Giornalista, regista, sceneggiatrice, produttrice, imprenditrice, Ava Marie DuVernay prosegue con successo sulla strada del cinema e della tv di qualità
Nata nel 1972 a Long Beach (USA), discende dai DuVernay, Creoli della Louisiana, e proprio le sue origini l’hanno ispirata per realizzare il film “Selma – la strada per la libertà”. Vincitrice di Emmy, BAFTA e Peabody Awards, candidata all’Oscar, prima di dedicarsi completamente alla Settima Arte, ha seguito importanti casi in veste di giornalista per la Cbs News, come il processo ad O.J.Simpson. -taglio- Fonda in seguito una società di pubbliche relazioni, la DuVernay Agency. Promuove il lavoro di persone di colore e delle donne attraverso il suo collettivo cinematografico no-profit “Array”. Oggi è una dirigente dell’“Academy of Television Arts and Sciences”, l’istituto che assegna gli Emmy. Nel 2005 dà vita al suo primo cortometraggio, ispirato dalla vita di sua madre, per poi esordire, nel 2008, alla regia del documentario “This Is The Life”, sull’alternative hip hop, ricevendo diversi premi. Nel 2011 ancora la vita vera le ispira il nuovo lungometraggio, “I Will Follow”, sulla zia Denise, “combattente” ammalata di cancro. “Sapevo che come donna di colore, in questo settore, non avrei avuto persone che bussano alla mia porta per darmi soldi per i miei progetti quindi ero felice di metterli da parte mentre facevo il mio lavoro quotidiano”, affermò la regista decidendo così di dedicarsi solo al cinema. Intensa la sua pellicola, vincitrice al “Sundance Film Festival” del 2012, “Middle Of Nowhere”, sulla storia delle vittime dell’incarcerazione, madri, sorelle, figlie dei detenuti, ancor più vittime del condannato. Chiamata dallo Smithsonian Institution a realizzare un cortometraggio sulla storia americana, dà vita a “August 28: -taglio2-A Day in the Life of a People”, che racconta sei eventi storici accaduti quel giorno in diversi anni. Nel 2016 DuVernay presenta un altro importante documentario, “XIII emendamento”, quello che ha abolito, nella Costituzione degli Stati Uniti d’America, la schiavitù, per la celebre attivista Angela Davis “il film più importante che abbiate mai visto”. Toccante la serie tv del 2019 “When They See Us”, sul caso di cinque adolescenti di Harlem vittime del razzismo della giustizia americana. Tanti i documentari televisivi, come “Essence Presents: Faith Through the Storm”, sulla devastazione dell’uragano Katrina, sui diritti civili, su spettacoli dal vivo, backstage e artisti, videoclip musicali e pubblicità. Il suo ultimo progetto è “Caste: The Origins of Our Discontents,” film co-prodotto e programmato da Netflix che prende spunto dal libro omonimo della giornalista Isabel Wilkerson, promosso negli USA da Oprah Winfrey. “Voglio che i miei lavori facciano pensare, discutere, sensibilizzare e anche cambiare il modo in cui le persone si comportano”, spiega e di certo i suoi film e documentari smuovono le coscienze.