “Credo la capacità di poter volare, anche se è una sensazione – quella di toccare il cielo con un dito e fuggire dalla realtà - che provo ogni volta che recito e mi calo nei vari ruoli che interpreto. Noi attori abbiamo la fortuna di fare un mestiere magico.” Hai la stessa sensazione anche quando guardi un film? “Assolutamente. Il grande schermo ha il potere di farci sognare, di toccarci nel profondo e, perché no, a volte anche di risolvere dei problemi che abbiamo dentro.” Cosa ti ha spinto a prendere parte a questa nuova avventura cinematografica? “Non è solo un film fantasy. Sì, ci sono tante avventure rocambolesche ma quello che mi ha colpito di più è il risvolto umano di ogni personaggio che si fa portavoce di tanti messaggi diversi tra loro. E poi c’è un fil rouge che percorre la storia: la complicità tra donne, in primis quella tra Dolores e Paola.” Con le tue figlie Deva e Léonie che tipo di rapporto hai instaurato? “Stiamo vivendo indubbiamente un periodo storico particolare che porta con sé tanti ostacoli e difficoltà. Credo che mai come ora abbiamo la possibilità di insegnare alle più giovani il significato e l’importanza della comunicazione e della libertà personale. Io con le mie figlie ho sempre cercato di essere un po’ amica oltre che madre. Sono convinta che sia proprio grazie all’intimità e alla collaborazione tra noi donne che riusciamo a crescere: insieme, ne sono sicura, si va più lontano.” Che cosa ti auguri per il loro futuro? “Spero che Deva e Léonie vivano in un mondo sempre più libero, dove non ci sia paura di parlare. Purtroppo le premesse non sono le migliori, ma ho comunque sempre una grande fiducia nel futuro.”

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