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Alessandro Borghi

La chiave del successo

di Di Laura fiore

Numero 237 - Febbraio 2023

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Attore e produttore, è uno dei simboli della recitazione made in Italy e non smette di collezionare un successo dietro l’altro


“Il sole di mezzanotte” questo il titolo dell’ultimo film diretto da Francesco Carrozzini presentato fuori concorso in occasione dell’ultima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e nelle sale da poco più di un mese. -taglio- La pellicola è l'adattamento cinematografico del romanzo di Jo Nesbø “Sole di mezzanotte” e racconta la storia di John, interpretato da un Alessandro Borghi solitario e scavato che recita in lingua inglese, uomo in fuga dopo aver tradito suo padre, un boss criminale. Inseguito da suo fratello, John si dirige verso l’estremo Nord. Arriva in un villaggio isolato, dove il sole non tramonta mai, con una piccola comunità dalle severe regole religiose, che sembra appartenere a un altro tempo. Qui incontra Lea - Jessica Brown Findlay ndr. - una donna in difficoltà ma dalla grande forza, e suo figlio Caleb un bambino curioso e dal cuore puro. Una storia che mette in discussione molti dei valori cui siamo abituati specialmente all’interno del contesto familiare ponendo l’accento sulle molteplici casualità che spesso la vita ci mette difronte e a causa delle quali è necessario adattarsi. Questo film è certamente un altro tassello importante nella ormai splendida carriera di Alessandro Borghi, il quale ancora una volta è stato in grado di stupire pubblico e critica con un’interpretazione unica e soprattutto non semplice, proprio come ci ha raccontato lui stesso in questa intervista esclusiva per i lettori di Albatros Magazine. Partiamo subito dal personaggio da te interpretato nel film “Il sole di mezzanotte”, cosa hai pensato subito dopo aver letto la sceneggiatura e come ti sei preparato per questo ruolo? “Prima di rispondere alla domanda, devo dire che io avevo già letto il libro omonimo di Jo Nesbø e per questo mi sono approcciato alla lettura del copione con molta curiosità: volevo leggere come il regista e gli sceneggiatori avevano immaginato la storia ed i personaggi, anche perché solitamente quando si legge un libro ognuno si crea le proprie immagini in testa. Dopo la prima lettura ne ero completamente entusiasta, molti dettagli era simili a come li avevo pensati, mentre altri li ho percepiti come vere ‘chicche’ perché in grado di restituire quella veridicità tipica dei romanzi dell’autore norvegese. Per quanto riguarda il ruolo che ho interpretato, non è stato semplice calarsi nei panni di John, infatti, ho studiato tanto per far si di creare un modo di parlare, di muoversi, anche solo di guardare che fosse distintivo del personaggio. È stata una bella sfida e sono contento che al pubblico sia piaciuta!” Senza fare spoiler per chi ancora non ha avuto modo di vedere il film, centrale in questa pellicola è l’aspetto della solitudine interiore… “Sì, cosa che rende tutto estremamente attuale essendo che il libro è uscito nel 2016. La solitudine interiore è come se fosse un altro protagonista, è presente in ogni personaggio ed è labile nonostante si tratti di un sentimento. John, Lea, Caleb, ognuno ha la sua solitudine dovuta ad eventi del passato che li hanno segnati profondamente e non gli permettono di ritornare a vivere con ‘leggerezza’ e soprattutto fiducia nel futuro. Per quanto siano circondati da una comunità anche eccessivamente presente, si sentono tutti davvero molto soli, incompresi e senza un’apparente via di fuga. Al giorno d’oggi sono molte le persone che si sentono in questo modo, quasi come se fossero prosciugate dall’interno e credo il regista sia stato incredibile nel raccontare una storia così vera e vicina al nostro quotidiano.” Parlando di verità, quanto c’è di Alessandro Borghese nei personaggi che interpreti? “Adesso poco, mi spiego meglio. Quando ero all’inizio della mia carriera ogni volta che dovevo interpretare un ruolo mi dedicavo anima e corpo facendo sì che la quotidianità del personaggio diventasse anche la mia. Fin qui sembra la routine dell’attore… il problema, però, inizia a crearsi quando questo ha iniziato ad influenzare la mia vita. Col tempo, quindi, ho imparato a calarmi nei panni del personaggio ma solo per un lasso di tempo limitato a quello ‘lavorativo’ e poi ritornare me stesso subito dopo aver finito. -taglio2- Questo richiede anni e anni di esperienza e soprattutto di pratica, ma questo accade quando fai il lavoro che hai sempre desiderato e senza il quale adesso non riuscirei ad immaginarmi.” Quale pensi sia il segreto del tuo successo? “Più che il segreto del successo, io credo che il fatto di mostrarsi per come si è, senza filtri sia la strada giusta per farsi conoscere dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Chi, come me, ha la fortuna di fare un lavoro del genere è inevitabilmente molto esposto… è inutile farsi vedere come dei super divi inarrivabili che hanno vite fantastiche perché non è così: anche noi soffriamo, abbiamo delle giornate no, non ci piacciamo etc etc. Il pubblico ha una spiccata sensibilità e lo percepisce se ti mostri per quello che non sei! Quindi io resto sempre Alessandro con i miei pregi e difetti.” Un altro progetto che ti vedrà impegnato nel 2023 è la terza stagione di “Diavoli”, serie di successo che oltre che attore ti vede nelle vesti di co-produttore. Cosa dobbiamo aspettarci? “’Diavoli’ è stata certamente la scoperta più piacevole degli ultimi anni; sarò sincero: quando abbiamo iniziato a girare la prima stagione non avrei immaginato potesse avere un boom simile e, invece, grazie all’incredibile lavoro fatto da tutto lo staff è uscito fuori un piccolo capolavoro. Nella terza stagione ci saranno sicuramente grandi colpi di scena cui la serie ci ha abituati, ma diciamo che i personaggi avranno un’evoluzione singolare… non posso aggiungere altro per il momento.” Non ci resta quindi che aspettare, altri progetti in cantiere? “Dopo ‘Il sole di mezzanotte’ e tutto quella che riguardala promozione in giro per l’Italia e non, adesso sono molto preso da ‘Diavoli’… nel mezzo, però, ho trascorso durante le vacanze un bel po' di tempo in famiglia, mi sono ricaricato un po': sarà un anno ricco di cose da fare!”

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