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Amico di una donna

di Alfredo Salucci

Numero 192 - Ottobre 2018

La domanda che si pone d’Argens è se le donne possano instaurare una sincera amicizia anche con gli uomini


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Jean-Baptiste Boyer marchese D’Argens, scrittore e filosofo francese nato a Aix en Provence nel 1704, chiude la sua opera “Riflessioni diverse e critiche sull’amicizia” con una paragrafo dedicato all’amicizia con le donne. La domanda che si pone d’Argens è se le donne possano instaurare una sincera amicizia anche con gli uomini. Questa sezione si apre con la confutazione del pensiero di filosofi e scrittori antichi che hanno avuto sulle donne, ritenute incapaci di una vera amicizia: cosa possibile solo per gli uomini. Ma non sono solo gli antichi a sostenere ciò, anche alcuni filosofi moderni hanno pensano la stessa cosa delle donne, come Montaigne e Pierre Charron. Per d’Argens, invece, le donne sono capaci di una vera amicizia. A questo punto bisogna fare una riflessione, si deve considerare il periodo storico in cui d’Argens dice queste cose a favore delle donne. Siamo nel XVIII secolo, un tempo ancora lontano dalle lotte delle donne per rivendicare i propri diritti. Era quello un periodo di misogini, come lo erano stati anche tanti pensatori del passato. -taglio- D’Argens ha pienamente ragione a prendersela con i pensatori antichi e moderni che avevano un concetto tanto basso delle donne. E per avere conforto su quest’aspetto chiama in suo soccorso l’esperienza che smentisce in toto l’incapacità delle donne ad avere un’amicizia sincera. La storia antica e moderna, dice, è piena di esempi di donne generose. D’Argens non giustifica l’accanimento contro le donne di Montaigne e di Charron, che ritengono la donna debole e insufficiente per poter sostenere una tale relazione. Secondo Charron: “La sua anima non è abbastanza forte e ferma per fornire e sostenere il legame d’un nodo così durevole. È come legare una cosa grossa e forte con una piccola e sottile. Questa non aderendo molto, scappa scivola, sfugge dall’altra”. Eppure, sostiene d’Argens, questi autori osservano continuamente il comportamento delle donne, le loro qualità, la loro affidabilità, senza prenderne atto. Gli esempi delle capacità e della serietà delle donne nel rapporto amicale sono quotidiani, basta affidarsi all’esperienza, alla ragione e abbandonare qualsiasi preconcetto su di loro. Non è possibile dire di una donna che è di buon cuore, attenta, risoluta, generosa e poi dichiararla incapace di una vera amicizia. Sulla posizione di Montaigne e Charron si allinea anche La Bruyère che, nonostante non li condividesse in pieno, si è lasciato condizionare dalle loro idee sulle donne e sulla loro incapacità di coltivare una sincera amicizia. Ora, si chiede d’Argens, se alle donne sono riconosciuti gli stessi pensieri -taglio2- degli uomini e le loro stesse conoscenze: “Perché l’amicizia che avranno non potrà essere pura, visto che conoscono tutto ciò che conviene a un affetto di questa specie?”. Pur riconoscendo a La Bruyère una posizione meno intransigente verso le donne, d’Argens evidenzia che in quello che ha sostenuto c’è una contraddizione di fatto: non si può sostenere che l’amicizia è possibile tra persone di sesso diverso e poi dichiarare che questo rapporto va considerato come una classe a parte di amicizia.
Anche la marchesa di Lambert nella sua opera “Trattato sull’Amicizia” sostiene che ci possa essere amicizia tra uomo e donna, anche se questa cosa avviene raramente. D’Argens ritiene che le donne possano instaurare amicizie sincere, lunghe e alla pari di quelle degli uomini. E aggiunge che è vero che le donne che coltivano l’amicizia sono numericamente inferiori agli uomini, ma anche gli uomini non sono tutti inclini all’amicizia. Entrambi i sessi, infatti, sono accomunati dalla stessa predisposizione all’amicizia da cui sono escluse le anime mediocri. All’amicizia vera, dice d’Argens, possono accedere solo quelle anime che “hanno ricevuto in dono dal cielo una certa forza che le innalza infinitamente al di sopra delle altre”. Siamo ancora lontani da una perfetta parità fra uomo e donna anche per quanto concerne la possibilità di instaurare un’amicizia tra loro, ma il cammino delle donne verso la parità di diritti, anche se ancora lungo, è ormai cominciato.





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