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ASCANIO PACELLI

Diversamente nobile

di Agnese Serrapica

Numero 198 - Aprile 2019

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Abbiamo imparato a conoscerlo in televisione, una presenza che spiazza ed uno charme unico: Ascanio Pacelli si racconta


Quante probabilità ci sono nella vita di intervistare un principe? Poche, onestamente. Questa possibilità, e questa fortuna, io l’ho avuta nel momento in cui Ascanio Pacelli ha accettato di farsi intervistare per Albatros Magazine. Perché lui è un principe davvero, e non solo sulla carta. Ha un garbo nei modi e un’eleganza nelle parole, che ti fanno davvero credere che la nobiltà sia qualcosa che va ben oltre l’albero genealogico. È rampollo della più alta nobiltà romana e pronipote di Pio XII, quel Papa che al termine delle prime fasi di beatificazione ha ricevuto i titoli di Servo di Dio e di Venerabile, e per cui è aperta una causa di canonizzazione. Eppure, da parte di questo giovane aristocratico, golfista per passione e per professione, nessuna ostentazione, ma solo educazione e rispetto, per se stesso, per gli altri e per quei valori che gli sono stati trasmessi e in cui crede fermamente. Una bella persona Ascanio, davvero, nobile in tutto e per tutto.

Hai iniziato la tua carriera con il Grande Fratello. Che ricordi hai di quella esperienza?

“Il Grande Fratello l’ho vissuto come un momento di passaggio della mia vita: ero single e professionalmente non ero al top. Un amico chiamò al posto mio, figurati che io non ero nemmeno a Roma, ero in Puglia per un torneo di golf. Quando mi convocarono, mi presentai ai provini e li supererai tutti. Per me, che vivo di emozioni e stimoli, è stata un’esperienza molto forte, segnata da momenti di noia e di ristrettezze. Solo chi l’ha vissuta può capire fino in fondo la situazione: è un contesto particolare, condiviso con tanti sconosciuti, e basta davvero poco per diventare nervosi. Tutto sommato, una bella avventura, e poi quella a cui ho partecipato io è stata un’edizione molto fortunata.”

Com’è cambiata la tua vita dopo quell’esperienza?

“Il cambiamento più grande è stato, ovviamente, l’incontro con la donna che poi è diventata mia moglie e con cui ho formato una famiglia. Katia (Pedrotti) mi è piaciuta subito, così solare, dinamica, estroversa. Abbiamo cominciato condividendo quell’avventura, e ora condividiamo la vita.”

Sei discendente di Eugenio Pacelli, Papa Pio XII. Senti la responsabilità di questo cognome così importante?

“Sono orgoglioso della mia famiglia, il mio antenato è stato Pontefice in un periodo storico molto difficile, complesso, durante la Seconda Guerra Mondiale. Ha avuto un ruolo storico, oltre che religioso, molto importante. Non posso che esserne fiero.”-taglio-

Cosa significa essere principe oggi?

“Io sono un nobile abbastanza fuori da ogni cliché, un po’ ribelle e con tanti tatuaggi. I miei genitori mi hanno sempre fatto vivere una vita normale. Tutta la mia famiglia ci ha abituati a vivere bene, ma con sobrietà, senza strafare. Io sono fortunato perché ho potuto trasformare la mia più grande passione, il golf, in un lavoro, infatti sono il General Manager di un campo alle porte di Roma.”

Che tipo di genitore sei?

“Sono un papà che fa il papà e non l’amico dei suoi figli. Con mia figlia adolescente ho un rapporto molto profondo, che invece è più fisico e immediato col piccolo. Questo è dovuto al fatto che hanno due caratteri molto diversi e quindi mi approccio a loro in maniera differente, rispettandone la personalità.”

Confucio diceva: “Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita”, è così anche per te?

“Sono fortunato, perché ho un lavoro legato alla mia più grande passione. Ti confido una cosa: io ho un grande rimpianto, sarei voluto diventare famoso per il golf, avrei voluto firmare autografi dopo aver vinto una gara e non per aver preso parte a un reality, che pur mi ha cambiato la vita. Io dico sempre che non conosco il sapore della vittoria, ma conosco molto bene l’amarezza della sconfitta.”

Tv, radio, teatro: cosa ti “prende” di più?

“Ho capito nel tempo che il teatro è una grande passione per me, perché è reale e diretto. Tra i miei prossimi progetti c’è sicuramente il ritorno in palcoscenico. Il mio amico Diego Ruiz mi ha detto: ‘Devo rimettere in scena: Ricette d’amore, che dici?’. Io ho risposto di sì senza neanche pensarci. Saremo in scena da metà ottobre al Manzoni a Roma, e sarà bellissimo.”

Bello, intelligente, simpatico. Ma qualche difetto ce l’ha questo principe Ascanio?

“Ho tanti difetti! Ho un carattere forte, sono il tipo che dice: ‘O come dico io o niente’, per intenderci. In quella che può sembrare una forma di prepotenza c’è, però, alla base una grande dose di forza e di fiducia. In quel momento, io ti sto dicendo: ‘Fidati di me’.”

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