logo-coverstory

Arisa

La mia liberazione

di Tommaso Martinelli

Numero 219 - Aprile 2021

albatros-arisa

Ancora una volta ha saputo incantare tutti con la sua voce, interpretando “Potevi fare di più”. E come sempre anche questo brano è stato il suo modo di esprimere quello che sente oggi, i suoi momenti, le sue emozioni


Senza dubbio una delle protagoniste del 71° Festival di Sanremo, Arisa ha portato sul palco dell’Ariston il brano “Potevi fare di più” che sarà contenuto nel suo prossimo album di inediti. Scritto da Gigi D’Alessio, “Potevi fare di più” parla di un momento di liberazione da una relazione tossica: la storia di una donna che cerca la forza di dire basta ad un amore che si è spento e ai continui tentativi di tenerlo in piedi. Arisa, che nel 2015 è stata anche co-conduttrice della 65° edizione del Festival, si contraddistingue da sempre per il suo raffinato timbro vocale e per la sua versatilità: oltre che nella musica ha anche lavorato nel mondo cinematografico, come attrice e doppiatrice, e in ambito televisivo, come giudice di importanti talent show (X-Factor e Amici) e come presenza fissa in programmi televisivi (Victor Victoria – Niente è come sembra). Ha all’attivo sei album in studio, un Ep e due raccolte, vanta quattro certificazioni Platino (con “Malamorenò”, “La notte”, “Meraviglioso amore mio”, “Controvento”) e due certificazioni oro (con “L'amore è un'altra cosa” e “Guardando il cielo”). Arisa racconta questa nuova fase della sua vita ad Albatros Arisa, cosa ti ha colpito del brano “Potevi fare di più”? “Ho sentito una grande verità nel testo e io ho bisogno di cantare cose autentiche. Mi sono rivolta a Gigi D’Alessio perché è un maestro: ha scritto dei brani entrati nella storia della musica italiana. E poi sentivo forte il desiderio di cantare qualcosa di “stampo napoletano”, per sentirmi vicina al sud e alla mia terra, la Basilicata, non potendo cantare in lucano.” È una canzone che ti rispecchia? “Sì, molto. Con Gigi abbiamo parlato tante volte, ci siamo raccontati e quando mi è arrivata questa canzone mi sono commossa. “Ciò che non ti uccide ti fortifica” e anche gli amori tossici sono delle prove.” Cantare una canzone di questo tipo è un po’ terapeutico? “Io esorcizzo capitoli della mia vita attraverso le canzoni e li trasformo anche in momenti importanti. Quando ho cantato “La notte” vivevo un periodo particolare della mia vita, ora un altro. Perché no: quando sarò nonna attraverso le mie canzoni racconterò la mia storia ai miei nipoti.” Che messaggio vuoi lanciare con questo brano? “Quando ci troviamo in una situazione non congeniale alle nostre corde, bisogna prendersi la responsabilità del proprio disagio e fare in modo che le cose cambino. Si può fare.” Nell’album ci saranno altre collaborazioni con Gigi? “Ci stiamo lavorando e sto cercando di essere “padrona” di quello che uscirà. Sicuramente chiederò tanti consigli a Gigi, è un’avventura iniziata insieme.” Cosa ha rappresentato per te il ritorno a Sanremo, in questa edizione particolare? “Quando una cosa dà tanto, come ha fatto Sanremo con me, in qualche modo bisogna restituire. È stato un festival con tante difficoltà ma lo scopo di noi artisti è intrattenere. E poi in qualche modo ha segnato una ripartenza. Non vedevo l’ora di tornare a cantare e di farlo proprio sul palco dell’Ariston, un palco per me molto importante, e di condividere con il pubblico la sensibilità di un brano come “Potevi fare di più.” Ti è mancato il pubblico seduto in platea? “Io guardo molto le persone quando canto, mi piace cercare di intravvedere nei loro occhi se li sto rendendo felici o meno, se sto facendo bene o male. Oltre al pubblico seduto in platea, però, mi è mancato il passaggio per le strade di Sanremo con la calca di persone. In fin dei conti Sanremo è una grande festa.” A 38 anni che concezione hai dell'amore? “Come canta Tiziano Ferro “L’amore è una cosa semplice”. Quando stai bene con una persona, ci stai bene e basta. Lasciamoci andare: il tempo è poco per essere felici e spesso lo sprechiamo. Detto questo, la cosa più importante è sviluppare un grande amore per sé stessi: solo se impariamo ad amarci potremo amare gli altri.” Cosa significa prendere consapevolezza di noi stessi ed amarsi? “L’amore per sé stessi non significa essere narcisisti. Significa sentirsi meritevoli di stare al mondo.” Cosa hai fatto in questo periodo di “pausa forzata” e quali sono i tuoi progetti? “Ho preso coraggio e scritto canzoni, anche in napoletano. Sogno di portare all’estero la mia musica in italiano: desideriamo assomigliare all’America ma abbiamo ancora così tanto da dire e da dare. Oggi ho più consapevolezza di me: mi sento più matura e vado dritta per la mia strada. Devo darmi delle opportunità senza cercarle troppo lontano dall’albero.”

ads-publicità


Booking.com

Booking.com