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ALESSIA ORRO

di Laura Fiore

Numero 231 - Giugno 2022

È una delle atlete italiane più amate sui social, la giovane giocatrice sarda ci racconta della finale scudetto e dei suoi prossimi impegni sportivi


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Alessia Orro è certamente il futuro del Volley italiano; originaria di Narbolia, in provincia di Oristano, la sua carriera inizia nell'Ariete Club del quale fa parte sia della selezione giovanile, sia della prima squadra, in Serie C, giocando come centrale e opposto. Nella stagione 2013-14, invece, entra a far parte della squadra federale del Club Italia, -taglio-modificando anche il ruolo in quello di palleggiatrice, con cui, in quattro annate di permanenza, disputa il campionato di Serie B1 seguito poi da quello di Serie A2 nella stagione 2014-15 e quello di Serie A1 nell'annata 2015-16. Dopo un periodo nelle file del Busto Arstizio, per l'annata 2020-21 si trasferisce alla Pro Victoria Monza, sempre nella massima serie italiana, conquistando la Coppa CEV, durante la quale viene premiata come MVP. Poche settimane fa, Alessia Orro, ha giocato la finale per la conquista dello Scudetto che però ha visto trionfare la rosa più esperta di Conegliano, ma nonostante la sconfitta la giocatrice sarda e le sue colleghe hanno potuto acquisire la consapevolezza di essere un team in forte crescita, capace di mettere pressione anche alle formazioni più esperte. Fuori dal campo di pallavolo, invece, Alessia Orro ha dovuto affrontare una vicenda personale molto forte: perseguitata da un uomo di 55 anni che la seguiva agli allenamenti, alle partite, sui social, la giovane giocatrice è stata vittima di uno stalker, lo stesso che nel 2019 era finito ai domiciliari per atti persecutori e che poi si è ripresentato qualche mese fa. Come ci racconterà in questa intervista, non è stato semplice dover riaprire una ferita del genere, ma la Orro è stata in grado di andare avanti e superare anche questa sfida dimostrando di essere una campionessa dentro e fuori dal campo. Per te questo è un anno ricco di impegni sportivi e non, tra poco partirai per la VNL con la Nazionale italiana… come stai? “Sì esatto, quest’anno è come un uragano… pieno di impegni ed emozioni forti! Come sto? Beh, al momento sto cercando di rimettere insieme le energie fisiche e mentali per affrontare al meglio la serie di partite con la Nazionale e nel frattempo cerco di godermi un po' la mia famiglia ed i miei amici di sempre.” Sei stata una delle bandiere della grande stagione della Pro Victor Monza, cosa ha significato per te arrivare in finale e come hai gestito la sconfitta? “Da sportiva ammetto che perdere non è mai piacevole, però bisogna anche sottolineare che Conegliano ha meritato la vittoria; è una realtà sportiva forte con delle campionesse incredibili quindi per me è stato un onore potermi giocare una finale Scudetto contro di loro. Al tempo stesso sono molto felice, invece, per l’anno che abbiamo trascorso noi atlete di Monza; all’inizio non avevamo come obiettivo la finale scudetto, ma partita dopo partita ci siamo rese conto che poteva essere alla nostra portata come fine ultimo e quindi abbiamo affrontato ogni singolo match come se fosse il più importante della nostra carriera: il risultato è stato uscire a testa alta da una gara che fin dall’inizio non ci vedeva favorite. Inoltre, le mie compagne di squadra sono state tutte fantastiche… non potevo chiedere di meglio! La sconfitta l’ho già messa nel cassetto, da ora penso solo agli impegni con la Nazionale.” A proposito del rapporto con le compagne di squadra, ti è mai capitato di dover ingoiare qualche boccone amaro con una tua collega?-taglio2- “Eh più di uno! – ride ndr. – Praticare uno sport di squadra significa anche questo! Ognuno di noi ha un carattere particolare, di conseguenza soprattutto in ambito sportivo non potendo scegliere le proprie compagne di squadra, è necessario avere tanta diplomazia e pazienza. Io personalmente cerco sempre di ‘capire’ il perché di determinati comportamenti da parte dell’altra persona: alla fine, se ci pensi, ognuno ha le proprie motivazioni quindi il dialogo è sempre la miglior strada da percorrere. È vero che la convivenza tra donne non è semplicissima perché siamo in grado di ricordarci ogni singolo dettaglio di un ‘torto’ subito magari tre mesi fa – ride ndr. - ma quando si riesce a trovare il giusto equilibrio è come avere tante sorelle/mamme/amiche.” Ultimamente sei stata protagonista di una vicenda personale particolare che, per fortuna, si è conclusa nel migliore dei modi. Cosa ha significato per te vincere in questo caso? “Prima di rispondere a questa domanda ripeterò all’infinito quanto sia importante denunciare. Non bisogna avere paura: la violenza, in qualsiasi forma essa sia, non va assolutamente sottovalutata. Come atleta e personaggio pubblico sento di avere una grande responsabilità, ed è anche per questo che ho voluto condividere la mia esperienza su tutti i canali possibili. Non è stato un percorso facile da affrontare, anche perché inizialmente non riesci subito a renderti conto della gravità delle cose che ti succedono; sai, alcune cose ci sembrano ‘lontane’ da noi e quindi difficilmente si riesce a pensare di viverle nel proprio quotidiano. Poi, però, quando accade ti crolla il mondo addosso e ripartire non è così semplice. Ricordo che all’inizio è stato difficile anche solo parlare a qualcuno del fatto che ci fosse una persona ossessionata da me e da tutto quello che mi circondava, però ho ricevuto subito un grande supporto sia dalla mia famiglia che dalla mia società e dalle mie compagne di squadra. Adesso mi sento serena, e di tutte le gare importanti affrontate fino ad ora, questa è certamente stata la più difficile e la più significativa. Mi sento una persona diversa, più forte e consapevole.” Se Avessi la possibilità di dare un consiglio alla Alessia di dieci anni fa, cosa le diresti? “Di non sottovalutarsi per nessun motivo! Quando ero più piccola spesso mi ritrovavo da sola a piangere poiché convinta di non essere abbastanza nella vita e nello sport. Le ragazze della mia età avevano già ottenuto qualche risultato e, seppur minimo, a me sembrava come se avessero vinto le Olimpiadi mentre io ero ferma sempre allo stesso punto. Ho dovuto lavorare molto su me stesso a livello emotivo e mentale e col senno di poi mi rendo conto di quante lacrime avrei potuto risparmiare!” Anche perché poi alle Olimpiadi ci sei andata tu… “Eh si! Non immagini che grande soddisfazione. Per me è un onore indossare la maglia della Nazionale, infatti, non vedo l’ora di scendere in campo!” Non ci resta che farti un grande in bocca al lupo! “Crepi il lupo! E mi raccomando seguiteci!”





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