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Anima Jazz

di Antonino Ianniello

Numero 219 - Aprile 2021

È apprezzato in tutto il mondo il sound jazz di Carla Marciano, un mix di energia pura e grande talento


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Raggiungendola tra i suoi tanti impegni artistici conosciamo meglio Carla Marciano, sassofonista-simbolo del jazz ‘Made in Salerno’, conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. La Marciano, con il passare del tempo, si è affermata con forza e determinazione dimostrando che dietro la sua esile e sottile figura, -taglio- siste una musicista con due polmoni ed una resistenza incredibili. Una donna che oramai tutti riconoscono come vero fenomeno del jazz e che regala luce al Sud, alla Campania ed all’Italia intera, oltre che alla sua Città natale. La sua musica è senza filtri, è specchio della sua anima. Urgenza interiore, il veicolo attraverso il quale la Marciano si esprime nella maniera più libera e vera. “Una caratteristica è poi l'alternanza tra momenti dalla forte carica passionale ed emotiva ed altri più riflessivi, in quanto rispecchia i tratti contrastanti del mio carattere”. Si aggiudica il “JazzIt Award 2012” ed il ‘Premio Internazionale Principessa Sichelgaita’. Da sempre, o quasi, un personaggio molto discreto, che sfiora quasi la timidezza. Sul palco e con il jazz si trasforma, esternando tutta la sua fantasia e la sua grinta, che fanno di lei una band leader indiscussa. L’abbiamo contattata qualche giorno fa e le abbiamo sottoposto qualche domanda: Carla quanti lavori hai realizzato sino ad oggi nel corso della tua carriera? “Ho inciso cinque album da leader. I primi tre ‘Trane’s groove’, ‘A strange day’ e ‘Change of mood’, sono stati prodotti dalla storica Black Saint, una delle principali etichette a livello internazionale nella documentazione di un certo jazz d’avanguardia (per otto anni consecutivi la migliore etichetta di jazz nel mondo e Giovanni Bonandrini miglior produttore discografico, secondo il referendum della famosissima rivista statunitense Down Beat). Pochissimi musicisti italiani hanno avuto la fortuna di incidere per quest’etichetta, di far parte di un catalogo comprendente artisti del calibro di Archie Sheep, Max Roach, Steve Lacy, Dewey Redman, Cecil Taylor, Charlie Haden, Don Cherry, Sam Rivers, Lester Bowie, Art Farmer, Antony Braxton, solo per citarne alcuni. Essere un’artista Black Saint, indubbiamente, mi regalò subito una grossa visibilità a livello internazionale e tanti concerti in Italia e all’estero, compreso un bellissimo tour in USA. Poi i Bonandrini si ritirarono dall’industria discografica, per cui il mio quarto album ‘Stream of consciousness’, un live in studio, fu pubblicato dalla nota etichetta romana Alfa Music. Il quinto, ‘Psychosis - Homage to Bernard Herrmann’, uscito di recente, è stato invece prodotto dalla prestigiosa etichetta olandese Challenge Records, che vanta un catalogo molto importante non solo di jazz, ma anche di musica classica. Non a caso Herrmann è stato un grande direttore d’orchestra e compositore classico, oltre che uno dei più grandi geni della musica da film.” Come nasce ‘Psychosis’?-taglio2- “Dal mio amore per la musica di Herrmann, uno dei più grandi geni della musica da film. E' stata una bella prova arrangiare e rielaborare per un quartetto jazz, brani nati per organici orchestrali, come i temi tratti da ‘Marnie’,’Psycho’ e ‘Vertigo’ di Alfred Hitchcock, ‘Taxi Driver’ di Martin Scorsese e ‘Twisted Nerve’ di Roy Boulting. Ho ‘toccato’ queste musiche lasciando integra la bellezza delle melodie, ma creandovi all’interno nuovi spazi d’improvvisazione, che consentissero al quartetto di mantenere la propria identitàe a me di conservare la direzione del mio viscerale linguaggio estemporaneo, mettendo a nudo la mia anima in assoluta libertà, animata al contempo da un forte desiderio di ricerca e sperimentazione. In coda c'è una ‘bonus track’, arrangiata da Alessandro la Corte, un omaggio ad un altro grande compositore di colonne sonore: John Williams.” Cosa voleva significare per te questo titolo? “‘Psychosis’significa psicosi e il Cd s'intitola così perché le musiche sono tutte tratte da thriller psicologici, i cui protagonisti sono affetti da psicosi, nevrosi, ansie e fobie. Un'attenzione particolare che ho voluto rivolgere alle persone affette da disturbi psichici.” Come venne fuori il progetto del 4tet? “Dalla mia necessità di creare una formazione che avesse una forte intesa, un proprio ‘suono’ed una identità. Trovai i compagni ideali nel pianista Alessandro La Corte, nel contrabbassista Aldo Vigorito e nel batterista Gaetano Fasano. Ciascuno con il proprio talento ha contribuito alla crescita di questo quartetto. Alessandro è anche mio marito, oltre che pianista del gruppo e spesso co-arrangiatore insieme a me.” Cosa pensi differenzi questo lavoro dai tuoi precedenti? “I Cd precedenti si basavano su musiche di mia composizione, questo è un omaggio a un altro autore. Ma il filo conduttore è sempre lo stesso: portare avanti un discorso musicale coerente, vero e sincero, senza condizionamenti ecompromessi di alcuna sorta e cercare di arrivare al cuore di chi ci ascolta magari regalando energia positiva. Il mio linguaggio è in continua evoluzione. Ho una forte passione per lo studio e la ricerca, ma suono sempre guidata dallo stesso motto: ‘metti tutta la tua passione ed il tuocoraggio in ciò che fai e fallo sempre al massimo delle tue possibilità, come se ogni giorno fosse l’ultimo della tua vita.’”





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