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Utopia come veicolo di libertà

di Pasquale Matrone

Numero 180 - Settembre 2017

Ogni individuo è titolare della facoltà di realizzare un personale progetto di vita.


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Ogni individuo è titolare della facoltà di realizzare un personale progetto di vita. Perché, padrone della propria e irripetibile esistenza, di essa è il primo responsabile, detentore del legittimo potere di esercitare la propria libertà, sempre che ciò non crei danno o limite agli altri. Lo Stato che, per vincere l’anarchia, nasce da un patto spontaneo tra gli uomini, non può pretendere che questi ultimi si spoglino della loro autonomia, bensì ha lo scopo di garantire e tutelare i diritti naturali di tutti. La società è protetta da regole di vita condivise e chiaramente esposte. -taglio- Nei suoi “Trattati sul governo”, Locke sostiene che non esiste libertà se non viene riconosciuto a tutti il diritto di proprietà. La liceità di questo è strettamente collegata al lavoro e all’impegno profusi e, comunque, come in seguito sottolineerà Nozick, è subordinata a punti fermi imprescindibili: giustizia nell’acquisizione; giustizia nei trasferimenti; giustizia nel possesso della proprietà storica. In concreto, devono coesistere tre precondizioni: la proprietà deve essere frutto di una donazione o, comunque, del lavoro svolto con onore e nella legalità; lo scambio di quel bene deve essere volontario e non segnato da violenza o fraudolenza; i vari passaggi della proprietà, dopo la prima acquisizione, devono avvenire in totale correttezza. Intesa in questo modo, la proprietà non è assolutamente un furto. Lo è, al contrario, quando le regole sopra elencate vengono in parte o del tutto violate. -taglio2- Lo Stato deve: interferire il meno possibile nella vita dei singoli; essere ‘un guardiano della notte’, pronto a far rispettare la legge e a punire chi la infrange; consentire, e mai imporre, ai singoli di affrontare sacrifici per procurare a sé stessi migliori condizioni di vita; far sì che ciascuno possa ‘coltivare utopie’, proiettandosi fiducioso verso nuovi orizzonti di benessere e di emancipazione; garantire la solidarietà nei confronti dei più deboli e, nel contempo, impedire con rigore e fermezza che la fatica degli onesti vada a colmare i vuoti generati da prepotenti, parassiti, profittatori. Né anarchia, dunque, e neppure statalismo, bensì ‘utopia come veicolo di libertà’, strumento efficace, per evitare sia la deriva del caos di un sedicente stato di natura sia quella di uno Stato autoritario, asservito ai più forti.





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