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Antonella Ferrari

Un momento d'oro

di Paola Ratti

Numero 236 - Dicembre-Gennaio 2023

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È un momento speciale per l’attrice e showgirl, attualmente in tv come inviata di “O Anche No” e reduce dal conseguimento del prestigioso “Ambrogino d'oro”


Questo è un momento particolarmente speciale per Antonella Ferrari. Di recente il pubblico ha potuto vederla al cinema nel film “Dante” di Pupi Avati e poi ha debuttato nelle vesti di inviata per “O Anche No”, programma di inclusione sociale e disabilità condotto da Paola Severini Melograni e realizzato con la collaborazione di Rai per la Sostenibilità e Rai Pubblica Utilità -taglio- (in onda su Rai 3 la domenica a partire dalle 10:25 circa e in replica il lunedì alle ore 1:05). Però non è finita qui: l'attrice ha infatti ricevuto dal Comune di Milano il prestigioso Ambrogino d'oro, la massima onorificenza della città. L'abbiamo intervistata per farci raccontare qualcosa in più... Partiamo dall'Ambrogino d'oro. Che emozione è ricevere un riconoscimento così importante? «Quando anni fa ho ricevuto l'Onoreficenza di Cavalierato al Merito della Repubblica Italiana mi sono emozionata in modo pazzesco e mai avrei pensato che, qualche anno dopo, arrivasse persino l'Ambrogino d'oro. Quest'ultimo ha per me un significato particolare, perché viene dato nella mia città natale che io amo. Io mi sento una milanese D.O.C. e ricevere un prestigioso riconoscimento dalla mia Milano, per tutte le battaglie per le persone con disabilità, mi rende felice e onorata. Ringrazio di cuore il sindaco Beppe Sala e tutte le persone che mi hanno votato in questa circostanza e hanno fatto in modo che potessi ricevere l'Ambrogino questo 7 dicembre. Poi mi ritrovo tra 39 nomi illustri e di grande spessore, da cui non posso fare altro che imparare. Sono lusingata di essere insieme a loro». Passando invece al cinema. Com'è stato tornare a lavorare sul set con un Maestro come Pupi Avati? Cosa ci dice del suo ruolo? «Tornare a lavorare con Pupi è stato molto emozionante. In questo film ho interpretato la mamma di Violante, ovvero della figlia di Boccaccio. Il mio, come molti altri, era un piccolo ruolo ma lavorare con un grande maestro come Pupi Avati ti aiuta sempre a crescere come attrice. Lui ha un attenzione particolare per gli attori e li guida passo dopo passo nella storia». Qual è il suo legame con la settima arte? Con quale altro regista le piacerebbe lavorare e con che personaggi vorrebbe confrontarsi? «Io amo recitare e sono stata fortunata perché la mia grande passione è diventata il mio lavoro. Certo incontro ancora molte difficoltà ad essere scelta per un ruolo perché spesso la mia cartella clinica precede il mio curriculum, ma io non demordo e mi propongo con grande entusiasmo. Mi piacerebbe lavorare con Francesco Bruni perché il suo “Tutto chiede salvezza” mi ha molto colpito. Oltre a lui sogno Ozpetek o Genovese. Mi piacerebbe interpretare un ruolo distante dalla mia disabilità, magari un ruolo leggero e comico perché amo far sorridere il pubblico anche a teatro». Lei è da sempre molto attiva in tv, tanto che lo scorso anno l'abbiamo vista con un appuntamento fisso a "Detto Fatto" su Rai 2. Cosa ricorda di quella esperienza? «È stata un’esperienza bellissima e mi dispiace molto che il programma non ci sia più. Per la prima volta in tv abbiamo affrontato il tema disabilità con ironia e questa è stata la chiave vincente della mia rubrica. Abbiamo affrontato tanti stereotipi legati al mondo della disabilità ma l’abbiamo fatto con il sorriso sulle labbra e questo ci ha premiato. Era un programma molto curato e faceva compagnia a tante persone. Peccato toglierlo». Ora invece è diventata inviata per "O Anche No", programma di Rai 3 che parla di disabilità. Ci parla di questa nuova esperienza? «Quando Paola Severini mi ha proposto di collaborare al programma ne sono stata molto lusingata. Seguivo da tempo “O anche no” e ne apprezzavo i contenuti quindi entrare a far parte di questa famiglia è un privilegio. Ricevo centinaia di lettere quindi attingerò anche a quelle per raccontare storie di vita straordinarie». Quanto è importante, secondo lei, parlare di disabilità in tv? -taglio2-Non le sembra che se ne parli forse un po' troppo poco? «Purtroppo se ne parla ancora troppo poco. “O anche no” è l’unico programma dedicato ma sarei felice di vedere più inclusione anche negli altri programmi tv. Io non sono la mia disabilità e mi piacerebbe parlare anche di altro, come ho fatto nel salotto di Barbara D’Urso o a “Detto Fatto”». Sappiamo che qualche mese fa è uscita in versione audiolibro il suo best-seller "Più forte del destino". Ce ne parla? Cosa pensa del mondo degli audiolibri e dei podcast, le piacerebbe realizzarne altri? «Realizzare l’audiolibro era un sogno nel cassetto che avevo da anni. Poter rendere accessibile “Più Forte del destino” anche alle persone non vedenti o comunque con qualche problematica visiva mi ha permesso di arrivare ad un pubblico più grande e molto attento. Sono stata la voce di un altro audiolibro sempre sulla sclerosi multipla ma spero in futuro di registrarne tanti altri. Ho realizzato anche dei podcast e credo che questo sia il vero futuro della comunicazione. Mi piacciono molto e ne ascolto di vari tipi». Ci sono altri progetti che bollono in pentola? «Nei prossimi mesi uscirà il mio secondo libro su un tema a me molto caro: la mia non maternità. Non pretendo di replicare l’enorme successo del primo ma mi auguro che molte donne lo leggano perché la maternità e l’adozione sono due argomenti molto sentiti. Oltre a questo sogno sempre di lanciare una linea di stampelle decorate come le ma sto incontrando tante difficoltà per avviarne la produzione. Speriamo che presto si sblocchi qualcosa!»

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