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Adagio napoletano

di Yvonne Carbonaro

Numero 240 - Maggio 2023

Al Teatro Trianon invito ad un viaggio nella tradizione di Napoli attraverso le canzoni


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Napoli è oggi al centro dell’attenzione del turismo internazionale e pertanto ci sembra giusto suggerire un itinerario insolito ma di grande significato: un vero e proprio viaggio nella sua tradizione attraverso le canzoni classiche. Il rinato Teatro Trianon, diretto da Marisa Laurito che si propone come il “teatro della Canzone napoletana”, ha prodotto il musical <Adagio Napoletano – Cantata d’ammore>,-taglio- un bellissimo spettacolo corale di Bruno Garofalo che nasce dal suo celeberrimo “Novecento Napoletano” degli anni novanta, divenuto cult della tradizione, riscuotendo successi in Argentina, Francia, Germania, Giappone. Anche con “Adagio Napoletano”, in un susseguirsi di quadri singoli indipendenti, la realtà partenopea è raccontata con le canzoni. Bruno Garofalo è un grande maestro del teatro napoletano, e non solo. Regista, scenografo e costumista, ha realizzato per Eduardo scene e costumi per 14 allestimenti completi. Ha partecipato all’allestimento di “Masaniello” di Porta/Pugliese. Ha collaborato con il M° Roberto De Simone e anche con Teatro alla Scala di Milano, Biennale di Venezia, Associazione Teatrale Emilia/Romagna, Festival di Taormina, Piccolo Teatro di Milano, Teatro di San Carlo di Napoli, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Teatro Stabile di Roma. Ha realizzato circa 200 spettacoli con i più importanti registi italiani ed europei. È stato autore di “C’era una volta Scugnizzi” e “Napoli nella tempesta” rielaborazione dell’ultimo lavoro di Eduardo: la traduzione de “La Tempesta” di Shakespeare, con l’interpretazione di Mariano Rigillo. Ha insegnato Scenografia presso la prima cattedra dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Per “Adagio Napoletano” ha selezionato un ricco cast di attori, cantanti, danzatori e musicisti che ne fanno un vero capolavoro in un atto unico. Sabato 25 e domenica 26 marzo ha avuto luogo il riallestimento del musical considerato la produzione di punta del Trianon, le cui repliche sono previste per il 29-30 aprile e 27-28 maggio. Hanno collaborato con lui Karima Campanelli e Raffaele Esposito, gli arrangiamenti originali sono di Tonino Esposito e le rielaborazioni musicali di Pino Perris. Questo nuovo allestimento vede anche la partecipazione di due posteggiatori e l’inserimento di altri brani canori. Un insieme vario e ben strutturato sostenuto dalle voci bellissime e potenti di collaudati professionisti dello spettacolo. -taglio2-Si sono esibiti sia da solisti che in gruppo Ciro Capano, interprete cinematografico e cantante di consolidata esperienza. Susy Sebastiano, grande contralto che annovera un ricco curriculum, il tenore Francesco Malapena noto in Italia e all’estero, la Compagnia Stabile con Anna Rita Di Pace, e ancora bravissimi: Laura Lazzari, Salvatore Meola, Gennaro Monti, Nadia Pepe. Matteo Mauriello ha dato prova della sua perfetta duplice formazione artistico-professionale di cantante e di attore, specie nelle scene di comico del varietà e nella frizzante e applauditissima “Rumba degli scugnizzi”. L’orchestra, diretta da Ciro Cascino, impegnato anche al pianoforte, è composta da un folto gruppo di egregi musicisti. Gradevolissimi gli inserimenti di danza dei ballerini diretti da Carolina Aterrano. Appropriati i costumi, le scenografie e le suggestive retroproiezioni, di immagini di meravigliosi quadri del vedutismo napoletano e di video, curate da Claudio Garofalo. Uno spettacolo superbo che contribuisce alla conoscenza dell’essenza stessa dello spirito della città e della storia della canzone napoletana, da sempre espressione della vita, dell’amore, del dolore, della rivolta, del divertimento, del cibo e delle consuetudini. Uno spettacolo da proporre ai napoletani, in particolare ai giovani perché abbiano consapevolezza delle loro radici, e soprattutto ai tanti turisti che affollano Napoli. Come è possibile, ci chiediamo, che la Regione Campania, la Scabec, Il Comune e chi di competenza, non si prodighino concretamente con le agenzie turistiche, gli alberghi, le compagnie di autobus da noleggio e tutte le strutture deputate, affinché un lavoro del genere venga proposto alle masse di visitatori ansiosi di apprendere e apprezzare, oltre alla pizza e alle pietanze tipiche, all’arte e all’architettura, al mare e ai paesaggi, l’anima creativa e canora di questo fantastico luogo che fin dal ‘500 ha prodotto musica e canti divenuti famosi nel mondo. Da che dipende tanta incuria: Inefficienza? Mancanza di iniziativa e di lungimiranza? Senso commerciale rivolto ad altro? Scarsa volontà di impegnarsi in tale direzione? È un vero peccato! Restiamo in impaziente attesa di una svolta radicale che ponga rimedio ad una così grave carenza.





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