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Ana De Armas

Ragazza prodigio

di Laura Fiore

Numero 235 - Novembre 2022

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In questo periodo abbiamo sentito molto parlare di lei, a Venezia ha lasciato tutti a bocca aperta grazie ad una grande interpretazione di Marilyn Monroe


Quest’anno il pubblico ha avuto modo di conoscere meglio Ana de Armas attrice, produttrice e modella cubana naturalizzata spagnola che con la sua presenza scenica e la sua professionalità è stata in grado di farsi notare a livello internazionale e conquistare letteralmente tutti. -taglio-La sua carriera inizia nel 2006 quando debutta nel film spagnolo “Una rosa de Francia”, e poco tempo dopo recita nello spettacolo televisivo “El Internado”. Nel 2015, però l’America bussa alla sua porta, infatti viene scritturata per la pellicola “Knock Knock”, seguita da “Nell'ombra di un delitto”, “Hands of Stone” e “Trafficanti”. Queste partecipazioni hanno permesso alla giovanissima attrice spagnola di dimostrare quanta professionalità e dedizione ci fosse oltre all’innato talento ed una bellezza disarmante. Così nel 2017 inizia ad alzarsi l’asticella: Ana riceve un ruolo nel film/cult di fantascienza “Blade Runner 2049”. Nel 2019, per la sua interpretazione nel film “Cena con delitto - Knives Out”, la de Armas ha ricevuto la candidatura al Golden Globe nella sezione migliore attrice in un film commedia o musicale e nel 2021 veste i ruoli della Bond girl nel film “No Time To Die”, al fianco di Daniel Craig. Quest’estate l’abbiamo vista protagonista di “The Grey Man” thriller distribuito da Netflix, con Chris Evans e Ryan Gosling. Il film, che segue il filone Marvel, è basato sui best-seller di Mark Greaney, ed è stato diretto dai fratelli Joe e Anthony Russo, già registi, tra gli altri di “Captain America: The Winter Soldier” del 2014 e proprio di “Avengers: Endgame” del 2019. Il volto, però, di Ana de Armas è diventato letteralmente virale durante l’ultima Mostra del Cinema di Venezia quando è stato presentato il film “Blonde” nel quale interpreta i panni di Marilyn Monroe. Una pellicola, quest’ultima, che ha acceso i riflettori su quella che possiamo definire una parte inedita della Monroe, e che ha posto volutamente l’accento sul contesto sociale e culturale nel quale ha vissuto un’icona mondiale di questa portata. In questa intervista la de Armas ci racconta come si è preparata ad interpretare questo ruolo. Partiamo subito da “Blonde”, il suo ultimo film, si aspettava così tanta attenzione da parte della critica e del pubblico? “Sinceramente mi sento di dire sì. Quando si decide di interpretare un personaggio che di base ha sempre fatto scalpore e che ha avuto una popolarità mondiale credo sia normale attirare l’attenzione. Sono stati fatti vari film su Marilyn, ma nessuno di questi era mai stato presentato in concorso ad un Festival così importante come quello di Venezia, quindi sapevamo che ci sarebbe stata una grande attesa.” Come ha reagito quando le è stato proposto questo ruolo? “Quando ho incontrato Andrew – Dominik, il regista ndr. - per la prima volta mi ha chiesto quanto mi servisse per prepararmi all’audizione. Si trattava della scena dell’appuntamento tra Norma e Joe di Maggio. Gli chiesi di darmi una settimana. Durante quei giorni non mi sono preparata per l’accento o la voce, ma ho cercato fin da subito di assorbire e poi trasmettere l’essenza di Marilyn. Inoltre, avevo una parrucca terribile! In generale, però, è stato un processo lungo fatto di test, prove costumi, lenti diverse, ripetizioni di scene più e più volte e posso dirmi solo grata per aver interpretato questo ruolo.” Qual è stato quindi il lavoro che ha fatto per immedesimarsi nei panni della Monroe? “Prima di rispondere alla domanda devo dire che conoscevo i suoi film più celebri, ovviamente, ma nel preparare questo ruolo per me Marilyn è stata una grande scoperta, ho intrapreso un vero e proprio processo di apprendimento. Ho lavorato per mesi con Andrew, il quale fin da subito mi ha spiegato che il film era incentrato sui momenti più intimi, quando i riflettori non sono puntati. Essendo un personaggio molto specifico volevamo essere dettagliati per ricreare i momenti in cui era Marilyn e la donna reale dietro il personaggio. Ho creato un collegamento con il suo dolore e con il suo trauma. Se non ci concentriamo sulla star del cinema, Marilyn era una donna come me e sapevo che interpretare il suo ruolo avrebbe richiesto di arrivare in luoghi oscuri e di grande vulnerabilità legati alla mia personalità. Molto del mio lavoro deriva dal dialogo con Andrew e dalla sceneggiatura. Volevo trovare la sua verità emotiva e spero di essere riuscita a trasmetterla.” Si evince che Marilyn e Norma Jeane fossero due personalità distinte, capita anche a lei di essere due Ana differenti? “A chi no capita? Per quello che riguarda il film sono convinta che Marilyn e Norma si alimentassero a vicenda, infatti non ho approcciato il personaggio come se fossero due entità separate anche se effettivamente dall’esterno è questo quello che traspare. Per quanto riguarda la mia vita, beh, non ho due personalità diverse però come molti miei colleghi cerco di separare in maniera abbastanza netta il mio privato con la parte professionale. Credo sia questo un modo per ‘salvaguardare’ le due realtà; è vero che quando si prepara un ruolo è ‘normale’ che questo diventi parte del tuo quotidiano perché inizi a pensare ed agire come farebbe il tuo personaggio, però l’importante è che quando si esce dallo studio ci si sveste dei panni del film e si ritorna ad indossare la ‘propria pelle’.” In cosa la vedremo impegnata prossimamente? “Uscirà un altro film il prossimo mese, ma purtroppo non posso dare nessun dettaglio. Nel frattempo dopo un’estate molto frenetica ed impegnata mi sto godendo un po' di tempo con la mia famiglia, prima di iniziare la lavorazione per il prossimo ruolo.”

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