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Urlo contro l’omofobia

di Maresa Galli

Albatros 182 - Novembre 2017

Un opera senza filtri, che non ha paura di raccontare la realtà di una società ancora troppo retrograda e bigotta


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Antonio Mocciola, autore di teatro e di narrativa, ha abituato il lettore alla sua scrittura forte, di poetica denuncia (“Le belle addormentate”, viaggio tra i borghi fantasma d’Italia), di racconti attraverso la musica e il teatro di verità, di umanità da restituire a personaggi famosi “censurati”, quando non perseguitati, per essere gay in un mondo ipocritamente “etero”.-taglio- “Addosso” è il nuovo progetto editoriale fotografico dello scrittore e giornalista (Iemme edizioni), con foto di Carmine Miceli e un testo di Fabio Canino. Su corpi nudi di uomini e donne Mocciola ha scritto 120 frasi omofobe, tratte dall’ ahinoi vasto repertorio di personaggi politici, istituzionali, ecclesiastici, rivoluzionari.... Da Alessandra Mussolini (“Meglio fascista che frocio”) a Joseph Ratzinger ("I matrimoni gay sono un pericolo per la pace"), da Gianfranco Fini (“I gay non possono fare i maestri di scuola”) a Fidel Castro (“Un gay non può essere rivoluzionario”) sono state emesse sentenze che hanno avuto i media come cassa di risonanza, contribuendo alla stigmatizzazione, all’isolamento, all’emarginazione. Troppo spesso sono sfociate nel bullismo, all’istigazione alla violenza verso i più giovani che non hanno ancora la grinta di essere se stessi e mostrarsi in tutta la loro natura. Il resto è cronaca, molto spesso nera. L’autore urla il proprio sdegno dipingendo/imbrattando corpi “di meravigliosi artisti o attivisti o scrittori o gente comune”, con inutili e vergognose frasi omofobe in un’epoca di recrudescenza di nazismi, nazionalismi, chiusure e nuovi ghetti, epoca nella quale stiamo sopprimendo anni di lotte e battaglie civili per la conquista dei diritti, per un mondo più giusto. “Ho pensato che questo libro fosse necessario, quasi urgente – spiega l’autore - prima che il web, o la carta stampata, si porti via queste parole così-taglio2- gravi, mi sembrava giusto eternarle in qualche modo. E ho creduto che il veicolo di un corpo, meglio se nudo, potesse essere efficace, e perché no, osceno. Ma attenzione: lo scandalo è nella frase, non nell’involucro che lo contiene. Ho avuto l'apprezzamento e l'incoraggiamento di Monica Cirinnà, a cui dobbiamo la tanto sospirata legge sulle unioni civili, ma anche il conforto del pubblico, con un inatteso ingresso in classifica, addirittura al 5° posto su Ibs. Il tutto senza il supporto della “grande stampa”, almeno per adesso, per motivi che posso immaginare. “Addosso!” gridavano i fascisti al nemico del giorno; che fosse un dissidente politico, un omosessuale o un povero eritreo era uguale. Non mi è stato difficile trovare le frasi omofobe: in rete, sui giornali, su youtube, nella mia memoria.... Sono frasi odiose, razziste, disgustose, esibite con orgoglio, spesso davanti a una canaglia inferocita, che con lo stesso livore si scaglia poi su donne, stranieri, nani, obesi, calciatori avversari, vicini di casa. Tutti gli odii hanno la stessa radice”. L’autore, dopo le presentazioni in Italia, parte alla volta di Berlino, Bruxelles, Londra, per raccontare un progetto editoriale “di cui avrei fatto volentieri a meno, nel senso che avrei voluto che l’omofobia fosse un pallido ricordo del ventennio”, scrive Mocciola che lavora instancabilmente per un tempo di libertà, di felicità condivisa.





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