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Artisticamente parlando

di Claudia Minichino

Numero 207 - Febbraio 2020

La cantautrice Micol Martinez si racconta ad Albatros Magazine. E porta con sé la sua arte, dalla scrittura al teatro fino alla musica


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Micol Martinez è una ragazza che ama l’arte, in molte sue forme. Ha deciso di fare della musica il suo lavoro ma è scrivere ciò che le interessa davvero. Raccontare, raccontarsi. Analizzare l’esperienza umana. Ha scritto un romanzo (“Quando muori mi avvisi?”), da sette anni collabora all’organizzazione de “Il Cafè Bandini” di Milano – rassegna di musica, poesie e teatro – e a marzo uscirà il suo nuovo album. Insomma, Micol vive d’arte. E noi di arte abbiamo parlato, ma non solo… -taglio-

Micol, a marzo uscirà il tuo nuovo album “i buoni spropositi”. Com’è nato?

“È un album che ho curato per circa due anni. Contiene 8 tracce e c’è un punto Fil Rouge che accumuna i vari testi che è questo correre su un filo che sta tra immaginario e reale. Come ad esempio in “buon anno amore mio”, canzone in cui vi è un elenco di buoni propositi che poi si capisce che non verranno mai attuati. Anche il disco scivola a volte in un mondo immaginario dove le cose diventano potenzialmente reali, proprio perché nella realtà non possono esserlo.”

Scrivere però è una passione delicata ed intensa. Cos’è che ti ispira maggiormente?

“In realtà seguo una sorta di flusso di coscienza. A volte non so neanche io qual è l’elemento di ispirazione. Può essere un telegiornale, un’immagine, un film. Oppure può esserlo una mia esperienza diretta. La scrittura può avere un grosso potere terapeutico, e per me spesso è così.”

Quando hai capito che la musica era ciò che volevi fare?

“Ah beh… Ci sono proprio nata. Posso supporre che sia stato uno dei primi pensieri che ho avuto. Mio padre è un economista, ma quando era giovane suonava, ed in casa spesso avevamo ospiti anche conosciuti nella musica italiana. Così da piccola mi ritrovavo nel salotto di casa, di domenica sera, a sentire questi musicisti, mia madre che cantava e mio padre che suonava. Questo è stato il mio imprinting.”

So che hai fatto e fai teatro, collaborando anche alla stesura di sceneggiature. Quanto tutto questo ha influito nella tua musica?

“In realtà il mio filo conduttore è la lettura e la scrittura. Io amo tutto quello che è parola. Difatti per me scrivere è sempre e comunque scrivere, a prescindere che sia un romanzo, una sceneggiatura o il testo di una canzone. -taglio2- È scrivere dell’umano. Quello che a me interessa è la psicologia umana, fino alla sociologia. Il fulcro è il racconto dei sentimenti umani.”

Infatti, hai scritto anche un romanzo. L’arte sembra essere il motore delle tue passioni. Teatro, letteratura, romanzi, musica. Pensi che siano modi diversi di esprimere lo stesso concetto?

“Innanzitutto, c’è una forma di conoscenza di sé che avviene sempre, ma anche di conoscenza delle dinamiche umane generali, il che vuol dire spiegarle a sé stessi ma soprattutto per me è spiegarle agli altri. In fondo ho un fine anche quasi didattico. Nel momento in cui comprendo qualcosa dell’umano mi sembra un peccato tenerlo per me. Il romanzo che ho scritto è difatti un romanzo di formazione, che tratta la storia di una famiglia disfunzionale. Ognuno di noi può vivere una vita più o meno difficile. Credo dunque che sia tutto finalizzato alla distribuzione di microconoscenze che possono far stare meglio chi le apprende.”

Bene, dunque, torniamo alla musica: cosa ti aspetti dall’uscita del tuo nuovo album, cos’è che vorresti trasmettere a chi lo ascolterà?

“Leggerezza e al contempo una profondità velata. Cioè una leggerezza nel modo di comunicare, con concetti un po’ più profondi dietro. Spero di essere riuscita a fare questo, in realtà le canzoni mi vengono in modo molto naturale.”

Musicalmente parlando, dove vorresti arrivare e cosa ti auguri?

“È difficile in questo periodo storico sopravvivere con la musica. Soprattutto nel momento in cui fai cose tue. Mi auguro di rimanere sempre in rapporto positivo con la mia musica e di arrivare a tutte le persone che possono comprenderla.”





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