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Arte che ci rende liberi

di Paola Ratti

Numero 220 - Maggio 2021

Il pittore milanese Guido Rocca ci spiega come sia importante continuare a nutrirsi d'arte, nonostante la chiusura prolungata di musei e gallerie


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Questi mesi di lockdown e zone colorate hanno portato alla chiusura prolungata di musei e gallerie d'arte. Una situazione che ci ha fatto sentire più poveri intellettualmente e spiritualmente, dato che l'arte è nutrimento per l'anima. È per questo che Guido Rocca, pittore milanese molto apprezzato,-taglio- ha deciso di fare sentire la sua voce in questo difficile momento, invitandoci a non rinunciare all'arte. Noi lo abbiamo intervistato. Di recente ha lanciato un messaggio ben preciso: “I musei sono chiusi, ma l’arte non ha confini”. Ce lo spiega meglio? “Sono convinto che dalle circostanze più difficili dobbiamo cercare di trarne un valore, altrimenti diventiamo delle vittime e non è mai una buona condizione. In questo caso ritengo che l’arte ci possa venire in aiuto, facendoci comprendere che, nonostante le restrizioni, siamo uomini liberi. Le chiusure dei musei sono un indicatore che gli organi di potere non ritengono le forme artistiche un bene primario ma questo non ci deve fermare e dobbiamo continuare ad attingere al potere salvifico dell’arte. Come diceva Oscar Wilde “si può esistere senza arte ma senza di essa non si può vivere” e mai come in questo momento abbiamo bisogno di vivere. Se vogliamo una società migliore bisogna valorizzare l’arte, divulgarla e sensibilizzare i giovani ad essa, perché è grazie alla linfa vitale dell’arte che la società può diventare più costruttiva, raggiungendo condizioni di esistenza migliori.” Come possiamo fare in modo che l’arte continui a nutrire la nostra anima tra le mura domestiche? “Ha detto proprio bene: l’arte è ossigeno e nutrimento per le anime del mondo, infatti quando le persone vengono in contatto con essa il loro umore migliora, proprio perché l’estetica aiuta gli esseri ad emergere e tornare se stessi, eliminando le identità fasulle che gli uomini si creano a causa di dolore e fallimenti. Per questo non dobbiamo dare confini all’arte ma dobbiamo immergerci in essa nella quotidianità della vita e tra le mura domestiche, perché la creatività è una vera e propria panacea per i mali dell’anima. Il mio consiglio è di creare ambienti estetici, ascoltare musica e leggere, dedicare del tempo tutti giorni per osservare un’opera o ascoltare un brano musicale o leggere una poesia, sono convinto possa rendere la vita delle persone migliori. Alla fine siamo noi a creare il nostro futuro e più noi stiamo bene più le cose vanno come vogliamo, più siamo di cattivo umore, più ci riempiamo di dubbi e preoccupazioni che poi si manifestano nell’universo fisico sotto forma di barriere e ostacoli. L’arte ha il potere di tirarti su ed elimina le considerazioni negative, questo vi garantisco che rende la vita decisamente più semplice e divertente. Inoltre le distrazioni continue che abbiamo, specie a causa dei cellulari, possono renderci più introversi e non farci vivere il presente, spegnere per un po' televisioni e telefonini e guardare un quadro, ci può aiutare a strapparci dal passato e farci tornare nel presente, riabilitando le nostre percezioni e migliorando la nostra visione del futuro. Mai come adesso che siamo sommersi da notizie negative, dobbiamo aggrapparci all’arte per tener viva la speranza e pensare ad un futuro di rinascita.” Lei, da artista, come sta vivendo questo momento di chiusura? “Questa situazione mi ha fato svegliare ancora di più. Ho compreso che devo alzare il mio livello di urgenza e dedicarmi ancora più intensamente alla mia arte e a aiutare altri artisti a vincere, perché solo così posso sentirmi utile. È ormai da qualche anno che ho compreso che l’arte è una forma di rivoluzione gentile e quindi adesso ritengo che bisogna armarsi di colori e pennelli e creare alti livelli di estetica e trasformare le inquietudini e il dolore in consapevolezza, contribuendo così a cambiare la situazione attuale. La mia fortuna è che, essendo un pittore, vedo il mio futuro come una tela bianca e so che posso creare ciò che voglio, questo mi dà una grande forza e libertà e mi alleggerisce dalle preoccupazioni della vita. Naturalmente non sono indifferente alle difficoltà degli altri, anzi sono molto sensibile in questo ma ho compreso che l’unico modo per fare qualcosa a riguardo è agire e aiutare, questo mi permette di non farmi travolgere dalla situazione attuale.” Cosa pensa del rapporto tra arte e web, dalle mostre virtuali all’uso dei social da parte degli artisti? “Credo che il web sia una grande fortuna per gli artisti emergenti. Grazie ad internet ho creato il mio posizionamento e la mia vendita costante di opere, attirando poi galleristi e persone influenti del mondo dell’arte. Se usato bene internet ti permette di essere autonomo e non dipendere da terze parti, questo per un artista è importante perché non deve mai scendere a compromessi. -taglio2-Inoltre credo che sia anche una mia responsabilità far parte soprattutto dei social, proprio perché posso comunicare i miei messaggi che ritengo siano messaggi utili per tutti. So che i social hanno aspetti positivi e negativi, ma a maggior ragione ritengo che per aumentarne gli aspetti positivi, debbano entrare sempre più artisti e filosofi. Le mostre virtuali invece non ne ho mai fatte personalmente, ma credo che tutto ciò che promuove l’arte vada bene. Credo che specie per gli artisti digitali siano delle ottime occasioni. Per quanto riguarda le mie opere, sicuramente una mostra digitale non potrà mai dare lo stesso impatto di una dal vivo.” Quando è nato il suo amore per l’arte e ha iniziato a dipingere? “L’arte mi ha accompagnato fin da bambino. La poesia è stata la mia prima vera amica e grazie a lei riuscivo a comunicare in maniera sincera, nonostante fossi piuttosto insicuro. Crescendo ho sempre continuato a scrivere, era una vera e propria necessità, un’arte terapeutica che mi permetteva di esternare e trasformare anche le inquietudini più nascoste e profonde. A diciotto anni sono andato via di casa e ho incominciato a viaggiare e lavorare all’estero. A vent’anni ero su una barca a vela e stavo attraversando l’Oceano Atlantico. Per anni non mi sono fermato, ho vissuto e esplorato buona parte del Sud America per poi spostarmi in Asia, dove ho passato un anno tra India e Nepal, vivendo gran parte del tempo a Kathmandu. In Asia ricevetti moltissimi stimoli e ispirazioni e inizia a pormi domande che mi condussero sull’Himalaya. L’esperienza sui monti, immerso nella natura, mi fece fare un passo importante verso me stesso, grazie anche all’incontro con dei monaci. Dopo l’Asia andai in Africa con lo scopo di aiutare nella costruzione di una scuola e quello fu l'ultima girata di chiave per spalancare la mia coscienza. A venticinque anni dopo viaggi, amori e avventure ero così colmo di vita e di esperienze che fui travolto da un flusso creativo incredibile. In quel periodo erano crollate delle barriere interiori che bloccavano la mia ispirazione, ed è in quei giorni che inizia a dipingere, e da allora non mi sono più fermato.” Solitamente quali sono le sue fonti d’ispirazione? “Quando dipingo mi butto sulla tela senza pensare cerco di essere il più sincero possibile. Non faccio altro che comunicare i miei stati d’animo che si accendono e si manifestano nella vita quotidiana. A volte quando non dipingo per giorni, sento una necessità infrenabile di esprimermi con la pittura, non sono ispirato da qualche cosa in particolare ma sento che è la mia natura spirituale che prende il sopravvento. Quando creo mi libero dalla falsità e mi sento me stesso ed è per questo che grazie all’arte non sono morto, nonostante dodici anni di tossicodipendenza, perché l’arte arrivava puntuale a soffiare sulla brace della vita, impedendo che mi spegnessi completamente. Per anni ho proprio creato per non morire, poi dieci anni fa ho sconfitto i miei demoni e ho risolto il mio problema di dipendenze, una volta che mi sono sentito in salvo ho compreso come la mia arte poteva dare un contributo anche agli altri ed è questa spinta motivatrice che mi dà la forza di andare dritto per la mia strada. Sono sicuro che il mio passato burrascoso mi abbia lasciato la consapevolezza vincente che non c’è motivazione più grande che fare qualcosa per essere utile agli altri.” Prossimi progetti? “Il prossimo progetto sarà una mostra con otto opere grandi, i quadri saranno tutti dello stesso stile, voglio che sembri un'unica immensa opera. Poi sto organizzando un’accademia online per aiutare gli artisti a vendere. Sono anni che tengo consulenze e conferenze ad artisti per aiutarli ad emergere e ho pensato che era il momento di mettere tutto online, in modo che molte più persone possono parteciparvi. Durante le chiusure, usando internet, ho tenuto conferenze a più di tremila persone, dal vivo ci avrei impiegato anni a raggiungere così tanta gente. Naturalmente poi con la mia associazione di artisti abbiamo già pronti eventi e mostre dove le varie arti si fondono insieme. Nel frattempo dipingo e scrivo come sempre, la mia fortuna è riuscire a sentirmi libero nonostante le limitazioni, quindi in attesa che riaprano il paese continuo il mio cammino.”





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